34. Soothe My Soul, In The End

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CAPITOLO 34

Soothe my soul, in the end*


Zayn

La televisione era spenta, ma era solo quella la cosa che differenziava la mia vecchia fantasia dalla realtà. Appisolati sul divano, mi trovavo esattamente a mio agio con le gambe attorcigliate alle sue, mentre lui era sdraiato su di me, l'orecchio destro appoggiato al mio petto, le mani a stringermi. Era ciò che avevo bisogno, un po' di tranquillità insieme. Dopo il messaggio di Louis a Liam, dopo la notizia che, perlomeno, ci aveva tirato su il morale, eravamo crollati stanchi morti, uno addosso all'altro, nella più naturale delle posizioni.

Liam era così diretto e allo stesso tempo comprensivo da riuscire a smuovere qualcosa dentro di me, una di quelle sensazioni che mi salivano dallo stomaco, che chiamarle farfalle mi sembrava troppo stupido. Era un testardo figlio di puttana, lo sapevo, ma era impossibile non affezionarsi a lui, non desiderarlo, non riderci insieme, non volerlo riempire di schiaffi a volte. Non volerlo nel mio letto, anche se in quel momento era occupato da qualcuno con il quale, un tempo sicuramente, l'avrei condiviso quel materasso, stretto assieme quelle lenzuola. Harry era la mia più grande debolezza, eppure qualcosa era cambiato, il distacco forzato tra di noi era servito a tagliare quel cordone ombelicale che non aveva ragione d'esistere. Insieme a Liam non desideravo andare da Harry, dormire al suo fianco, magari stretti come un tempo. Di quell'abbraccio, di quando avevo voluto di più, solo amarezza, solo ricordi. Non mi sarei spostato di un centimetro da lì, non avrei abbandonato la mia stabilità di nuovo, non avrei lasciato che Harry mi attirasse a sé facendomi dimenticare chi fossi, il processo di guarigione.

Aprii gli occhi e in un gesto automatico passai le mani nei capelli, ora più lunghi, di Liam. Profumavano di shampoo, di pulito, quell'odore inconsapevole che lui emanava, come di borotalco, dolce. Qualche ora prima ero stato in procinto di cedere, di fare sesso con lui, di prenderlo lì, sul divano o in qualsiasi altro posto libero. Non l'avevo fatto. Meritava un letto la sua prima volta, meritava attenzione, cura, concentrazione, non un animale accecato dai feromoni, non una persona che non avrebbe saputo fermarsi. Quella sarebbe stata la prima volta anche per me. Non avevo mai tolto la verginità a nessuno, ragazzo o ragazza che fosse. Mi ero sempre tenuto alla larga da quel tipo di cose, un po' perché cercando solo sesso non potevo che trovare gente che lo cercava come me, un po' perché quello che avevo passato io era ancora un ricordo troppo vivo, troppo doloroso. Lui non si sarebbe tirato indietro, avevo sentito la sua voglia, il suo desiderio. Il problema che mi assillava era che, avendogli dato fiducia, se avesse capito che i ragazzi non facevano per lui, io mi sarei ritrovato nuovamente a leccarmi le ferite in un angolo. Tutta colpa di Ben. Quella persona riusciva ancora a destabilizzarmi, a trattarmi come se fossi una nullità, a pretendere che gli obbedissi, che fossi ancora suo quando non volevo esserlo, non volevo essere proprietà di nessuno.

La sua testa si mosse verso l'alto, guardandomi dal basso di quei suoi occhioni marroni, così semplici da rivelarsi i migliori occhi che potessero guardarmi. Non ricercai più il verde di altre iridi o la particolarità di un azzurro acceso o trasparente. Il marrone era il colore che volevo trovare la mattina appena alzato ad osservarmi. Era l'essenziale.

Gli sorrisi leggermente e la voce uscì più roca che mai. Mi schiarii la gola.

-Ciao.-

-Ciao.-

Due parole tra le più dette, di cortesia, di saluto, di affetto. Un "ciao" non si negava a nessuno, eppure quell'accozzaglia di vocali con una consonante a guidarli, in quel preciso istante, tra di noi, in quella posizione, assunse un nuovo significato. Era come se gli stessi dando il buongiorno e allo stesso tempo fossi soddisfatto di averlo tra le braccia, come se lui fosse un animaletto da stringere, come se tutto l'astio tra di noi non fosse mai esistito. Una parola, mille significati. Ci sarebbero stati moltissimi altri "ciao".

No Sound but the WindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora