⇨ Capitolo 7 - Rachel.

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"Sai che sono molto impegnata ultimamente."

"Eddai Rac, vieni qualche giorno da me... sei abbastanza importante da potertelo permettere a lavoro."

"Hanno bisogno di me, non posso allontanarmi da Seattle."

"Sembra quasi tu abbia una scusa pronta ogni volta."

"Ti sto dicendo la verità."

"Un momento... conosci quella biondina?"

"Quale biondina?"

Mi giro nella direzione in cui Minerva punta il suo indice e noto con stupore che Megan ci sta spiando da dietro il cancello.

"No, non la conosco. Avrà sbagliato casa." Proferisco istantanea, distogliendo lo sguardo dalla vetrata.

"Quant'è lungo questo mocaccino, Rac, perché non torniamo in salotto?" Intima la prosperosa ragazza dinnanzi a me, agitando un po' le anche e mordendosi un labbro.

"Guarda l'orologio. È ora di andare, piccola."

"Vero. Non vedo l'ora di laurearmi e stare con te ogni singolo giorno. Sai che aspetto quel momento da tanto tempo." Mi stampa un bacio prepotente, dopo di che si dirige verso la sala per recuperare i vestiti e indossarli.

"A presto."

"A presto, tesoro."

Io e Minerva andiamo a letto insieme da ormai otto mesi e sin dalle prime uscite aveva esternato la sua totale ammirazione nei miei confronti. Sono settimane che mi ripete il desiderio di vedere il mio bel faccino in giro per casa sua. Peccato non si sia ancora resa conto della reale situazione. Comunque non mi interessa come andranno a finire le cose, non sarà l'ultima delle mie 'vittime'. Di una cosa mi importa però: ora che Megan ha scoperto uno dei miei piccoli segreti temo non vorrà più vedermi.

Minerva è romantica, sensuale, sicura di sé. Phoebe è provocatoria, vivace, eccentrica. E Megan è... insicura, gracile, ingenua. Una preda perfetta su cui esercitare il proprio potere, come ho già potuto constatare. Delle tre è l'unica su cui posso sfogare ogni tipo di emozione, ogni tipo di frustrazione soprattutto. Devo tenermela buona. Certe volte mi rendo conto di quanto egoisti e meschini siano i miei pensieri. Non sono cambiata molto negli anni, anche da ragazzina mi definivano 'stronza', 'fredda' e 'acida'. Le mie coetanee si innamoravano dei più bei ragazzi del liceo, mentre io scoprivo di essere lesbica. Le altre si fidanzavano con i giocatori di Basket o i neo scienziati del corso di chimica, mentre la sottoscritta si scopava le cheerleader nei bagni della palestra. Punti di vista differenti. Nessuna di quelle ochette da quattro soldi ha mai attirato la mia attenzione, sentimentalmente parlando. Mi limitavo a fissare la lunghezza delle loro gonne e a sperare che non parlassero troppo durante gli incontri. Le loro voci stridule mi davano sui nervi. Poche ragazze dotate di serietà sono entrate nella mia vita... per uscirne poche settimane più tardi. Di una non dimenticherò mai lo sguardo ed il profumo: Hanna, l'unica ragazza che mi sia mai appartenuta. Mi stavo lentamente innamorando di ogni suo singolo difetto, oltre che di tutto il resto, ma una scelta diversa di università e un pretendente ossessivo ci hanno separate per sempre. Aveva stroncato lei ogni possibile rapporto e dopo soli tre mesi di relazione se n'era scappata lasciandomi nuovamente sola con me stessa. Dopo esserci dette addio con uno scambio di sguardi, i miei comportamenti sono peggiorati di giorno in giorno e sono tornata ad essere la ragazza furtiva della palestra. Solo con un po' più di esperienza e una carriera lavorativa da sogno. Mesi fa ho scoperto il profilo Facebook di Hanna. Quella stronzetta è sposata con Terence, il pretendente ripugnante che le ronzava attorno nel periodo in cui stavamo assieme. Ho cominciato a mettere in dubbio i suoi sentimenti durante la nostra storia e per scacciare ogni pensiero malinconico, ho dato inizio al mio frequentare sempre più assiduamente il Trash e a 'conoscere' sempre più ragazze. Suvvia, la tristezza non mi si addice.

𝐈'𝐯𝐞 𝐟𝐚𝐥𝐥𝐞𝐧 𝐟𝐨𝐫 𝐲𝐨𝐮 ¦ Ruby Rose x Cara DelevingneWhere stories live. Discover now