⇨ Capitolo 13.

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Ormai è mezzanotte passata, ma ho dormito troppo a causa del colpo alla testa e dei farmaci, quindi non credo mi assopirò un'altra volta. Sto fissando da un tempo incerto la finestra alla mia sinistra. Scorgo le luci che delineano le coste della mia città ed è uno spettacolo a dir poco incantevole. Certo, in altre circostanze sarebbe stato più gradevole, ma non ho molte opzioni rinchiusa in questa stanza. All'improvviso, il silenzio che avvolgeva il corridoio, viene interrotto da due voci che avanzano velocemente.

"Signorina non è orario di visita. Può tornare domani."

– Chi è il folle che crede di riuscire ad entrare a quest'ora? Bah... –

"La prego, sono un familiare! Sono stata avvisata solo ora dell'accaduto."

"Lo capisco, ma se la facessi entrare rischierei un richiamo."

"Per favore. Sarò breve."

"E va bene, ma solo cinque minuti."

"Non so come ringraziarla!"

La maniglia della mia stanza emette un flebile 'click'. Mi volto d'istinto, accantonando il pensiero che possa essere l'infermiera. Mi piace pensare, per un misero istante, che la visita sia per me. E difatti è così.

"M-Meg?" Proferisco attonita.

Si avvicina al letto in modo sbrigativo, accostando la sedia al materasso.

"Ciao, Rachel." Il suo tono di voce è freddo, distaccato. Non le si addice minimamente.

Rifletto riguardo il suo nuovo look: è cambiata molto dall'ultima volta in cui l'ho vista. Indossa un impermeabile grigio scuro lungo sino alle cosce. Le gambe sono coperte da un sottile strato di collant neri che termina all'interno di un paio di stivali altrettanto scuri, appena sotto il ginocchio. I suoi lunghi capelli biondi sono mossi e ricadono sontuosi sulla voluminosa sciarpa color borgogna che le avvolge il collo. Il suo viso così puro e semplice ora è incipriato a dovere e i suoi occhi blu contrastano con lo strato importante di ombretto nero. Le labbra, carnose come le ricordavo, sono lievemente screpolate a causa del freddo.

"Che ci fai qui?" Domando, nettamente stupita.

"Harold mi ha raccontato tutto e mi sembrava giusto venire a vedere come stai."

"Harold, certo..." Scuoto la testa, sorridendo.

"Cos'è successo? Raccontami."

I miei occhi la scrutano increduli, senza volerne sapere di posarsi altrove. "Mi sei mancata, Meg." Proferisco tutto d'un fiato, senza quasi rendermene conto.

Non credo alle mie orecchie. Cerco di aggiungere qualcos'altro o per lo meno di rispondere alla sua domanda, ma non riesco a spiccicare parola.

Megan tossisce, accennando un sorriso che muore pochi secondi più tardi.

"Come stai?" Chiede.

"Sto bene." Annuisco.

"È questo quello che conta."

Rimaniamo a fissarci, visibilmente prive di argomentazioni di cui parlare.

Rivederla mi ha causato un turbinio di emozioni contrastanti. La sua bellezza è accecante e il suo profumo è così intenso. Mi arriva dritto alle narici, nonostante sia seduta ad una certa distanza. Ricordavo ogni suo lineamento e anche se questa notte sono ricoperti dal trucco, rimangono i più affascinanti che abbia mai visto. Credo siano i farmaci a causarmi tutti questi pensieri.

"Tu come stai?" Esordisco per scacciare i miei viaggi mentali e interrompere l'imbarazzo.

"Sto bene, faccio la solita vita: lavoro, casa, serata con le amiche..."

𝐈'𝐯𝐞 𝐟𝐚𝐥𝐥𝐞𝐧 𝐟𝐨𝐫 𝐲𝐨𝐮 ¦ Ruby Rose x Cara DelevingneΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα