⇨ Capitolo 11 - Rachel.

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"Vattene Rachel, non voglio vederti mai più!"

"Aspetta Meg, ascoltami, per favore!" Cerco di afferrarle la mano, ma la sua figura sta pian piano svanendo nel buio della via.

"Non voglio ascoltarti, mi fai schifo! Vattene subito!"

"Megan..." Mi fermo in mezzo alla strada, le braccia molli lungo il busto e lo sguardo fisso su di lei.

Mi sveglio un'altra volta nel cuore della notte. Ormai sogno questa scena da sei mesi e puntualmente, dal giorno in cui Megan mi ha chiaramente proibito di cercarla, convivo con due chiazze violacee sotto le lime degli occhi. Mi stringo nel piumone caldo, cercando di intiepidirmi dopo esser stata percossa da scosse gelide di brividi. Il freddo dell'inverno mi sta divorando le ossa. So che non riuscirò più a chiudere occhio e attenderò l'alba per alzarmi e preparami ad un'altra vuota e uggiosa giornata.

"Sei una stronza, perché non ho dato ascolto a mezza città?! Vorrei non averti mai incontrata!" La mia mente ripercorre il sogno ed è così vivido da lasciarmi senza fiato.

"Mi dispiace, pensavo avessi accettato la situazione..."

"Scopati tutte le ragazze che vuoi, ma toglimi all'istante dalla tua lista!"

Le cose sono andate più o meno come nel sogno. Ormai sono mesi che non ho più sue notizie. Harold per giorni non mi ha rivolto parola ed io, beh... mi sono sentita sola come un cane abbandonato sul ciglio di una strada. Qualche settimana dopo l'accaduto ho chiuso i rapporti con Minerva e Phoebe. Non provavo più piacere nel vederle mezze nude e appagate dopo una nottata di fuoco. Minerva ha avuto la stessa reazione di Megan, mentre Phoebe ha scrollato le spalle e ha varcato la soglia di casa senza emettere suono.

Da quel giorno sento un buco perenne nello stomaco. La mia nuova routine quotidiana comprende: lavoro, divano, programmi squallidi che trasmettono in televisione e, infine, interminabili ore di dormiveglia passate nel mio letto. Raramente mi reco al Trash per divertirmi un po'. Non ho più portato a casa nessuna, ma ho spesso esagerato con l'alcool. Harold viene a trovarmi, ogni tanto, ma sento che nel profondo vorrebbe uccidermi. Non tocchiamo mai l'argomento 'Megan', l'ultima volta mi ha scannata viva e ricoperta di insulti.

Ho freddo, sembra quasi che il letto sia improvvisamente troppo grande per me. Mi capita di ripensare a quando Megan aveva gattonato verso di me per consolarmi, la notte in cui le avevo raccontato di Hanna. Spesso mi viene voglia di piangere, ma per orgoglio non permetto ad una sola lacrima di graffiarmi il viso. Rachel Kinney non piange, reagisce. Ma come, questa volta? Perché tutto sta facendo intendere che Megan abbia lasciato un vuoto incolmabile nelle mie giornate? Non ero innamorata di lei, forse era soltanto la mia preferita delle tre. Ciò nonostante, perché tutta quest'angoscia? Cosa mi sta succedendo?

La sveglia farnetica sul comodino e mi muovo appena per spegnerla.

– Inizia un'altra giornata di merda. –

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"Signor Johnson, questo è il progetto di cui le parlavo."

"Si, Signorina Kinney, ho avuto modo di analizzarlo ieri sera nel mio ufficio. Tra pochi minuti arriveranno i responsabili della CEO e potrà mostrarlo anche a loro."

Non devo attendere molto, la segretaria sta già accogliendo dei volti nuovi nella sala. Si presentano due uomini in giacca e cravatta e subito dopo appare anche una donna sulla quarantina, avvolta da un vestitino molto corto bianco panna. Quest'ultima mi si avvicina.

"Buongiorno, lei dev'essere Rachel Kinney! – attorciglia una ciocca di capelli attorno alle dita – ho sentito tanto parlare di lei."

"Buongiorno, mi fa piacere, Signora...?"

𝐈'𝐯𝐞 𝐟𝐚𝐥𝐥𝐞𝐧 𝐟𝐨𝐫 𝐲𝐨𝐮 ¦ Ruby Rose x Cara DelevingneWhere stories live. Discover now