✖ THIRTEEN ✖

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«Buongiorno ragazzi.» ci accoglie la nostra professoressa, seguita da altre due insegnanti dall'aria severa.

Una é la Barbie della scorsa volta, vestita rigorosamente di rosa e con i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle.
L'altra, piú classica, porta i capelli scuri legati in uno chignon, gli occhiali sul naso a punta ed é vestita con una gonna nera e stretta, lunga fino al ginocchio, e una camicia bianca molto professionale.

«Io sono la professoressa Adamo, insegnante di italiano.» continua la nostra professoressa.

Inizia a parlare la Barbie, in lingua spagnola, poi tocca all'altra, che spiega il programma in inglese.

«Per cominciare questa prima lezione, scegliete un compagno con cui parlare e presentarvi. Naturalmente, dovrete cercare di parlare con un ragazzo che non parli la vostra stessa lingua, cosí da poter imparare a dialogare in diverse lingue, perché é appunto a questo che serve questo progetto, in caso non vi fosse ancora chiaro.» ci spiega l'Adamo.

Mi alzo dal mio banco e un ragazzo mi richiama, facendomi sedere accanto a lui.

«Hola.» mi sorride.

É alto e muscoloso, con i capelli di un colore ramato che gli ricadono delicatamente sugli occhi azzurri.

Molto sexy, eh?

Già.

Ehi! Ricordati di Tiberia!

Non mi importa di quello lí.

Ovvio, come se ti credessi.


«Ciao, mi chiamo Serena.» sorrido a mia volta.

«Io sono Juàn.» si presenta parlando la mia stessa lingua, ma con un accento spagnolo che mi diverte.

«Tu parli italiano?» chiedo sorpresa.

«Si, mia madre si é laureata in lingue e mi ha insegnato qualcosa...» risponde impacciato, sbagliando qualche accento.

Sorrido divertita e inizio a conversare con Juàn, ma lo sguardo mi ricade di fronte a me, dove si trova Tiberia in compagnia di una ragazza bionda e alta, probabilmente di origine tedesca o svizzera.

«Serena, ¿todo bien?» mi chiede Juàn, costringendomi a tornare a fissare il suo volto dall'aria dolce.

«Ehm.. si, si..» rispondo poco convinta.

«¿Ès tu novio?» mi chiede poi, indicando Matteo.

Scuoto lievemente la testa.

«Se vuoi hablar, ¡habla!» esclama facendomi una carezza sulla guancia.

Arrossisco a quel lieve tocco e sorrido per tranquillizzarlo.

«Va tutto bene, non preoccuparti.»
«Che ne dici se stasera ceniamo insieme?» mi chiede.

Lo guardo quasi sconvolta.
Non ci conosciamo nemmeno e vuole già provarci?

Bé, é il tuo momento per dimostrarmi che non ti importa di Tiberia.

Io non devo dimostrare niente a nessuno.

Allora significa che pensi a Tiberia?

Smettila di nominarlo.


«Non é un appuntamento, eh!» si giustifica non appena nota la mia espressione.

«Ehm.. Si, va bene.» rispondo, accettando il suo invito.

Visto? Non me ne frega proprio niente di quell'altro.

Non ne sarei tanto sicura.


Odiami e baciami || The CrookidsWhere stories live. Discover now