Capitolo 39

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-"Logan, ti prego rispondimi, è il terzo messaggio che ti lascio. Cerca di capirmi..l'ho fatto per mia figlia..." stavo per aggiungere che mi mancava, ma preferii chiudere e basta.

C:"Logan, Logan! Solo questo sai dire? Mi avete veramente stufato!" disse irrompendo in bagno.

Io:"Non ti hanno insegnato a bussare?" dissi nascondendo il telefono nel cassetto, e con la scusa di appoggiarmici lo chiusi.

C:"Questa è casa mia." disse avvicinandosi a me. Alzò una mano, credevo che mi avrebbe accarezzata, invece mi spostò facendomi barcollare.

Aprii il cassetto e prese il telefono. Lo guardò e proprio in quel momento cominciò a squillare.

-"Dammelo!"dissi provando a tirarglielo di mano.

Riuscii a scansarmi e buttò il telefono nella vasca da bagno.

-"Sei impazzito?" dissi cercando il telefono tra la schiuma.

C:"Kate, mettitelo bene in testa: Tu sei mia, e di nessun altro." disse uscendo e sbattendo la porta.

Mi portai le ginocchia al petto e iniziai a piangere. Avevo bisogno di sfogarmi.

Cristian non mi faceva vedere Shay. Mi teneva chiusa nella mia camera. Mi lasciava andare solo in bagno.
Voleva farmi soffrire. E diceva pure di amarmi.

Ebbi un'idea. La finestra del bagno era socchiusa. Era al secondo piano ma non era tanto alto. Soffrivo di vertigini ma non ne potevo più di stare lì dentro.

Poggiai uno alla volta i piedi sul cornicione. Camminai di lato mantenendomi al muro.

Avevo molta paura. Le mani mi sudavano mentre cercavo di mantenere la calma.

Raggiunsi un albero. Era distante quasi un metro da dove mi trovavo. Avrei dovuto saltare.

Con estrema cautela mi girai e senza volerlo guardai giù. Mi venne il panico. Non riuscivo a riflettere.

Senza sapere come ma saltai e mi aggrappai ad uno dei rami degli alberi, che si spezzò. Caddi di schiena. Sentivo un male allucinante e mi ero anche graffiata nel fianco.

Sentii un rumore provenire da dentro.

Forse Christian mi aveva visto. Provai ad alzarmi, ma il dolore era troppo.

Ci riprovai e con molta fatica ci riuscii.

Camminavo per strada trascinandomi. Non ce la facevo più. Il dolore era straziante.

Arrivai fuori ad un bar, mi serviva aiuto. Iniziavo a vedere sfocato.

C'era un tizio nel bar che mi sembrava Logan. Voleva gridare il suo nome per vedere se si girava, ma la voce mi moriva in gola.

Mi accasciai a terra. Non riuscivo più a resistere.

All'improvviso il buio.

Our present (sequel sex or love?)Where stories live. Discover now