Capitolo 22

3.1K 145 29
                                    

Rimasi pietrificata. ln quel momento sarei voluta scappare a gambe levate.

Magari me l'ero immaginata. La paura a volte gioca brutti scherzi e io mi facevo suggestionare molto facilmente.

Presi il telefono e cominciai a leggere i messaggi:

''Che cazzo di fine hai fatto? Rispondi ti prego.''

''Mi manchi, rispondi per favore.''

''Torna. Senza di te mi sento vuoto. Perché sei andata via senza salutare? Richiamami.''

''Non puoi evitarmi Kate. E' per questo che hai mandato Shay da tua madre?''

''Stai bene? Da chi ti trovi?''

''Hai mangiato? Perché sai..gli essere umani hanno bisogno di nutrirsi e tu ultimamente mangi poco e niente.''

''Ti costa tanto rispondere alle chiamate?''

''Ti amo.''

Quant'è volubile quest'uomo.

Composi in anonimo il numero di Christian e lo chiamai.

Rispose dopo uno squillo.

C:''Pronto...?'' Chiese dall'altra parte. Aveva la voce assonnata, seria.

-''Chi parla?'' riprese.

C:''Kate...sei tu?''

ll modo in cui pronunciava il mio nome..Mi mancava così tanto..ll nostro rapporto era alla deriva e non sarei riuscita mai a lasciarlo, e magari un giorno vederlo in compagnia di un'altra donna.

Chiusi la chiamata. Feci un lungo respiro che mi fece stringere ancora di più il groppo che avevo alla gola.

Cancellai tutti i messaggi. Rileggerli faceva solo male.

**

Dalla finestra filtrava una cupa luce grigia e si sentiiva il rumore delle goccie schiantarsi contro il vetro.

Amavo la pioggia. Soprattutto in periodi in cui rispecchiava perfettamente il mio stato d'animo.

Mi stiracchiai silenziosamente, quasi per paura che l'uomo della stanza accanto mi sentisse.

Quell'urlo non me l'ero immagiata e di giorno era più facile ammetterlo.

Mi misi a sedere e presi il telefono.

1 sms.

''Lo so che eri tu prima al telefono. Ci stiamo facendo solo del male.''

Perché ero costretta a piangere anche di prima mattina? Questa situzione mi stava distruggendo. Non avevo un briciolo di forze ed ero emotivamente instabile.

Sbuffai e mi asciugai le lacrime.

Due ore dopo ero mi ero lavata e vestita. Contavo di andare via in giornata.

Posai le cose in valigia e presi la spazzola e il trucco.

Spazzolai i lunghi capelli e misi un filo di eyeliner, mascara abbondante e lucidalabbra lucido.

Misi di nuovo tutto apposto e preparai la borsa mettendoci dentro il caricabatterie e il telefono dopo aver alzato il volume.

Come tocco finale misi un paio di tacchi. Mi mancava portarli, mi facevano sentire donna, anche se il mio essere donna era stato violato in tutti i modi possibili e immaginabili.

Trascinai la valigia fuori dalla porta e siccome stava filando tutto liscio doveva capitare qualcosa.

La borsa cadde per terra e con essa il contenuto che si sparse lungo il corridoio.

Raccolsi quasi tutto, tranne un foglio che era andato a finire a metà sotto la porta accanto.

Con tutta la cautela possibile appoggiai le dita sul foglio con l'intento di tirarmelo ma dall'altra parte qualcuno fece prima di me tirando dentro il foglio.

''Maledizione.'' mugolai alzandomi da terra.

Su quel foglio c'erano i codici del garage e del cavo' di Christian.

Volevo bussare ma avevo una paura tremenda. Tanto chiunque fosse non sapeva dove vivevo e a cosa servivano quei codici.

Andai alla reception.ll proprietario era seduto alla scrivania con una foto in mano.

lo:''Salve.''

X:''Ciao.'' mi disse continuando a guardare la foto.

lo:''Quanto le devo?''

X:''Ah, vai già via? 80 dollari.''

Presi i soldi e li appoggiai sulla scrivania, dopodiché misi una firma e salutai il proprietario.

Prima di andare diedi un occhiata alla foto e ne rimasi pietrificata.

lo:''Chi è?'' chiesi cercando di trattenere l'ansia nella voce.

X:''E' il ragazzo della stanza accanto. Adesso ha la barba. E' quasi irriconoscibile.''

Non riuscivo a crederci. Solo in quell'istante realizzai.

Nathan era in quel motel.

X:''Ehy, cos'hai? Sembra tu abbia visto un fantasma.'' disse corrucciando la fronte

lo:''Quasi.'' dissi con occhi stralunati

Trascinai la valigia fuori e corsi verso il parcheggio facendo attenzione a non cadere.

Chiamai subito Christian.

C:''Kate, finalemente ti...'' lo interruppi.

lo:''Christian devi assolutamente cambiare i codici del cavo' e del garage.''

C:''Ma cosa dici? Perché?'' chiese stranito

lo:''Non ho tempo per le spiegazioni. Fallo. Fidati di me.'' Misi giù.

Le mani mi tremavano. Cercai frettolosamente le chiavi nella borsa ma non c'erano, le avevo lasciate in camera.

Lasciai la valigia vicino la macchina e tornai dentro.

lo:''Ho lasciato le chiavi dell'auto nella stanza, devo riprendermele.''

Presi le chiavi dalla scrivania, esattamente dove le avevo appoggate 10 minuti prima, senza dare la possibilità all'uomo di rispondere.

Entrai in staza, mi guardai intorno e le vidi su uno dei comodini.

Le presi e uscii correndo. Appoggiai di nuovo le chiavi sulla scrivania e feci per uscire ma mi fermo' l'uomo alla scrivania.

Mi fece segno di guardarmi alla spalle.

Forse avrei fatto meglio a non guardare.

Our present (sequel sex or love?)Where stories live. Discover now