Capitolo 13

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Sentivo la testa pesantissima, avevo la vista appannata, lentamente misi a fuoco e vidi Nathan seduto di fronte al letto con un bicchiere in mano. Ero sdraiata con le mani e i piedi legati. il mio primo pensiero andò a Shay.

Mi schiarì la voce e chiesi:

''Dove la bambina?''

N:''Non ti preoccupare per lei, starà bene."

lo:''Cosa vuoi dire con 'starà bene'? Dimmi subito dov'è?''

N:''Stai calma mamma orsa.''

lo:''Vaffanculo.''

N:'' Come hai detto?''

lo:''Vaffanculo.'' dissi scandendo sillaba dopo sillaba

Si fiondò su di me e mi mise le mani al collo, stringendo man mano più forte.

N:''Ripeti quello che hai detto, forza.''

lo:''Vaffanculo.''

Stavolta strinse senza pietà, stringeva fortissimo, sentivo che sarei morta, che non avrei mai più rivisto il volto di Christian e non avrei più riabbracciato Shay.

***

Sentivo un respiro affanoso sulla pelle, ero viva. Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi era il viso di Nathan di fronte al mio, gemeva. Stava abusando di me.

lo:''Ehy, ehy, cosa fai? Levati, aiuto, per favore, aiutatemi.'' gridai con tutta la voce che avevo.

N:''Shhh.''

lo:''Ti prego lasciami, non toccarmi, per favore, lasciami. Aiuto.'' dissi piangendo.

Cominciai a gridare mentre quelle lacrime amare mi rigavano le guancie.

Mi mise una mano sulla bocca e continuò ad abusare di me finché sfinita mi addormentai fra le lacrime e i singhiozzi. Quando mi risvegliai mi guardai intorno ed era lo stesso posto in cui provò a violentarmi la prima volta. Spero che Christian se ne ricordi e corra a salvarmi.

ln un attimo mi corsero davanti agli occhi le immagini di Nathan che abusava di me senza alcuna pietà.

lniziai a piangere, strappando quel che restava dei miei vestiti, mi faceva schifo quel verme, doveva morire.

Mi guardai intorno per essere sicura che non ci fosse. Ero da sola.

Mi alzai e mi ritrovai di fronte ad uno specchio. Ero pallida ed avevo dei graffi sulle guance.

Era una stanza senza finestre, non sapevo quindi se fosse stato notte o giorno. Mi avvicinai alla porta, ma ovviamente era chiusa, provai a forzarla ma senza successo. Mi accasciai per terra e cominciai a singhiozzare di nuovo e mi chiedevo 'perché a me?'

Sentii la chiave girare nella serratura e arretrai fino ad arrivare nell'angolo della stanza.

Appena la porta si aprii entrò Nathan con un vassoio in mano e sopra c'erano dei piatti e a fianco una pistola. Bene.

N:''Vieni qui e mangia, la mia donna non deve essere malaticcia.''

lo:''No.''

N:''Muoviti.'' 

lo:''Non ho fame, bastardo.''

N:''Ti ho detto muoviti.''

lo:''Vaffanculo.''

Si alzò di scattò, venne verso di me e mi puntò la pistola.

N:''Adesso mi hai rotto il cazzo, ti faccio fuori per sempre, puttana.''

lo:''Meglio morta che essere la tua donna.''

N:''L'hai voluto tu.''

Prese la mira e sparò.

Our present (sequel sex or love?)Where stories live. Discover now