Destroy myself Mudblood

La lettera di Silente

Il tempo passò veloce ed era arrivata la prima partita di Quidditch tra Grifondoro e Serpeverde.
Dopo tre ore e mezza vinse la squadra Rossa e Oro.
Non potevo credere che Lenticchia avesse parato la maggior parte dei lanci.
Stavo camminando da solo per i corridoi deserti quando il rumore di un battito d'ali colse la mia attenzione.
Seduta in fondo alle scale vicino alla torre dei Grifondoro c'era una ragazza; stava facendo volare degli uccellini.
Mi colpirono i suoi riccioli castani quasi dorati, mi ricordarono... no...
<< Granger? >>
Si girò guardandomi per un attimo poi senza rispondere, tornò a concentrarsi sul suo incantesimo.
<< Che ci fai qui? >>
<< Un incantesimo, mi sto allenando. >>
<< Sono venuti bene! >>
Mi cruciò con gli occhi e io mi avvicinai.
<< Perchè piangi? >>
<< Niente! >>
<< No Granger, non hai capito, solo io posso farti piangere e ferirti!>>
Ghignai guardandola stringersi più su se stessa.
<< Wow! Non ribatti neanche! >>
<< E tu non mi insulti. >>
Sorrisi.
<< Senti Malfoy, non è giornata! >>
<< Neanche per me, non che ti interessi... >>
<< Davvero Malfoy. Io... >>
Sentimmo delle risate prima di veder comparire Lenticchia con la Brown avvinghiata al suo braccio.
La Sanguesporco singhiozzò fissando il rosso.
<< Ops... il posto è già occupato! >>
La ragazza se ne andò ridendo.
<< Belli. >>
Si alzò e strinse i pugni.
<< Oppugno. >>
Gli uccellini si schiantarono uno ad uno vicino al viso del rosso che scappò.
Si sedette sulla scala appoggiando la testa alla colonna e piangendo.
Tutti avevano notato come la Mezzosangue guardasse Lenticchia e nell'intera scuola girava voce di una cotta ricambiata.
<< Ah... l'amore... >>
<< Sta zitto! >>
Scoppiai a ridere.
<< Beh... io ho di meglio da fare che stare qua! >>
Raggiunsi l'ultimo gradino della scala e la guardai.
<< Sai Granger... >>
Si girò.
<< Più ci pensi più fa male! >>
Passarono due settimane dalla partita.
Arrivato in Sala Grande mi ricordai che era giorno di posta per via delle dozzine di gufi che iniziarono a volare per la stanza.
Notai uno strano movimento al tavolo dei Grifondoro, riconobbi la Granger alzarsi e allontanarsi a passo deciso tenendo in mano la copia di un giornale.
Scrollai le spalle e tornai a mangiare le uova che avevo nel piatto.
Andai a tutte le lezioni per poi recarmi al bagno delle ragazze al secondo piano.
Andavo lì sapendo che a causa di Mirtilla Malcontenta nessuno osava metterci piedi così potevo trovare pace.
Entrai e udii un pianto.
<< Ciao Mirtilla, cosa c'è oggi che non va? >>
Me la ritrovai dietro la schiena.
<< Non sono io! >>
Strillò offesa per poi sospirare malinconicamente.
<< E' quella ragazza lì. >>
"Altro che pace."
<< Cos'è successo questa volta Granger? >>
<< Malfoy! Mi segui? >>
<< E perchè dovrei? >>
Scoppiai a ridere.
<< Lasciami sola. >>
<< Non vedo un cartello con scritto il tuo nome quindi deduco che il bagno sia pubblico e posso restare quanto mi pare. >>
<< È il bagno delle ragazze... >>
<< Io non ne vedo nessuna. >>
Sbuffò.
<< Ancora Weasley? >>
<< Che ti importa?? >>
Raccolsi il giornale situato a terra accanto a lei.
<< No! Malfoy! Ridammelo! >>
Le presi i polsi immobilizzandola e lessi la prima notizia.
'Cinque Babbani uccisi negli ultimi due giorni.'
La lasciai guardandola nascondere il viso tra le mani per coprire le lacrime.
<< E' giusto che tu abbia paura. Sono i tuoi genitori. >>
Le ridiedi il giornale.
<< Ma Granger... non pensare solo a quello. Non fa bene. >>
Si lasciò scivolare a terra.
<< E' un consiglio. >>
Mi avvicinai.
<< Alzati, è più sporco di te a terra. >>
Non rispose al mio insulto.
<< Cazzo Granger sei proprio messa male! >>
<< Delicato! >>
<< Hai notizie dei tuoi genitori? >>
Mi guardò.
<< Era una domanda! >>
<< No... >>
<< E sei preoccupata. >>
<< Non hanno risposto all'ultima lettera. >>
<< Sinceramente mi preoccuperei più per te stessa. >>
<< Che vuoi dire scusa? >>
<< Che i Mangiamorte stanno rapendo Mezzosangue e Nati Babbani come te!>>
<< Immagino che tu lo sappia bene! >>
La guardai torvo.
<< Con tuo padre e tua zia... >>
L'afferrai per un braccio avvicinandomi al suo viso.
<< Come osi sudicia Mezzosangue? >>
<< Ho fatto una semplice domanda! >>
<< Hai insinuato qualcosa nella domanda Sanguesporco! >>
Strinsi inconsciamente la presa tanto che si lamentò.
<< Lasciami! >>
Presi la spalla opposta spingendola contro il muro.
<< Mi stai facendo male! >>
<< Ricordati che sei Mezzosangue! >>
Le soffiai in faccia.
Sembrò più colpita delle altre volte dalle mie parole, ghignai compiaciuto auscì dal bagno senza più dire niente.