La battaglia

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La notte per Maeve era stata come il giorno, non aveva chiuso occhi era troppo emozionata, mille emozioni giravano dentro di lei come un turbine senza fine. Da una parte c'era la felicità, la felicità di rivedere i suoi amici ma sopratutto avrebbe rivisto Steve, si sarebbe finalmente riunita a loro. Ma dall' altra parte c'era tristezza, tristezza e consapevolezza che quel giorno avrebbe tradito la fiducia di quei ragazzi, ed era difficile ammetterlo ma era triste dover pensare di sconfiggere, di combattere contro di loro, dopo averli conosciuti dopo aver scoperto che sono brave persone. Anche Uaine era una brava persona semplicemente scontrosa, poi c'era Daerg... Daerg che la sera prima l'aveva trattata come una principessa ed un secondo dopo si era trasformato in una persona completamente diversa, sapeva che avrebbe dovuto odiarlo e non gli sarebbe dovuto importare nulla di lui e da una parte era davvero così, però sapeva che lui non era così e sotto sotto le dispiaceva comunque. Però era inutile dispiacersi quella era la cosa giusta da fare, la pace nel mondo era praticamente nelle sue mani e nelle mani degli avengers, non si sarebbe mai schierata del tutto dalla loro parte.
Ormai era mattina presto, si stava preparando indossando la tuta del team che le avevano regalato, sospirò dopo aver chiuso la zip fino sopra il suo seno, lasciò sciolti i capelli quel giorno non aveva voglia di legarli. Si guardò allo specchio e finalmente poté vedere una lei completamente ristabilita, il suo viso era più pieno e non più scavato, scavato da una magrezza esagerata, anche il suo fisico non era più asciutto e fragile come prima finalmente le sue curve erano tornate al posto giusto, si sentiva bene finalmente. Lentamente poi uscì dalla sua stanza dirigendosi di nuovo verso quella del loro capo, quel giorno si sarebbero ritrovati tutti li per l'ultima volta, per ripassare il semplice piano prima di andare nella battaglia.
Dopo qualche minuto di cammino ed ascensore riuscì ad arrivare nella sala, entro lentamente e come al solito erano già tutti li che la aspettavano, sentì subito lo sguardo di Daerg su di lei. Maeve senza timore lo sostenne notando però, che lo sguardo di lui non era arrabbiato o altro ma semplicemente sembrava dispiaciuto, ma a lei poco importava non voleva le sue scuse anzi non voleva proprio avere a che fare con lui in quel momento. E nemmeno io un altro momento.
Entrò a testa alta mettendosi poi tra Liath e Arainds che la salutarono con un gran sorriso, poi tutto fu interrotto dall'arrivo di Zolà sul grande schermo, tutti si inginocchiarono, a quanto pare quel giorno funzionava diversamente. Così a suo grande malincuore lo fece anche lei, dopo qualche secondo sentì la voce di Liath sussurrare qualcosa nel suo orecchio
-"Il saluto. Devi fare il saluto con noi basta dire Hail Hydra"
Maeve si sentì quasi mancare poi sospirò appena annuendo guardando lo schermo, dopo qualche secondo apparve li guardò tutti quanti attentamente
-"Hail Hydra"
Quello fu il coro che si levò tra di loro poi Zolà iniziò a parlare con quel suo odioso accento tedesco
-"Hail Hydra"
Disse anche lui
-"Sono felice di essere giunto finalmente a questo momento, il momento in cui l'Hydra avrà la sua vendetta, il momento in cui l' Hydra risorgerà dalle sue stesse ceneri come una fenice ed aprirà le sue grandi ed immense ali per spiccare il volo. Un volo che ci porterà a ciò che ci hanno sempre impedito di avere. La libertà. La libertà di essere gloriosi, di essere fieri di ciò che siamo e saremo. Perciò oggi sono qui per auguraraugurarvi Buona fortuna perché oggi è il nostro giorno.
Hail Hydra"
Le ultime due parole furono urlate e loro dovettero fare altrettanto urlando in coro
-"Hail Hydra"
Poi lentamente si alzarono vedendo lui scomparire, probabilmente già si stava infiltrando nello Shield, Maeve guardò tutti loro che sorridevano impazienti
-"Perfetto ora proporrei di uscire ed iniziare davvero con il caos. È giunto finalmente il nostro momento ragazzi. Date il meglio di voi"
Tutti annuìrono convinti alle parole di Daerg compresa lei che iniziò a seguire gli altri, però prima che potesse fare qualche altro passo si sentì prendere per un polso, si girò di scatto ed era lui
-"Volevo chiederti scusa per ieri... mi dispiace mg sono fatto prendere dalla situazione"
-"Tranquillo basta che non lo fai più. Oppure le conseguenze potrebbero essere peggiori di quelle di ieri sera"
Lui annuì poco convinto
-"Va bene ora andiamo"
Disse superandola dirigendosi verso l'uscita del palazzo, finalmente Maeve avrebbe rivisto di nuovo la luce del sole, ormai era un mese che era rinchiusa li dentro ed era davvero frustrante.
Finalmente dopo qualche minuto i raggi del sole sorto da poco le riscaldarono il viso, gli diede non poco fastidio e ci volle un po prima che si abituasse a quella luce, per fortuna dopo qualche secondo ci riuscì. Respiro a pieni polmoni cosa che fecero tutti, sicuramente anche per loro non era bello rimanere così tanto chiusi li dentro, poi li guardò non sapendo bene cosa fare
-"Bene ragazzi. Andiamo in città ed iniziamo"
I ragazzi sorpreso divertiti e si diressero velocemente verso il centro di essa, Maeve doveva trovare il modo di avvertire ancora Steve, che sicuramente era già sull' attenti però gli voleva dire che stavano per iniziare. L'unico problema è che era troppo vicina a Daerg ed aveva paura di farsi scoprire, perciò decise che non appena fossero arrivati in città si sarebbe distaccata un po da lui, così da non essere troppo sotto pressione e riuscire a fare ciò che doveva.
Dopo una mezz'ora buona di corsa erano ormai arrivati al centro della città, anche se di abitanti se ne vedevano ancora pochi in giro essendo ancora presto, Maeve aveva lo stomaco sotto sopra ma dopo qualche secondo vide un grosso albero sradicarsi sotto i suoi occhi, eticamente lo stava guidando Uaine, dopo qualche secondo si andò a frantumare contro la vetrata del palazzo ed i primi urli iniziarono a rimbombare in città ma sopratutto nella testa di Maeve. Era terribile non poter fare nulla ma doveva sbrigarsi perciò non appena vide gli altri iniziare a distruggere, si allontanò da loro facendo finta di fare qualcosa anche lei, non appena si sentì al sicuro si concentrò meglio che poteva.

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