Capitolo 23

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ZOE'S POV

Aprii gli occhi accecata di luce. Due forti braccia erano strette intorno a me e ,non appena ne presi coscienza, un peso sullo stomaco si fece sentire, deciso. Non sapevo come altro chiamarlo se non felicità.
Sfortunatamente, non durò molto a lungo. Un senso di nausea mi pervase e mi costrinse a correre al bagno. Rimasi in bagno per qualche minuto,ma sembrava essersi trattato di un falso allarme. Quel senso fastidioso però non si decideva ad andarsene. Leggermente contrariata, decisi di lavarmi i denti per cercare di liberarmi di quella sensazione.
Mentre lo facevo, cominciai a domandarmi cosa ci fosse nel mio corpo che non andava; da quando mi ero risvegliata mi sentivo debole e avevo avuto problemi fisici. Forse avrei dovuto parlarne al medico; era un effetto collaterale del coma?
Lentamente, eppure con decisione, un altro pensiero cominciò a fare capolino nella mia testa,ma  mi rifiutai di lasciarlo entrare. Come tutti i pensieri più fastidiosi, però, si fece sempre più forte.
Cercando di mantenere la calma, cercai di fare mente locale su che giorno fosse. Con l'adrenalina a mille non impiegai molto a ragionare e stavolta lo stomaco sembrò sprofondare sotto i piedi: avevo un ritardo di dieci giorni. Scrivevo sempre la mia attività mestruale sul calendario.
No, dovevo calmarmi, era assolutamente impossibile: una donna non può essere incinta in coma...
Eppure,mi resi conto che non avevo informazioni al riguardo, non essendomelo mai domandato prima. Ovviamente non sapevo nulla di Ethan e non avevo motivo di preoccuparmi di rimanere incinta quando credevo di essere ancora vergine. Con un leggero rossore, cominciai a fissarmi in quel pensiero.
Il ritardo,le nausee, la mia spossatezza...erano decisamente sintomi. Non riuscivo a non torturarmi le mani,ma mi ripromisi di rimanere calma e di evitare film mentali. Non volevo che Ethan sapesse nulla,non ancora, già doveva faticare a starmi dietro nelle condizioni in cui ero.
Solo, avrei dovuto cercare di indagare sulla nostra vita sessuale; l'idea era a dir poco imbarazzante,ma non avevo altra scelta.
Uscii dal bagno e tornai in camera, e vidi Ethan seduto sul letto leggermente spaesato.
-Hey,dov'eri finita?-mormorò,la voce profondissima.
Cercai di sorridere,accantonando le mie ultime scoperte.
-Ero in bagno.-risposi,salendo sul letto e sedendomi vicino a lui.-Buongiorno.-continuai.
Lui mi sorrise con gli occhi più brillanti che mai,poi si avvicinò per lasciarmi un leggerissimo bacio sulle labbra.
-Buongiorno.-mormorò di rimando.
-Vuoi un caffè?-domandai.
Alzò un sopracciglio.-Magari,grazie.-rispose gentile.
Scesi giù dal letto precipitandomi in cucina, ma rimanere sola non fu una buona idea perché la mia testa lavorava impazzita. Cercai di fare velocemente i due caffè per tornare da Ethan,che aveva il potere di calmarmi immediatamente. Infatti,non appena lo vidi di nuovo una volta salita in camera, il  cuore cominciò a rallentare i battiti.
Cominciammo a sorseggiare i nostri caffè,senza dire niente: la mattina sarebbe stata perfetta, se non...
-Vorrei chiederti qualcosa della nostra vita sessuale.-dissi d'un tratto, senza pensarci troppo.
Ethan quasi si strozzò con il caffè, tossì nella tazza e mi guardò stupito dalla domanda. Si asciugò incredulo la bocca.
-Come?-domandò,la voce leggermente tremante.
Sapevo di essere rosso fuoco, ma non me ne curai.-Sì, ecco, diciamo che...ehm...-esitai come una cretina, avrei dovuto prepararmi qualcosa.-Non avendone memoria,per me è come se non fosse mai successo.-conclusi,goffa, evitando di guardarlo.
Lo sentii sospirare,percepii che l'atmosfera si era fatta più tesa.
-Cosa vuoi sapere?-domandò,la voce pacata.
Finalmente,lo guardai. I suoi occhi erano di fuoco,ma cercai di non essere troppo scossa dalla sua intensità.
-Ecco,voglio dire, era,immagino, una parte importante della nostra vita...-cominciai,non sapendo come entrare nel discorso.
-Molto,sì.- mi interruppe.-Molto importante.-ribadì,la sua voce così decisa che mi fece scorrere un brivido lungo la schiena.
Eravamo entrambi seri, lui si fece di riflesso più vicino sul letto. Era così strano per me parlare di ciò che non sapevo.
-Era il momento in cui finalmente ci completavamo.-
Alle sue parole alzai gli occhi su di lui,con i battiti del cuore impazziti.
-L'esperienza più totalizzante che riuscivamo a vivere. Il momento in cui finalmente ti sentivo mia fino in fondo.-concluse.
-Noi..ecco...eravamo attenti,vero?-chiesi finalmente,stanca di girarci intorno.
Sgranò leggermente gli occhi,ma si riprese quasi subito.
-Generalmente sì.-mi assicurò.
-Quindi c'erano eccezioni?-chiesi,preoccupata.
Forse era un po' scioccato dalle mie domande,ma rispose comunque.-Solo negli ultimi tempi,alcune volte non siamo stati...impeccabili.Ma non è mai successo nulla.-
"Ancora",pensai tra me e me.
-Perché?-chiesi dunque.-Perché abbassavamo la guardia?-
Lo sguardo di Ethan si fece penetrante. -Perché esistevamo solo noi,in quei momenti. Senza il mondo esterno.- mormorò,la voce roca.
-Immagina il massimo grado di passione a cui riesci a pensare; ecco, noi lo raggiungevamo ogni volta.-spiegò.
Sapevo di essere scarlatta,ma le parole furono fuori dalla mia bocca prima che potessi trattenerle.
-Quindi a te manca.-dissi, non suonava nemmeno come una domanda.
Ethan rimase in silenzio,serio. Infine,sospirò e fece un sorrisetto.- Dio Santo, Zoe,che domande fai? Se mi manca...?-si interruppe.
-Cristo,-disse, fissandomi,-sì,mi manca. Da morire.-
Avrei voluto dire qualcosa,ma la bocca era asciutta.
-Scusami.-aggiunse Ethan dopo qualche secondo.-Scusa, sono stato troppo diretto,non voglio assolutamente fartelo pesare...-
Lo interruppi con un gesto della mano.-Non me la sono presa,sei solo stato sincero.-lo rassicurai.
Avevo avuto risposta alla mia domanda: era assolutamente possibile che fossi incinta.
L'idea mi fece accelerare i battiti del cuore e mi mandò in tilt il cervello. Il mio cuore,però,era deciso: non era mai stato tanto pieno. Guardai Ethan con uno sguardo carico di amore.
Per me era tutto assurdo, del tutto fuori dal mondo,eppure...un figlio, nostro figlio.
Non dovevo correre troppo,avrei prima dovuto accertarmene. Al più presto,mi sarei procurata un test.
-Anche a te piaceva.-continuò Ethan, facendomi distogliere lo sguardo imbarazzata.
-So che ti sembra lontano da te,ora, non ricordandolo,ma ti assicuro che è così.-
Ovviamente ci credevo,il ricordo della sera precedente era fin troppo vivido nella mia testa. Mi sfuggì un sorrisetto e annuii.
-Mi dispiace.-dissi,-doverti chiedere di aspettare.-chiarii.
Ethan mi osservò,infine sorrise.-Ho aspettato una vita che arrivassi.-disse semplicemente.
-Posso aspettarne un'altra.-
Senza una parola,lo strinsi a me. L'idea di un figlio mi spaventava a morte. Eppure...
Noi tre.
Può un'idea causare tanta preoccupazione quanto amore? Sì,vanno di pari passo.
Più si tiene a qualcosa,più può farci male.
Ma ne vale sempre la pena.


Nuovo capitolo(so che è corto ma è stata un'ispirazione inaspettataXD)!!
Votate e parlatemi pleaseee :)
Care ragazze, ci tengo a dirvi che le cose vanno sempre e comunque avanti, basta lasciarsi ispirare dalla bellezza intorno a noi.
Un bacioooo :*



Enchained (Sequel di Abduction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora