Capitolo 36

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ETHAN
-Quindi...-conclusi esterrefatto, -quel bastardo di Luke sta minacciando Zoe facendosi aiutare da Vera?- conclusi, troppo scosso per pensare al vero significato di quelle parole.
-Questo è ciò che credo.- affermò sicuro il signor Cohen. -Sono certo che Zoe sta vivendo un momento terribile e non per sua scelta.-
Lo guardai con apprensione.-L'ha vista molto scossa?- la voce tremava. Me la schiarii.
Lo sguardo del signor Cohen era duro e deciso.-È persino svenuta. Le sue parole mi hanno colpito, una ragazza così giovane...è distrutta, Signor Reynolds.-
Chiusi gli occhi, il cuore a mille. Aveva nella pancia il bambino di un altro... avevo pensato che mi avesse mentito,ma Zoe non poteva farlo. Non lo aveva mai fatto con me. Avevo dunque pensato, avevo osato sperare che non fosse di Luke quel bambino...ma non poteva essere mio. Dopo essere stati insieme Zoe aveva avuto quel terribile incidente; anche se fosse stata incinta il bambino sarebbe morto. Non c'era via di fuga, purtroppo: quella creatura non era mia. Ma Zoe sì. Zoe lo era eccome.
E se quel bastardo l'avesse forzata? L'avrei ucciso con le mie stesse mani. Guardai il signor Cohen.
-Mi dispiace per prima.-dissi. Senza Zoe non sapevo più chi ero. Era stata lei, entrando quasi di soppiatto nella mia vita, a sconvolgermela. L'aveva resa colorata. Come un quadro che non riesci a capire o che non ti piace, poi noti un particolare che ti fa battere il cuore e te lo fa adorare. Ecco,quello era Zoe per me.
-La contatti, Signor Reynolds.- sussurrò il Signor Cohen. Annuii con certezza. Eccome se l'avrei fatto.

ZOE

Proprio in quella giornata infernale i miei avevano deciso di lasciarmi sola. Loro non sapevano niente di niente, non li biasimavo.  Non volevo caricare anche loro di pesi inutili, rovinare anche la loro vita. Sapevo che avevano capito qualcosa: erano costantemente preoccupati per me, per il mio pallore, il mio stato di salute cagionevole.
Quando sentii il campanello, sobbalzai. Per un momento, col cuore in gola, contemplai l'idea di non aprire. Ero sicura che fosse Luke. Ne ero certa.
Il suono si fece più insistente, in risposta sentii il sangue lasciarmi il viso e le gambe tremare. Non poteva essere arrivato a prendermi...non poteva.
Afferrai il telefono per chiamare la polizia poi mi venne in mente il colloquio che avevo avuto con loro quando avevo spiegato la mia situazione. Non mi avrebbero aiutato, non si sarebbero messi contro i McFly, anzi, non avrebbero fatto altro che appoggiarli per ricavare chissà che in cambio.
In un impeto di odio, corsi in cucina e afferrai un coltello. Il campanello continuava a suonare.
Mi avvicinai pian piano alla porta. Dovevo proteggere non solo me; dovevo proteggere Joshua o Clelia, il mio bambino. Pensare al suo futuro nome lo rendeva sempre più reale ed era l'unica cosa bella che avevo fatto negli ultimi giorni. Con le lacrime agli occhi e il coltello nascosto dietro la porta, la spalancai decisa.
Per poco non svenni di nuovo nel vedere Ethan di fronte a me, in tutta la sua bellezza. Il coltello cadde dalle mani e prima che potessi fare un passo, un pianto isterico e liberatorio mi pervase totalmente. Mi inginocchiai a terra non riuscendo più a vederlo tante erano le lacrime.-Ethan!- blaterai sollevata tra i singhiozzi.
In un secondo Ethan fu in ginocchio di fronte a me.-Zoe, mio Dio, Zoe!- mi abbracciò con forza, stringendomi con immenso calore, quel calore che solo lui sapeva darmi nell'intero universo.
-Sono qui, Zoe, sono qui. Calmati.-
Non mi sembrava reale. Stavo sognando, sicuramente era un sogno. Non poteva essere lui in carne ed ossa. Ma il suo profumo era inimitabile; nemmeno un'allucinazione gli avrebbe potuto rendere giustizia.
Ethan mi alzò con lui, sorreggendomi. Quando chiuse la porta e vide il coltello a terra, trasalì.
Mi prese il viso tra le mani, le lacrime ricoprivano il suo bellissimo viso provato.-Amore mio, cosa ti hanno fatto?- mormorò dolcemente.
Ancora piangevo, ma questa volta era di sollievo. Ethan era lì con me, tra le mie braccia. Mi guardava con quell'amore con cui lui soltanto mi guardava, facendomi sentire degna del mondo. Il suo amore mi faceva innalzare, da sempre lo aveva fatto. Persino in quel momento terribile, quando tutto era incasinato e caotico, il suo amore sapeva prendermi e tirarmi su. Perché il nostro amore era unico, speciale, autentico, sapeva gestire ogni tempesta, ricostruire da ogni distruzione, far crescere da ogni ramo reciso. Joshua o Clelia ne era la prova; tutto periva ma dentro di me, la nostra vita cresceva sicura, forte.
Avrei dato la mia, di vita, per quella di cui ero custode.

Ciao a tutti!!!
Avrete capito che sono tornata, finalmente mi sto riavvicinando alla scrittura ed è una sensazione bellissima! Non intendo fermarmi anche se a dire il vero la trama va verso la sua conclusione😄
Grazie a tutti e alla prossima 😘

Enchained (Sequel di Abduction)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant