Capitolo 30

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UN MESE DOPO
ZOE

Finalmente mi ero decisa a tornare dai miei. Non avevo nessun altro; ero sola, a causa di Luke, la ragione di tutti i miei mali. Lo odiavo profondamente ma non volevo lasciarmi sopraffare da quel sentimento tanto negativo, perché era inutile. Piuttosto, volevo fare qualcosa per contrastare quel mostro anche se sapevo che non c'era troppo che potessi fare.
Portai le mani alla pancia mentre, seduta un giardino, cercavo di rilassarmi vedendo la vita scorrermi intorno. Ricordavo con estrema chiarezza il momento in cui lo avevo detto ai miei. Entrambi erano rimasti inizialmente scioccati, poi mi avevano però assicurato il loro totale appoggio.
-Noi siamo qui, Zoe.- continuava a ripetere mia madre ogni volta che mi vedeva piangere. Non potevo spiegare loro cosa era successo con Ethan, ma mio padre ce l'aveva a morte con lui.
-Lo sapevo, proprio come ho sempre detto, è una persona orribile. Nemmeno con un figlio...-
-Smettila papà.- dicevo tra le lacrime. Ethan non sapeva nemmeno di suo figlio.
Sapevo però che i miei ci sarebbero stati, sempre.
Eppure... Non era di loro che avevo bisogno. Al pensiero di lui, di come mi mancava, di quanto mi sarei voluta perdere nel suo odore, mi si strinse il cuore.
Avevo ricordato quasi tutto, di noi. Non avevo ancora dei pezzi della mia vita, ma mi sentivo più completa.
Quelle memorie erano sia una benedizione che una maledizione; mi sembrava che fosse di nuovo lì,vicino a me,ma non appena aprivo gli occhi realizzavo che non c'era e non sarebbe stato mai con me...anzi, con noi.
Mi riscossi dai miei pensieri quando mi arrivò un messaggio.
"Come stai oggi? Non aspetterò per sempre, Zoe."
Un moto di rabbia e paura mi pervase quando lessi il messaggio di Luke. Tutti i giorni provava a contattarmi, ma io lo evitavo. Sapevo che il suo era un ricatto.
Sarei voluta andare di nuovo dalla polizia, ma per cosa? Per sentirmi dire che quei bastardi erano troppo potenti? Portai una mano tra i capelli, rassegnata.
Dovevo resistere: lo dovevo all'esserino nella mia pancia, che amavo già più di chiunque altro.

ETHAN
-Per stasera cosa mi dici?-cinguettò Vera, facendosi più vicina.
-Stasera non mi va.-tagliai corto.
Lei ridacchiò.-Non sei stato dello stesso parere negli ultimi... 20 giorni.- mi sussurrò all'orecchio.
Me la portavo di nuovo al letto. Non il mio, certo.
Ma ero di nuovo lo stronzo di sempre. O perlomeno facevo del mio meglio per esserlo.
La odiavo. Odiavo lei, odiavo che fosse solo sesso e tanta rabbia e nient'altro; odiavo unirmi a qualcuno che non fosse lei.
Odiavo tutto perché sapevo quale fosse il vero amore. Eppure... Mentre ero con Vera a cercare di soddisfarmi riuscivo per qualche minuto a smettere di pensare.
Altre volte era ancora peggio del solito, perché al suo posto mi immaginavo Zoe e il respiro si mozzava in gola.
Quello era uno di quei giorni in cui esisteva solo il pensiero di lei, un'ossessione che non sempre riuscivo a tenere a bada.
-Ho detto no, smettila di rompere.- la liquidai, non volendola vedere.
-Calmati, ho capito. Chiama quando vuoi.- mi salutò, ma non risposi. Lasciai che chiudesse la porta dietro di sè.
Chiusi finalmente gli occhi abbandonandomi alla poltrona. Odiavo quello che ero, come stavo trattando le donne, di nuovo. Ma mi aiutava, perché sentivo di meritare che Zoe mi aveva lasciato senza alcun motivo.
Forse l'avevo ferita troppo. Per la millesima volta, osservai il suo numero sul telefono, ad un passo dal chiamarla.
Ma per cosa? Per costringerla a vedermi e parlarmi quando mi odiava?
Avrei voluto chiudere gli occhi, ma non potevo, perché lei era lì.
"Smettila, spegni tutto." Dissi tra me e me.
Qualcuno bussò alla porta facendomi sussultare.
-Chi è?- tuonai, infastidito, non volevo vedere nessuno.
Per poco non scattai sulla sedia quando apparve Luke con un sorriso di scherno.
Afferrai i braccioli della poltrona così tanto che mi facevano male le mani.
-Che cazzo vuoi?-dissi, non facendolo parlare. Mi controllavo a stento, avrei voluto solo colpirlo.
-Calma...sono qui per lavoro.- disse, lasciando dei fogli sulla scrivania.
-Non dire cazzate, hai centinaia di dipendenti che potrebbero portarmi i documenti. Che vuoi davvero?- non me la raccontava giusta, avevo imparato a conoscerlo.
-So che non vedi Zoe da un mese.-
Mi immobilizzai sulla sedia, scioccato. Come lo sapeva? Il cuore impazziva di rabbia nel petto.
-Da 29 giorni.- lo corressi, di riflesso, non riuscendo a nascondere la mia disperazione. -Come lo sai, che vuoi da lei?- dissi, alzandomi in piedi.
Non doveva provarci, a nominarla, vederla, toccarla. Rabbrividii.
Sapevo che stavo facendo il suo gioco ma non importava, volevo solo sapere perché sapeva di noi.
Luke rise, facendomi scattare qualcosa dentro: non so cosa mi trattenne.
- Cosa ti interessa, a te? Non state più insieme. Ma ti saluta con affetto.-
Strinsi la penna così forte che la sentii rompersi, la lasciai cadere con un tonfo, facendola spaccare.
Cosa stava dicendo? Non capivo le sue parole. Non potevo processarle, non volevo.
Luke si avvicinò alla porta, forse capendo che stavo per colpirlo.
- Non prendermi per il culo.- dissi con voce tremante di rabbia.
Sorrise di nuovo, il bastardo.-Non lo sto facendo, caro Ethan. Zoe ha scelto me.- disse, prima che potessi reagire era fuori dalla porta. Volevo seguirlo, pestarlo fino ad ucciderlo. Non ci credevo.
Le mie mani tremavano violentemente, mi guardai intorno. Cacciai un urlo di dolore scaraventando a terra il telefono dell'ufficio.
Lo guardai spaccarsi in mille pezzi, respirando a fatica.
La necessità di vedere Zoe fu impellente, incontrastabile. Mi ritrovai col telefono in mano, dovevo sapere.
Composi il numero che sapevo a memoria e aspettai che il telefono squillasse.
Uno, due, tre squilli.
-P-pronto?- la voce di Zoe era un sussurro, era bassa e tremante. Mi ricordò quando mi mormorava "ti amo" nell'orecchio e sentii la necessità di sedermi.
-Zoe.- sussurrai a mia volta, sentendo due lacrime solcarmi il viso.
Sentivo il suo respiro mozzato: piangeva anche lei.
-Devo vederti. Adesso.-
Non disse nulla per un po'.
-Sei in ufficio?- chiese infine.
Il mio cuore martellava impazzito.-Sì.-
Dissi immediatamente.
-Ci vediamo tra poco.-
Le lacrime non smettevano di scorrere.
-Okay.-mormorai.
-Ciao.- sussurrò, concludendo la chiamata.

Ecco il capitolo so che non aggiornavo da una vita! Spero di poter aggiornare più spesso! Fatemi sapere vostre opinioni, un bacio!!

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- Forever with you // ZM  francescadragano0

Enchained (Sequel di Abduction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora