Un bacio rubato.

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Ignazio's pov
È notte fonda ed io non riesco a dormire, da quando Ashley è venuta nella mia stanza quella mattina, dicendomi che sarei diventato padre, ho sentito il mondo crollarmi addosso, tutte quelle certezze che avevo sempre avuto, tutti quei sogni che ero riuscito a costruirmi erano ormai andati perduto. Ed io mi odiavo per questo, dentro di me avevo come la consapevolezza che se avessi detto la verità a Maria prima, le cose sarebbero andare in un altro modo e invece...da egoista qual'ero, avevo deciso di non dirle niente ed ero rimasto doppiamente fregato. Non solo avevo perso l'amore della mia vita e adesso se ne stata a Montepagano con Gianluca, ma adesso stavo anche per diventare padre. Padre all'età di 20, quasi 21, anni. Non riuscivo a credermi...che cosa avrei detto a quella piccola creaturina? Che cosa sarei stato capace di insegnargli? Io che senza Maria non ero niente...un guscio vuoto. E come se non bastasse ero stato costretto a portare Ashley a Marsala con me...presentarla alla mia famiglia e raccontare l'accaduto alla mia famiglia. Ricordo ancora il dolore e la delusione negli occhi di mia madre, lei davvero credeva in me e in Maria. Ricordo le parole che mi disse mio padre: " noi non ti abbiamo educato cosi." quella frase...quelle parole...mi fecero sprofondare in un baratro, in quel momento mi sentii piccolo piccolo. E come se non bastasse Ashley non faceva altro che infierire con quella sua vocetta stridula che tanto mi dava sui nervi, eravamo arrivati a Marsala da circa mezza giornata e già non la sopportavo più. L'unica che cercava di darmi un po di conforto era Nina che ogni tanto veniva nella stanza della musica per vedere come stavo, o come diceva lei "non sentivo nessun rumore...pensavo avessi fatto un guaio."
Il fatto era che più guaio di quello che avevo combinato non ne potevo fare.
Ed adesso mi ritrovano qui, steso sul divano, tutti i miei amati strumenti che mi circondano e che sono i miei unici compagni in questo momento...tutti tranne il pianoforte. Il pianoforte è come se fosse un tramite con la realtà, una presenza costante che mi ricorda quello che ho fatto, che mi ricorda lei.
"Caiune." sussurrai guardandolo e senza pensarci due volte aprii la sua chat di whatsapp ed iniziai a comporre un messaggio.
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Maria's pov
Odio, lo odio. Non può fare tutto questo per poi scrivermi un messaggio del genere. Non può. Cosa pensa che io sia una specie di giocattolo o che sia la scema di turno con la quale ci si può giocare e la si può poi posare? Bhe si sbagliava di grosso...e se pensava che con questo messaggio si sarebbe fatto perdonare almeno un po bhe...aveva fatto il contrario. Eppure mi sentii male immediatamente, sentivo le lacrime salirmi e senza neanche accorgemene stavo piangendo.
Gian...avevo bisogno di lui. Cosi infilando il cellulare nella tasca del pigiama mi fiondai fuori da quella che era la mia stanza per andare da lui. Mi bloccati davanti alla sua porta con la mano bloccata a mezz'aria, che cosa avrei potuto fare? Bussare? Entrare di colpo? E se stava dormendo...ma in fondo era stato lui a dirmi che per qualsiasi cosa ci sarebbe stato, no? Eppure mi sembrava di disturbarlo...forse avrei dovuto fare retromarcia e tornare in camera...forse....
Mille pensieri mi stavano balenando nella mente in quel momento, confondendosi ancora di più e affollando la mia mente come a voler reprimere gli altri mille pensieri che il messaggio di Ignazio avevano suscitato in me. Presi un profondo respiro, me tre decidevo sul da farsi quando...
"Ehy Mary...che ci fai li in piedi fuori la stanza di Gian?" mi chiese Ernesto stranito mentre usciva dalla porta del bagno.
Sobbalzai al suono della sua voce, facendo quasi un salto. Lentamente mi girai portando la mano sul petto.
"Miii Ernè...mi facisti spaventare." sussurrai, senza rendermene conto, in siciliano al piccolo Ginoble.
"Scusami non volevo...ehi...ma tu stai piangendo?" domandò lui preoccupato mentre si avvicinava a me per poi stringermi fra le sue braccia. Nonostante la sua tenera età, era molto più altro di me. Non che ci volesse molto considerato il mio scarso metro e sessanta.
"Che cosa è successo? Ti va di parlarmene?" mi sussurrò lui all'orecchio mentre con una mano mi accarezzava i capelli, cercando di farmi calmare, poiché con quell'abbraccio scoppiai di nuovo in lacrime.
"Ern..." sussurrai proprio nello stesso momento in cui venimmo colti di sorpresa dai bisbigli di Gianluca che cercava il fratello.
"Ernè...i tost sono pronti...ma che te ne sei sceso nel water?" sussurrò Gianluca mentre saliva le scale per arrivare nel corridoio dove eravamo noi. Appena salì l'ultimo scalino, e si ritrovò proprio noi due davanti, si bloccò.
"Che succede?" chiese con un tono alquanto preoccupato.
"L'ho trovata fuori la tua porta che piangeva.." spiegò Ernesto. Che per tutto il tempo con aveva fatto altro che stringermi e accarezzarmi mentre io riversavo le mie lacrime sulla sua felpa.
"Piccola...tesoro...che succede?" mi chiese Gianluca facendosi avanti e tirandomi via dalle braccia di Ernesto per poi farmi sprofondare fra le sue di braccia. Che erano più possenti rispetto a quelle di Ernesto ma...il nulla rispetto a quelle di Ignazio...già lui. Lui che mi aveva ridotta in questo stato, lui che mi aveva fatta diventare una specie di fontana ambulante, lui, lui e sempre lui. Tirai fuori il cellulare dalla tasca e lo porsi a Gian che, stranito, lo prese e lo sbloccò. Si trovò davanti il messaggio ed iniziò a leggerlo. Intanto Ernesto, curioso, si era avvicinato al fratello per poterlo leggere.
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Gianluca's pov
Un moto di rabbia incondizionata mi aveva invaso l'intero corpo quando avevo visto Maria venire consolata dal mio fratellino. Rabbia, senza senso, poiché in fondo non stava succedendo nulla di male, ma il solo pensiero che lei fosse fra le sua braccia invece che fra le mie mi aveva dato troppo fastidio. Dovevo essere io quella che la consolava, io quello che l'aiutava a riprendersi, io quello che la doveva abbracciare ogni volta che ne avesse bisogno, io quello che doveva mettere insieme i pezzi del suo cuore io...io e solo io. E vederla ridotta in quello stato per mezzo di quello che da quasi sei anni consideravo un fratello, non fece altro che farmi innervosire di più.
Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, ma io sentivo di provare sentimenti forti per lei. Volevo proteggeva, volevo stringerla fra le mie braccia, volevo farla ridere, emozionata, volevo farla arrossire, volevo tastare il sapore delle sue labbra sulle mie...già... Era da un po di tempo che fantasticavo sul fatto di poterla baciare, ma non lo avrei fatto...non sarei stato cosi egoista, non adesso che stava cosi male per colpa di Ignazio. Che tale idiota, davvero non si rendeva conto di ciò che si era lasciato sfuggire. E leggere quel messaggio non aveva fatti altro che far salire di più la mia rabbia, se sono avessi potuto lo avrei disintegrato.
"Tesoro...d'ora in avanti il tuo telefono lo sequestro e te lo ridò solo per parlare con i tuoi e magari con Emy." risposi io sicuro per poi infilarmi il suo cellulare in tasca. La vidi sorridere fra le lacrime.
"E con Piero posso parlarci?" chiese lei con una voce rotta.
"Mmhhh...vedremo, ci penserò e ti farò sapere." risposi per poi poggiarle un braccio intorno alle spalle.
"Che dici Ernè, la facciamo partecipare alla nostra serata?" chiesi a mio fratello sorridendo. Io ed Ernesto avevamo un rito. Ogni volta che Tornaco a casa da un lungo viaggio, passavamo l'intera nottata svegli a parlare di cosa c'era successo durante la mia assenza, ma sopratutto a giocare a FIFA e a mangiare tost con la nutella. Nostra madre inizialmente, verso le 5 di mattina scendeva esasperata, dalle nostre urla, e cu sgridava per farci tornare a letto, ma noi puntualmente non l'ascoltavamo e così... Da un po di tempo a questa parte, aveva perso le speranze. Però stranamente quando di mattina ci svegliavamo sul divano, trovavamo sempre delle coperte su di noi, anche se prima di crollare non ce le mettevamo mai.
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Maria's pov
Andare da Gianluca era stata la scelta migliore, i due fratelli avevano un tocco magico, quel che si dice 'Effetto Ginoble'. Dopo avermi fatta sfogare del tutto mentre mangiavano i tost avevamo presi a giocare alla play e a raccontarci aneddoti divertenti. Più che altro loro giocavano, poiché io ero negata, e io ascoltavo le loro storie più varie mentre ridevo.
"Maria i tost...sono finiti i tooost...ne voglio altriii, corri a farli." fece Gianluca con una voce disperata.
Lo guardai strano.
"Gian..ne hai mangiati 4 e ne vuoi ancora?"
"Si." rispose lui cin fare ovvio. "Anche Ernesto li vuole...vero Ern..." la sua voce si bloccò, poiché appena si girò verso il fratello lo trovò addormentato sul divano con ancora il joystick in mano.
"Quando era piccolo resisteva di più... Ora crolla alle 5 di mattina...ah che gioventù.' affermò Gianluca ridendo. Scossi la testa ridacchiando piano e afferrando un plaid coprii il piccolo Ern che dormiva beatamente. Gli lascia una carezza fra i capello, da sveglio sembrava cosi grande e maturo che faticato a credere che avesse solo quindici anni e invece adesso, che era nel mondo dei sogni, sembrava così piccolo. Mi chinasi e gli lasciai un bacio sulla guancia.
"Ehi...anche io voglio un bacio." protestò Gianluca, alla vista di tutte le attenzioni che stavo rivolgendo a suo fratello.
"Ma tu non stai dormendo." risposi io ovvia.
"Adesso si." affermò lui, per poi stendersi sull'altro lato del divano e far finta di dormire. Scossi la testa ridendo piano, per non far svegliare Ernesto e lentamente mi avvicinai a Gianluca.
"Sto aspettando.."
"Le persone che dormono non parlano."
"Ma io si...sono speciale."
"Oddio...parli anche nel sonno...si salvi chi può." affermai ridendo facendo un finto tono tragico. Lo vidi aprire un occhio per sbirciare per poi chiuderlo velocemente.
"Guarda che ti ho visto.." risposi io, lui in cambio mi face un sorrisino irresistibile e cosi senza pensarci due volte mi chinai su di lui e gli lasciai un morbido bacio sulla guancia. Il suo profumo mi invece era cosi forte ma allo stesso tempo delicato che riusciva a invaderti i sensi e a confonderli.
Finalmente aprii gli occhi, occhi marroni misti al verde, occhi cosi particolari e allo stesso tempo cosi belli. Occhi che erano riusciti a far innamorare mezzo mondo, occhi cosi profondo, sinceri, lucidi. Occhi che erano quasi l'opposto dei suoi...non riuscivo neanche a pronunciare il suo nome senza ricevere una fitta al cuore.
"Hai sonno?" mi chiese Gianluca, probabilmente notando il mio cambio di espressione.
Mi limitai a scuotere la testa.
"Ti va di fare una torta?" chiese lui con aria sognante.
"Una torta? Alle cinque di mattina?"
"Una torta alle 5 di mattina." ripeté lui, dando conferma alla mia domanda, per poi alzarsi dal divano e trascinarmi quasi di peso in cucina.
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"Ma no..non so fa cosi, devi girare dal basso verso l'alto se no i grumi della farina non si scioglieranno mai." sgridai Gian per la milionesima volta, era proprio negato a far dolci. Avevamo chiuso la porta della cucina cosi potevamo parlare liberamente senza avere il rischio di svegliare gli altri membri dea famiglia che allora dormivano beatamente.
"E secondo te che so facendo?" rispose lui sbuffando.
"Tutto tranne quello." risposi io ovvia.
"Ma stai zitta un po."
In tutta risposta presi un po di panna con la mano e gliela spalmai in faccia. Gian lasciò cadere rumorosamente il cucchiaio nella ciotola dell'impasto e lentamente di girò, tipo come in saw l'Enigmista, con uno sguardo truce.
"Non lo hai fatto veramente." fece un tono minaccioso lui.
"Oh...si che lo fatto." risposi io con un sorrisetto.
"Bene...hai voluto la guerra. E cosi dicendo mi ruppe un uovo fra i capelli. Spalancai la bocca..in un grido quasi silenzioso, probilmente avrei fatto svegliare tutta montepagano se avessi urlato come volevo fare in quel momento.
"Ginoble, sei un uomo morto." sussurrai. E da li iniziò una vera e propria battaglia con il cibo. Proprio come due bambini ci tiravamo le cose ridendo. Fu quando prese un altro uovo che iniziai a correre. A terra era scivoloso per via dell'impasto caduto e cosi scivolai sul pavimento portanti giù con me anche Gianluca che aveva tentato, senza risultati, di evitarmi la caduta. Mi ritrovai distesa sul pavimento con Gianluca disteso su di me. Scoppiai a ridere per quella situazione. Probabilmente la mia prima vera risata dopo l'accaduto con Ignazio, mi sentivo cosi libera in quel momento, la nostra piccola battaglia era riuscita a farmi dimenticare per un po tutto. In quel momento c'eravamo solo io e Gianluca e il nostro divertimento un po infantile.
Gianluca si sedette a cavalcioni su di me.
"Ma che fai...ridi di me?"
"Sembri babbo natale." dissi io ormai fra le lacrime per le risate. Aveva la barba piena di panna.
"Ora mi vendico signorina...e poi vedremo chi ride." e cosi dicendo allungò il braccio verso il bancone e prese il barattolo di nutella.
Iniziai a dimenarmi per sfuggire dalla sua presa, ma lui, essendo più forte di me, mi tenne ferma e mi spalmò la nutella sul viso e sul collo.
"Ecco ora siamo pari." risposi io ancora fra le risate. Risate che cessarono alla vista dello sguardo di Gian, improvvisamente era diventato serio. Si chinò su di me arrivando a un centimetro dal mio viso.
"Sai che ho sempre amato la nutella? E vederla su di te...ho così voglia di assaggiarla.." disse quasi in un sussurro. E un sussurro di gian, con la sua voce roca, era capace di mandarti in tilt. Non so cosa mi stesse succedendo in quel momento,ma le parole di Gian mi fecero uno strano effetto...lentamente si chinò su di me ed iniziò a baciarmi la guancia per poi scendere verso il collo. Languidi baci, con i quali mangiava anche la nutella che era su di me. Il suo viso, sporco di panna, non fece altro che peggiorare la situazione. Era tutto cosi sbagliato eppure in quel momento sembrava cosi giusto. Le sue la mani si posarono sui miei fianchi, le sue labbra risalirono il collo, arrivando al mento, alla mascella, per poi arrivare quasi a sfiorare le labbra. Mi lasciò un bacio all'angolo della bocca.
"Gianluca.." sussurrati sentendo la gola secca...in quel momento uno strano pensiero mi balenò in mente. Se Ignazio e Detroit aveva fatto la bella vita fregandosene di me e andando a letto con la prima che passava, perché io avrei dovuto sentirmi in colpa per quello che stavo facendo con Gianluca?
'Perché Gianluca è tuo amico' questo pensiero si fece avanti fra le migliaia di cose che mi balenavano in testa. Scossi leggermente la testa, svuotati la mente e senza pensarci posai una mano dietro al collo di gianluca spingendoli poi verso di me e far congiungere le nostre labbra.

*Salve a tutte stelle del cielo. Buongiorno e buona domenica a tutteeeee, sono ritornata, vi ero mancata? Voi si, sono sveglia dalle 6 per poter scrivere il capitolo e pubblicarli visto che adesso devo già correre a studiare, questa scuola mi uccide...comunqueeee che ve ne pare del capitolo? Gianluca che sembra essere consapevole di ciò che prova per Maria e poi il bacio...che ve ne pare? Secondo voi ha fatto bene a darglielo o doveva resistere? Mentre il nostro piccolo marsalese sta a casa a passare le oene dell'Inferno maria viene distratta dal bel rosetano...che situazione assurda.
Comunque non vedo l'ora di leggere i vostri commenti e se il capitolo vi è piaciuto lasciate una bella stellina ★. Un bacione a tutte.*

Dimmi che mai, che non mi lascerai mai!Donde viven las historias. Descúbrelo ahora