Come vedere il lato positivo

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Quando apro gli occhi, mi aspetto di vedere il mio appartamento, poco vivido e troppo luminoso come ogni mattino, ma invece mi ritrovo nella mia vecchia camera.
Il poster davanti al mio letto mi fa sorridere, perché mi mancava.
Mi alzo lentamente e apro il mio armadio. È strano toccare quell'anta di legno e vedere il mio profondo armadio, pieno di vestiti vecchi e piccoli adesso. Indosso un jeans scuro e una maglia larga. Esco dalla stanza e, accanto alla camera di mia sorella c'è quella degli ospiti. Nicole è già giù che mi aspetta, quindi velocemente scrivo un bigliettino a Samantha che dorme ancora, con scrito: Sto uscendo, ci vediamo dopo.
Sono le 10:45.
Io e Nicole siamo pronti. Mio padre vuole vedermi, quindi ho chiesto a mia sorella di farmi compagnia, perché non mi avrebbe reso felice vederlo.
Appena siamo fuori di casa, un'auto ci aspetta davanti al vialetto. Entriamo dentro l'auto, e lì vedo il volto che temo. Quello che non voleva che partissi, quello che non mi ha chiamato per anni, il suo volto che ricordo duro adesso è eccessivamente calmo.
Mi saluta e fa finta che non sia successo niente. Finge che la mia partenza non lo abbia infastidito, ma non importa, io sto fingendo di volerlo bene.
Ho sempre avuto un brutto rapporto con lui, soprattutto dopo che abbandonò i suoi figli per andare in Italia, dove la sua nuova compagna lo aspettava. Adesso un sacco di negatività mi assale, e spero di vedere il volto di Samantha che mi stringe le mani alla mia destra, ma mi giro e trovo mia sorella. Ne sono felice, ma non era lei a confortarmi quando le crisi di pianto prendevano il mio controllo a Chicago.
Parlo con lui della vita a Chicago, come se a lui interessi, e come se a me importa se gli interessa o meno.
Ma solo i suoi occhi, sempre uguali, e il suo sorriso falso mi fanno sentire come una volta. È una sensazione che credevo di aver dimenticato, ma che ora sento e sentivo allora. Ed è strano ma sembra che tutto stia ricominciando, e la mia mente si affanna di brutti ricordi, e lo rivedo partire verso un mondo nuovo, lasciandomi solo.
Ora ricordo che questo è uno dei motivi per cui sono andato via.
In auto, Hello di Adele risuona nel silenzio e guardo fuori dal finestrino.
Ripercorro coi ricordi tutte le viuzze che vedo e sorrido, perché stavolta non mi sto sforzando di vedere del bello in quella città, e i brutti ricordi svaniscono. Osservo la strada stretta che abbiano appena passato, e nella mia mente, si riempie di bambini con cui da piccolo giocavo e risento ancora il fischio del camioncino dei gelati.
Poi passiamo davanti a quel parco.
Gli alberi sono ricoperti di verde, i pini sono alti e le panchine linde. Molto diverso da come lo ricordo. Nella mia mente, anche se sono passati anni da quel giorno, gli alberi sono sempre uguali, sempre sfogli e il prato ricoperto di neve.
E lo rivedo lì accanto a me, un me stesso più giovane, debole e ingenuo, che legge dal suo Block notes ciò che fece schioccare la scintilla.
Ci fermiamo in un bar nelle vicinanze. Rumore di tazzine piene di caffè, ciotole piene di biscotti e golosità varie. Mio padre ordina.

"Due caffè e un thè verde"

Sorride e accenno un sorriso anche io perché si è ricordato che il thè verde è l'unica cosa che prendo.
Una tazza fumante di liquido verdognolo mi viene servita al tavolo, forse troppo piccolo per noi tre. Ringrazio il cameriere che è anche carino e guardo Nicole che aggiunge zucchero su zucchero in una tazzina minuscola di caffè.
Sorseggio il mio thè tra una chiacchera e l'altra.
È strano mio padre, non so che ha di diverso, ma sta recitando fin troppo bene.
Mi chiede di Sam, mi chiede di Chicago, mi chiede di me. Un sacco di gente parla in quel locale, quasi pieno in fondo al nostro tavolo, che è uno dei pochi isolati.
Ha la barba più lunga e bianca, sembra più vecchio e mi specchio per sbaglio nel porta fazzoletti di metallo, anche io sembro più vecchio.
Dopo aver fatto colazione, mio padre ci riaccompagna a casa.
Lo saluto solo con un cenno della mano, e lui sorride ma non con gli occhi. Quel gesto gli ha fatto davvero male?
Entriamo in casa e troviamo mia madre e Samantha che giocano a carte. Quella visione mi appare buffa e quindi rido, e insieme a me ride anche Nicole.
Dopo pranzo, pieno di risate e chiacchere salgo in camera mia, ascoltando lo scricchiolio delle scale che rappresenta la melodia del mio ritorno a casa. Mi fermo all'uscio e sbalanco gli occhi. Davanti a me trovo Alex, e trovo me, il me piccolo e innocente, il me stupido con i tagli nelle spalle. Insieme stiamo in silenzio, lui legge ancora il mio Block notes, e ho capito quale scena sto ricordando. Ad un certo punto lui mi bacia e il sapore delle sue labbra lo sento anche adesso, dopo anni.
Sto male. Le sagome del passato sono scomparse ma il sapore delle sue labbra è rimasto. Credevo di averlo dimenticato, che non avrei sofferto, ma non è così.
Arriva sera, e Nicole propone a me e Samantha un'uscita. Ci porta in un locale nelle vicinanze, che prima non c'era.
Si chiama Georgeous e lo capisco dalla grande e luminosa insegna che fa capolino tra le stelle che poco si vedono.
Sam mi guarda e sorride, ma io non sono molto entusiasta. All'interno, un sacco di ragazzi e ragazze si scatenano a ritmo di musica che mi penetra in testa. Nicole al bancone ordina tre cocktail di cui non conosco neanche l'esistenza, e lo assaggio facendo una faccia schifata perché ha un gusto troppo forte anche se in fondo buono. Samantha invece lo beve tutto d'un sorso stupendo me è Nicole, e poi si butta in pista trascinandomi mentre ho ancora la bevanda in mano. Ancora il pensiero del primo pomeriggio, quel ricordo rimane in testa ma la musica prende il controllo e il ricordo affoga tra la bevanda che bevo a piccoli sorsi.
A Chicago, questo non succedeva, di solito stavo seduto in un angolino ma questa non è Chicago. Un ragazzo mi viene addosso e quel poco che resta del mio cocktail è rovesciato tutto sulla mia camicia.
Si gira verso di me, e io mi guardò intorno per non guardare lui. Samantha è scomparsa, con qualcuno suppongo, e io ho paura di guardare negli occhi questo sconosciuto, con la paura che siano verdi.
Alla fine, mi parla, mi dice che gli dispiace e trovo il coraggio di guardarlo. I suoi occhi castani mi rassicurano e il suo corpo invece mi fa sorridere. È bello, molto, e continua a chiedermi scusa per l'incidente.
Mi segue tra la folla, sono diretto verso il bagno e vedo che mi sta venendo dietro. Entro nella toilette e dopo entra anche lui.
Finalmente riesco a capire ogni cosa che dice. Si scusa un'altra volta e comincia a sbottonarsi camicia. Mi sale il panico, ma che sta facendo?
Dopo averla tolta ed esser rimasto a maniche corte, me la porge.

"Tieni questa, la tua è fradicia"

Stento a prenderla, ma accetto il gesto, e poi lui...ha dei muscoli stupendi che si vedono dalla maglietta.
Lo ringrazio e insiste per offrirmi da bere. Accetto senza esitare e ci avviciniamo al bancone. Nicole è in pista e mi ammicca ma la ignoro. Bevo tre, quattro bicchierini di Rum e fanno schifo, ma so che sta per succedere quindi mi lascio andare per una volta. È la mia città, e stavolta voglio godermela, e voglio godermi anche lui.
Ho capito, da quel poco che sento a causa della musica, che si chiama Chris.
L'alcool sale, ma bevo anche il Whiskey che è sul bancone. Poi, Chris mi porta in pista.
Ha I capelli castani bagnati, sta sudando. Mi cinge i fianchi e preme il suo pacco sul mio, e lo sento...
Si attacca alle mie labbra, e cominciamo a baciarci. Non è la prima volta che mi succede una cosa del genere ma non in queste circostanze. Stavolta è più divertente. Mi tocca ovunque e io faccio lo stesso. Scorgo Samantha che fa la stessa cosa con un altro ragazzo e mi sento più a mio agio in mezzo alla pista, anche se Barcollo molto.
Mi prende la mano e mi dirige in bagno, apre la porta e mi sbatte al muro e mi bacia il collo. Non penso più ad Alex adesso. Davanti a me, nello specchio, vedo il riflesso di me stesso mentre godo, perché mi tocca e mi sbottona i pantaloni, ma poi vedo un pò più in là, il riflesso di mia sorella attaccata ad una ragazza, mentre anche loro si baciano.
Scoppio in una risata isterica attirando l'attenzione di Nicole, e lei fa lo stesso. Chris si ferma e mi guarda confuso, poi di gira verso le specchio e diventa rosso.
Alza le spalle e si attacca di nuovo al mio collo mentre mia sorella e la sua "amica"
sghignazzano. Lo fermo perché sta per abbassarmi i pantaloni e lui mi guarda.

"Non voglio spingermi a tanto"

Gli dico con difficoltà. Forse voglio, ma non quì.
Continua a guardarmi con un'espressione delusa e poi esce dal bagno lasciandomi lì.
Scoppio a ridere insieme alle due in fondo ed esco anche io. Barcollo cercando l'uscita. Mi gira la testa e mi viene da vomitare. Cerco anche Samantha con lo sguardo ma non la vedo. Guardo l'orologio, sono le 2:56.
Penso a come passa il tempo e nel frattempo Samantha è Nicole escono dal locale, Sam è ubriaca, Nicole è brilla.
Torniamo a casa e penso a Chris, ho anora la sua camicia. Poi penso ad Alex ma pensare a Chris mi rende più felice.
Ho capito come vedere il lato positivo.

CrossroadsWhere stories live. Discover now