Noi lupi della notte

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La nostra nuova casa profuma di nuovo, di intonaco fresco anche se probabilmente è stato passato mesi fa.
Abbiamo iniziato e mettere le nostre cose al loro posto. Ho riempito la cucina di oggetti inutili, e ho messo un sacco di saponette profumate in bagno. Che donna che sono.
Un mucchio di scatoloni sono posti all'ingresso. Sto osservando questa stanza. Il salotto è nella media, non troppo grande. C'è un divano posto davanti alla televisione che è in mezzo ad un mobile color panna come la cucina.
Mi siedo sul divano e chiudo gli occhi. Sudo.

-Come ti senti?

Samantha si siede accanto a me e mi porge una tazza fumante di thè.
La guardo. Ha un'enorme chignon in testa, una grande palla rossa.

-Sto bene. Domani facciamo una passeggiata ok? Credo di averne bisogno.

In realtà non ho per niente bisogno di fare una passeggiata, ma lei sembra averne voglia, dopotutto, questa è una città nuova per lei.
Mi sono addormentato sul divano. È già sera. Sento la porta di ingresso che si chiude.

-Dove sei stata?

La mia voce è impastata dal sonno quindi le pongo la domanda una seconda volta.

-Ho comprato qualcosa per festeggiare!

Annuisco.

Sul tavolo facendo molto rumore, posa una busta di plastica da cui riesco a vedere delle bottiglie di vario colore.
Non so se sentirmi sollevato o no.

"L'alcool è acqua santa per noi lupi della notte"

Dice dolcemente Sam come faceva a Chicago,dopo aver versato un po' di Vodka alla fragola dentro due bicchieri di vetro.
Beviamo e il mio animo è vuoto.
Vorrei riempirlo di alcool, dopo il primo bicchiere, questa sembra la cosa giusta da fare.
Mette un po' di musica, Chandelier di Sia a tutto volume, Sam sembra imitare la giovane ballerina ,si è messa a ballare sul divano, non è ubriaca, solo piena: piena di vita, di voglie, colma di allegria che vuole trasmettermi, lei è piena di colori mentre io sono vuoto, pieno di alcool.
Ho bevuto molto, sento la testa che gira mentre vedo Sam che si versa un altro bicchiere.
Si sono fatte le 22:00, il tempo è passato velocemente, sono ubriaco ma sto zitto, rido qualche volta a qualche sua battuta ma è lei che parla, anche tanto.

L'indomani, mi sveglio nel divano, è presto, il sole non è ancora sorto.
Mi alzo intontito, nel tavolino accanto al sofà non c'è nulla, ha pulito tutto prima di andare a dormire, sempre energica lei.
Metto le scarpe, mi strizzo gli occhi, apro la porta di ingresso ed esco.
L'aria è fresca, mi accarezza i capelli mentre cammino sul prato del giardino.
Mi allontano per vedere la casa dall'esterno, per intero, con l'ottica di chi ci vive e paga per quelle quattro mura che, spero, verranno impregnate di ricordi.
C'è una scaletta poggiata sul muro sinistro della casa, non l'avevo vista.
Con attenzione metto un piede sul primo piolo, poi salgo lentamente.
Il tetto è ricoperto di tegole e la cosa mi spaventa ma le agito un po' e vedo che sono salde al cemento.
Mi siedo cercando una posizione comoda.
Da quì vedo tutto il quartiere, le case sembrano uguali, disposte a schiera lungo una strada dritta.
Tutte hanno un giardino, tutte hanno delle staccionate, tutte hanno delle storie però, diverse tra loro.
Chiudo gli occhi e sento l'odore del mattino.
Da quì vedo anche l'orizzonte, tranne che per qualche albero più alto, e all'orizzonte una città, mi ricorda Chicago.
Sento un rumore oltre i mille suoni che percepisco; è il suono di un ramo che si spezza, mi giro verso sinistra e capisco da dove proviene: un ragazzino è al centro del gardino della sua abitazione, sta fermo come un nano decorativo e osserva come me, il cielo che cambia colore.
Il sole sorge piano piano tingendo di rosa e di viola le poche nuvole attorno.
Guardo di nuovo il ragazzino, che mi sta osservando; è strana la sua espressione, non so cosa mi trasmette, forse niente.
Ha i capelli neri abbassati che gli coprono la fronte.
Indossa una maglietta nera un po' larga, è magro, magrissimo.
La luce del sole che nasce ci colpisce ed entrambi osserviamo la stella che si innalza.

Mi volto a sinistra, lui si volta a destra, i nostri sguardi si incontrano di nuovo, poi allo stesso tempo, ci giriamo verso il sole che adesso è sopra i palazzi della grande metropoli.

L'alba è preghiera per noi lupi della notte.

CrossroadsWhere stories live. Discover now