Quel Block notes

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Il mio sguardo si alterna tra quello felice di Sam, e quello di mia madre, triste. La sua solita espressione addolorata che, cerca di nascondere.
Lo ricordo troppo bene, quando lei e mio padre erano sposati. Quel suo sguardo faceva parte della mia quotidianità, e fa sempre un po' male ritrovarlo.
Suo figlio sta andando via, di nuovo. Troppe persone l'hanno abbandonata, ma sono quí mamma, nella stessa città in cui mi hai visto crescere, soffrire, partire e tornare.
Non ho intenzione di abbandonarla ancora.
Mia sorella mi scriveva avvolte, dicendomi che erano tristi, che  mancavo a entrambe, ma sono quí  adesso e ho intenzione di recuperare tutto il tempo perduto, dopo e anche prima della mia partenza, quando stavo in camera mia a sognare affetto che lei, poteva darmi.
Io e Sam stiamo mettendo le nostre cose negli scatoloni, nella mia stanza c'è un sacco di roba. Incredibile, in una settimana abbiamo riempito la casa di mia madre di gingilli inutili.
Cercare le cose che potrebbero servirmi all'interno della mia camera è frustrante.
Scavare all'interno di me stesso.
Ogni cosa sembra avere la sua importanza, penna o giocattolo che sia.
In quella camera ci sono pezzi del mio cuore sparsi ovunque...dentro i cassetti, nell'armadio, pieno di vestiti vecchi che hanno un profumo familiare ma che non mi appartiene più.
Nella scrivania, ci sono un sacco di oggetti inutili, da cartacce a colori. Ecco Nicole, ho trovato i tuoi colori.
C'è di tutto, tutta la mia vita è gettata quí, in questo pezzo di legno rettangolare.
Prendo un paio di album, delle foto che trovo sotto un porta CD, un disegno che feci tempo fa.

-Vuoi un aiuto?

Nicole, in mezzo a quel trambusto, in mezzo al buio dei ricordi neri, è l'unica luce.
Il faro che conduce le navi disperse come la mia tra le sue braccia.
Mi guarda con il suo solito sguardo tosto, la mia guerriera è rimasta tale.
Si avvicina a me con passo lento e inizia a parlare con voce bassa, cauta, come se stesse seguendo un copione, come se una parola sbagliata possa ferirti. Forse è così.

-Non abbiamo toccato nulla da quando sei partito.

-Neanche se fossi morto.

Rido.

-Abbiamo voluto tenere intatto il tuo museo, non avresti mai voluto perdere una tua reliquia eh?

Scherza.
La mia ancora.
Se solo sapesse quanto ho sofferto senza di lei.
Tasto qualcosa sotto un sacco di fogli, riesco a prenderlo, e appena lo vedo, riecco quella sensazione.
Nicole mi guarda dispiaciuta.

-È tutto come l'avevo lasciato.

Dico con voce rotta. Una lacrima scende.

~Questa è una dedica per il mio amore.
Stai dormendo, hai una faccia davvero buffa, ma dolcissima.
Non dovrei scrivere su questo block notes, era nascosto tra due libri. Ci sono scritte un sacco di cose su di me amore, anzi, su di noi.
E niente, in realtà non so cosa scrivere, spero solo che tu non mi uccida dopo questo. Ti amo

-Alex~

~Mi annoio, sei sotto la doccia, non mi permetti di entrare. Spiegami che senso ha. Bah.

-Alex~

~Nulla. Sei tutto per me. Grazie per tutto ciò che fai.

-Alex~

Sto sfogliando quel piccolo block notes. Fa male. Il petto brucia, fuoco acceso da tanto ma soppresso tra le ceneri, ora arde.
Gli occhi iniziano a lacrimare, lacrime amare, di tutta l'amarezza che ho nascosto a causa sua.
Mia madre e Sam si sono precipitati in camera mia appena mi hanno sentito singhiozzare.
I ricordi mi stringono forte ora, un abbraccio non voluto, con poco amore ma tanta, troppa forza. Sento che tutto ciò che ho nascosto a Chicago sta uscendo fuori.
È come avere del fino spinato in gola.
Sono tutti intorno a me, cercando parole di conforto, ma a me arrivano vuote. L'aria è soffocante e il panico sembra assalirmi.
Devo andare via.

-Lasciatemi stare.

Il block notes è distrutto, avrei dovuto farlo tempo prima. Era l'ultimo punto rimasto in sospeso.
Scoppio in un pianto liberatorio mentre percorro strade che ho percorso anche con i ricordi, a Chicago.

CrossroadsWhere stories live. Discover now