The Equalizer

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«Quanto tempo ci metti?!» bussò infastidito.

«Il tempo che mi serve, cafone!» gli urlai di rimando, smettendo di passare la lametta sul polpaccio.

Appena arrivati a casa, lo minacciai di darmi un asciugamano, della crema depilatoria, e una lametta. E solo dopo che mi rise in faccia, entrammo in camera di sua sorella e mi lasciò addirittura sistemare nel suo bagno sui toni del pesca.

Intanto che lui bussava alla porta io ero riuscita a depilarmi quasi del tutto, compresi i Paesi Bassi, mi rimaneva solo quel polpaccio.

Con tutto che avevo messo su una tiritera, lui non voleva assolutamente dirmi che cosa aveva in mente di farmi fare, così ne approfittai per prendere tempo per fare in modo che riuscissi a pensare a qualcosa, ma l'unica cosa che mi veniva in mente era il sesso, ma per quanto veloce voleva essere doveva anche rispettare i miei tempo fisiologici, che non era veloci e ristretti come i suoi che andava sempre di fretta.

«Ma allora! Vuoi uscire di lì, sì o no?!» diede un altro colpo secco alla porta, spazientito.

Ma io con tutta la calma – apparente- mi sciacquai la gamba, infilando i piedi nelle infradito che Karen mi mise in borsa; con l'asciugamano attorno al corpo aprii la porta, ritrovandomi lui completamente cambiato, ormai con i joggers grigi e una maglia bianca leggera.

«Spero che almeno ci abbia messo la cera» mi derise girandosi poi di spalle, portandomi in camera sua.

Sebbene fossimo amici dall'infanzia, in camera sua ci avevo messo piede sì e no tre volte in vita mia, e sinceramente non me la ricordavo sempre in quel modo.

Aveva decisamente cambiato i gusti, non solo nell'abbigliamento – che spesso lasciava a desiderare- ma anche nell'arredamento.

Rispetto all'intera casa - che a differenza conoscevo molto bene – sui toni del classic-chic, la sua stanza poteva anche essere definita di design. Aveva una grande libreria nera sulla sinistra, più giù della porta che mandava al suo bagno, appena a destra un letto matrimoniale con una trapunta bianca, si staccava interamente dalle pareti scure, su un grigio tortora davvero suggestivo.

Insomma, mi piaceva, ma la stanza di sua sorella si rifaceva molto con i miei gusti più "femminili" e classici.

«Senti, mi vuoi dire che cosa faremo o mi farai morire con il dubbio?» mi spazientii, stringendomi meglio l'asciugamano al corpo, ormai asciutto.

«Innanzi tutto calmati» si girò, poggiandosi sul bordo della scrivania, dritta all'entrata della camera, che si affacciava sulla finestra ampia «Te l'ho già spiegato che se ti agiti sei solo fastidiosa» mi ammonì.

«Ehi, sei tu quello fastidioso non io!» mi arrabbiai, finalmente entrando in camera, chiudendomi alle spalle la porta, non so, per sentirmi più sicura e al riparo.

«Comunque sia, non faremo nulla di eclatante» sospirò, mentre mi seguiva con lo sguardo intanto che mi andavo a sedere sul bordo del letto, piegandomi in avanti per prendere il cambio e infilarmi subito il pigiama, che poteva anche essere visto come una tuta.

«E allora dimmi cosa faremo» dissi ovvia, alzandomi per infilarmi gli slip davanti ai suoi occhi, anche se poi si girò di spalle, andando verso la libreria piena zeppa di enormi blocchi di fogli rilegati, comunemente noti come "libri".

«Dormiamo insieme» nemmeno si girò per dirmelo, facendo spallucce.

«Ma lo abbiamo già fatto» risposi perplessa, infilando subito dopo il reggiseno, i calzoni lunghi e caldi, ma soprattutto morbidi.

S-e-x || Harry StylesWhere stories live. Discover now