03- Di te, di me, dimmi che cosa resterà?

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Sarò un sogno lungo un secolo.

Ian si fermò a pensare mentre il suo amico Paul si chiedeva il perché della sua reazione.
In fondo, non gliene era mai importato di Elena, perché mai adesso era come ferito?

Ian continuava a massaggiarsi ancora il petto, non capiva nemmeno lui cos'era quella sensazione di malessere che lo stava divorando. Perché? Perché vederla andare via lo aveva fatto rimanere così male?

Paul si avvicinò al suo amico. Voleva sapere, doveva sapere perché.

«Ian...» fece il suo nome, ma quest'ultimo lo ignorò totalmente. A quel punto Paul non seppe più che fare, si sedette in un piccolo gradino nel giardino della scuola e aspettò che fosse proprio Ian a parlare.

«Paul, se in qualche modo ci sono di mezzo io in questa situazione, lo voglio sapere, sono sicuro che voleva dirmi qualcosa» disse tranquillamente guardandolo negli occhi. «Ho come una strana sensazione quando sono vicino a lei» ammise infine.

L'amico sorrise a quelle parole, provava una sensazione strana e questa già era un'ottima cosa. Paul cercò di continuare il discorso su Elena, voleva sapere se quelle strane sensazioni erano qualcosa di positivo. Lo sperava, lo sperava per la sua amica.

«Strane sensazioni?» finse di non capire.

«Si. Sai, è come se fossero dei sensi di colpa» spiegò Ian esattamente. «Quando la vedo stare male  vengo preso dall'ansia, spiacevoli sensazioni che mi fanno credere di essere io la causa del suo male» disse. Paul stavolta finse il sorriso. Credeva che quelle sensazioni erano presagio di un sentimento che stava per nascere, invece no. Si era sbagliato. Quindi annuì semplicemente.

«Non hai altro da dire?» chiese irritato mentre sperava in una risposta. «Insomma, tu la conosci perfettamente. Cosa c'entro io con lei?» domandò. Paul lo guardò in maniera strana. Cosa gli faceva avere la sicurezza che Elena stava male per lui? Come poteva saperlo?

«Chi ti ha dato tutta questa sicurezza Ian? Tu credi di essere la causa?» volle sapere, mentre si irritò un po' «Elena soffre d'amore, si è vero. Ma nessuno ha mai fatto il tuo nome amico. Guarda che la sua situazione è più complicata di quanto possa sembrare, quindi non ti ci mettere anche tu» si rattristò.

«Cioè?»

«Elena non ha più genitori, ha perso un fratello. Vive con un fratello maggiore ed una sorella più piccola a cui tocca fargli da mamma» spiegò. «Alla sua tenera età si occupa di cose che nemmeno dovrebbero essere fra i suoi problemi. Io sono tanto affezionato a lei, non voglio che stia male. Quando mi ha confessato di essersi innamorata di un uomo sposato e con un figlio io soffrivo per lei. Sai perché?» cercò di spiegare all'amico.

Ian fece cenno di no, ma di proseguire.

«Perché non c'è mai stato nulla di facile per lei. L'amore doveva essere la sua unica dipendenza. Eppure ecco in che situazione è. Innamorata del suo professore» si bloccò Paul all'istante. Stava parlando di Elena, ma non si accorse di stare andando oltre.

«Prof...che?» chiese Ian assottigliando lo sguardo «Hai detto professore?» chiese ancora, mentre si insospettì.

«No no» ammonì. «Professione!» si corresse cercando di inventare una scusa giustificabile. «Sai le piace scrivere, per lei è come un lavoro. La sua professione» rise cercando di farlo confondere. Poi ti mise una mano sulla fronte, non si perdonava per ciò che aveva detto.

«Innamorata della sua professione?» iniziò a ridere. «Ma che stai dicendo Paul? Mi prendi in giro?» continuò a ridere credendo l'amico un pazzo.

«Si, la sua professione, cosa c'è da ridere?» insistette Paul, che sperava di averlo confuso almeno un po'. Elena ci sarebbe rimasta davvero delusa semmai Paul avesse confessato una cosa del genere.

Still A LieWhere stories live. Discover now