Capitolo tre - Incubo.

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"Zay, non credo che sia una buona idea" Niall stava tentando in tutti i modi di persuaderlo a scendere da quella moto.
Zayn sorrise "Smettila di preoccuparti e rilassati, non mi succederà nulla" gli baciò la tempia affettuosamente, gesto che faceva sempre per cercare di tranquillizzarlo. Ma, quella volta, non aveva funzionato: Niall continuava ad avere questo brutto presentimento e un po' sapeva che non sarebbe finita bene quella sera. Ma non ebbe nemmeno il tempo di pensare, di guardarlo negli occhi, di godersi quell'ultimo abbraccio che Zayn si era deciso a concedergli, perché il suo migliore amico era già partito. Niall rabbrividì quando Zayn aumentò la velocità in una volta sola, aveva sorpassato tutti gli altri partecipanti e... Era arrivato primo al traguardo. Ma fu lì, quando cercò di fermarsi, quando frenò e la moto sembrava andare sempre più veloce, che Niall sentì un tuffo al cuore.
"Zayn" urlò fortissimo restando immobile, anche se sicuramente nessuno era riuscito a sentirlo a causa del fracasso che aveva provocato l'impatto della moto contro quel muro. Sperava che fosse tutto uno scherzo, un sogno da cui si sarebbe svegliato di lì a poco... Ma si trattava solamente della cruda realtà.
Altro rumore, altro baccano, le sirene dell'ambulanza che continuavano a suonare impazzite, lui che piangeva e...

Niall si svegliò di soprassalto nel bel mezzo della notte; aveva il respiro affannato e la maglietta bianca appiccicata alla pelle per l'eccessivo sudore. Ci mise esattamente un quarto di secondo per rendersi conto che si era trattato solo di un incubo. Sentiva questo peso in mezzo al petto che gli impediva di respirare, mentre le immagini del sogno si susseguivano una dietro l'altra senza dargli un momento di tregua. Non si accorse nemmeno di essersi preso la testa fra le mani e di aver cominciato ad urlare, fino a quando suo fratello Greg lo avvolse tra le sue braccia.
Era ancora tutto così nitido nella sua testa, e quell'incubo non aveva fatto altro che riempirgli la mente del rombo dei motori e della risata di Zayn.
"Greg, fallo smettere!" urlò, squarciando ancora una volta il silenzio della notte. Però, le mani del fratello non riuscirono a tranquillizzarlo; al contrario, gli misero confusione e ancora più terrore.
L'ultima cosa che vide prima di chiudere gli occhi fu la figura di Maura mentre varcava la soglia della loro stanza.

***

Senza ombra di dubbio, quella fu la settimana più pesante per Niall. Quell'incubo l'aveva inseguito anche nelle notti seguenti, per cui era arrivato al punto di non voler dormire a causa della paura di ricordare ancora una volta la fine che aveva fatto il suo amico.
Niall sapeva che era tutta colpa sua, solo e soltanto sua. Avrebbe potuto fare di più, avrebbe dovuto attaccarsi ad un suo braccio e impedirgli di partire. Era tutta colpa sua.
Chiuse gli occhi per alcuni secondi, con la paura che potesse crollare da un momento all'altro. Non sapeva bene da quanto tempo non dormiva; in realtà, l'unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento era il mal di testa provocato dalla voce di sua madre al telefono con il dottor Charles. Non lo conosceva nemmeno, questo dottore: aveva la reputazione di essere uno di quegli strizzacervelli pronti a leggerti l'anima con un solo sguardo. A Niall non importava niente, sinceramente, stava solo tentando di non addormentarsi un'altra volta.
"Signore, non ho alcuna intenzione di mandare mio figlio da uno psicologo" Sua madre fece una piccola pausa, probabilmente per lasciar parlare il dottore dall'altro capo del telefono "Sono sicura che si riprenderà, Niall è un ragazzo forte..."
Sorrise sarcasticamente tra sé e sé: lo era stato per davvero, prima di assistere alla morte del suo migliore amico.
"...Solo, mi chiedevo, c'è qualche farmaco che potrebbe aiutarlo a dormire? Ogni notte sogna lo stesso incubo e mi ha detto che non ha intenzione di addormentarsi fin quando non smetterà di inquietarlo"
Ecco qual era il vero scopo della telefonata.
Strinse gli occhi evitando di cadere nel sonno, per poi sentire il cellulare vibrare sul tavolino accanto al divano. Si sporse un attimo per controllare le notifiche e gli si bloccò il respiro quando vide la foto impostata come sfondo: l'immagine rappresentava lui, Zayn e Beth stretti in un abbraccio e intenti a spiaccicarsi le guance a vicenda.
Come se una scossa gli avesse fatto tremare le mani, lasciò scivolare il cellulare per terra, qualche istante prima di seguirlo con tutto il corpo.
Il tonfo che provocò la caduta, fece accorrere Greg in salotto. Subito il fratello si precipitò ad aiutarlo, alzandogli il mento con due dita e tirandolo su.
"Che succede?"
"Cancella quella foto"
"Cosa?" chiese Greg, confusamente, guardando lo schermo ancora acceso del telefono "È la tua immagine preferita"
"Ho detto: cancellala!"

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