Capitolo quattro - Ritorno a scuola.

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Niall odiava essere fissato: si sentiva a disagio, aveva sempre paura di aver qualcosa fuori posto e non faceva altro che aggiustarsi i ciuffetti biondi sulla fronte. Ogni volta che Niall si sentiva osservato, Zayn gli diceva che la colpa era tutta della sua insicurezza, gli dava un buffetto dietro la testa e gli scompigliava i capelli.
Anche quel giorno, mentre camminava per i corridoi della sua scuola, Niall percepiva gli occhi degli altri alunni bruciargli sulla pelle e sui vestiti. Erano passati esattamente otto giorni dal funerale di Zayn, durante i quali si era assentato da scuola e aveva incontrato Beth solo una volta.
Anche quel giorno, Niall stava cercando in tutti i modi di non incontrare di nuovo lo sguardo afflitto e spento della sua amica, della loro amica. Camminava per i corridoi scolastici con gli occhi puntati ai piedi, tenendo ben stretto il manico dello zaino pieno di scritte casuali e dediche.
Ignorando i bisbigli dei ragazzi intorno a lui, si avvicinò al suo armadietto, il quale, purtroppo, si trovava proprio accanto a quello di Zayn. Non poté fare a meno di guardarne l'anta, notando che la superficie metallica era stata ricoperta da diversi strati di carta e post-it su cui erano scritte varie frasi. Ne prese uno a caso e desiderò subito sprofondare sottoterra: "Ci manchi" recitava. Ne guardò altri distrattamente e, di nuovo, tutti gli avvenimenti delle ultime settimane gli tornarono in mente rabbugliandogli i pensieri.
"Da oggi, una mia preghiera va a te"
"Resterai sempre nei nostri cuori"
"Vola in alto, piccolo angelo"
Afferrò quest'ultimo e lo strappò con decisione, facendolo ricadere in mille pezzi sotto gli sguardi attenti dei suoi compagni.
Dopodiché, si voltò senza guardare in faccia nessuno, e si diresse velocemente verso la sua classe.
Evidentemente non aveva valutato bene la situazione, perché fu straziante restare seduto nel suo solito banco - con le stesse persone di ogni giorno - sentendo la mancanza di qualcosa: la sedia al suo fianco era vuota, mancava Zayn, con il suo atteggiamento distaccato e il sorriso ambiguo. Se si concentrava, riusciva persino a sentire il profumo dell'amico, e no, non era normale. Inoltre, aveva dovuto sopportare il discorso che la professoressa di filosofia gli aveva dedicato, senza pensare per un solo momento quanto avrebbe potuto far male a Niall. Proprio per questo motivo, a metà della sua ora, si ritrovò a chiedere il permesso di uscire dalla classe, con la voce tremolante e gli occhi già acquosi.
Non dimenticherà mai le occhiate di compassione che i suoi compagni gli rivolsero.

***

"Voglio cambiare scuola"
"Cosa? Che ti salta in mente?"
Aveva sopportato abbastanza, una settimana passata in quel posto gli era bastata per capire che non aveva più alcuna intenzione di rimetterci piede.
"Hai capito"
Maura lo guardò sconcertata, stringendo con più forza la forchetta tra le dita.
"Intanto mangia, poi se ne parla" gli disse Bobby, per niente toccato da quella sua richiesta.
"No"
"Che?"
"So cosa state pensando: credete che sia solo un periodo passeggero, che presto tutto questo passerà e io tornerò a dormire senza prendere quelle stupide pillole. Vero?"
Il silenzio dei suoi genitori gli fece intendere di aver ragione.
"Bhe, sapete che vi dico? Che non è affatto un periodo! Zayn non c'è più, okay? È andato via e l'ho visto morire con i miei occhi e non ho alcuna voglia di tornare là dentro e passare del tempo con gente che mi guarda con occhi tristi. Tutto, là dentro, mi ricorda Zayn e non voglio più sentirmi male nel bel mezzo della lezione!" urlò, stringendo le mani in due pugni e avvertendo le guance accalorarsi. Notò Maura mossa da un leggero tremolio, ma... oh no, forse era lui che stava tremando. Si alzò dal tavolo, sotto gli sguardi scioccati della sua famiglia, e salì le scale trattenendo le lacrime.
Stupide lacrime.

***

Già da qualche ora, Niall era chiuso in camera sua e non aveva dato alcun segno di volerne uscire. Non passò molto tempo prima che qualcuno bussasse alla porta tappezzata di vecchi poster di supereroi.
"Niall"
Riconobbe subito la voce di Bobby arrivargli alle orecchie.
"Che vuoi?" sputò aspramente, portandosi le coperte sopra la testa, come a volersi nascondere da tutta quella situazione.
"Possiamo parlare?"
Non rispose, ma Bobby decifrò il suo silenzio come un consenso. Niall sentì la porta aprirsi, poi richiudersi dietro la figura di suo padre. I suoi passi riecheggiarono nel silenzio della stanza e, nonostante fosse girato dalla parte opposta, essi permisero a Niall di capire il suo avvicinamento.
"Hey" Bobby tentò di attirare la sua attenzione.
Il ragazzo continuò a non rispondere.
"Io e mamma abbiamo parlato, e... insomma, sai che per noi l'unica cosa che conta è la tua felicità, perciò, se vuoi davvero farlo, puoi cambiare scuola..."
Niall non lo lasciò nemmeno finire e subito si gettò tra le sue braccia, stringendolo forte. Non riusciva a credere a ciò che aveva sentito.
"Grazie" mormorò, sentendo alcune lacrime rigargli le guance senza che potesse impedirlo. Bobby sorrise, prima di lasciargli un bacio tra i capelli arruffati.

My friend is a ghost.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora