52.

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ho deciso di parlarne con Justin perché voglio che lui sappia quello che provo.

"la verità è che ho mentito a tutti"
"n che senso? su cosa?"

sembrava spaventato, e anche io lo sono.
non ne ho mai parlato con nessuno in vita mia, nessuno.
questa è la mia prima volta, ma mi fido.

"sulla mia vita, sul mio essere"
"ma che..."

faccio un sorrisino che dura circa mezzo secondo e pian piano sparisce dando vita ad una lacrima.
chiudo gli occhi e penso, ricordo.

"Cloe, di cosa stai parlando?"
"il fatto è che...quando sono nata, mia madre morì. ho potuto sentire il suo battito per qualche minuto. la mia felicità? infinita.
il mio sorriso dopo quei minuti? svanito nel nulla, perso. non so neanche io cosa sia successo. mi ha cresciuta mio padre ma lui non mi amava davvero. usciva sempre la sera e mi chiedevo tutti i giorni dove fosse andato"

justin mi bloccò per dire il suo solito.

"perché non ne hai parlato"
"justin, quello che è successo è successo. non so nemmeno io se sarebbe meglio tornare indietro"
"mi dispiace, continua"
"un giorno, dopo tante prove allo specchio, per la prima volta, mi sono sentita pronta. pronta per affrontare la paura. volevo parlargli una volta per tutte. mi ricordo di quel sospiro, orribile"
"sospiro?" Intromette.
"esatto, dopo quel sospiro di "sollievo" sento squillare il telefono. speravo fosse papà. E rispondendo, sentivo benissimo che la voce non era la sua. anche se mi avrà parlato meno di dieci volte in 14 anni di vita, me ne sono accorta che la voce non era la sua. era la polizia, dicendomi che mio padre ebbe un grave incidente guidando. tanti dicevano per colpa dell'alcool. avevo circa 14 anni" singhiozzai.

mi asciugai le lacrime con il maglione.

"scusa" dico sorridendo un po' e cadere in un pianto profondo.

"tesoro, tranquilla. ci sono qua io"
"Ho voluto cambiar vita. come si può passare a un sorriso pieno di felicità, a un cuore ormai rotto in mille pezzi, sapendo che non puoi più riaggiustarlo? me lo sono chiesta tante volte ma non ho mai trovato risposta. in fondo non ho mai creduto sia stata colpa mia.
mi ricordo benissimo quel momento, quello dove il telefono mi cadde dalle mani. era tutto così veloce"

"avevi pensieri suicidi?"

Mi sta parlando come fossi da uno psicologo, ma in realtà mi sta aiutando a sfogarmi gettando tutto il mio passato alle spalle di modo da non ricordalo, e quindi non far ripassare alla mente quei terribili ricordi che ancora ora, si impossessano di me dando vita alla tristezza.

"all'inizio si, ma non ho mai provato. non ne vale la pena. si va avanti, la ho sempre pensata così"

"è questa la tua storia?"
"non ci credi?" un'altra lacrima.
"passato orribile. credo che se mi avresti raccontato una storia del genere così, e io non ci avrei creduto, non saresti tu. non sei il tipo di persona che su queste cose sbaglia"
"ci sei riuscito"
cerco di sorridere.

"a far cosa?"
"a conoscermi"
"Ah no fidati, mi è bastato il tuo sguardo per capire chi eri"

sorrido.
forse è lui che mi sta dando la felicità.

"me lo dai un abbraccio? ti prego, ne ho davvero bisogno"
"vieni qui" disse aprendomi le braccia.

"posso far finta che le tue braccia siano aperte solo per me?"

"nulla è finto, è tutto così"

"il tuo presente come lo trovi?"
"una merda direi"

ricapitolando, passato orribile, presente di merda, e paura del futuro

"cosa ti fa stare bene?"
"tu e le tue braccia"

"posso fartela una domanda?"
"dimmi"
"mi ami, non è vero?"
"non dovrei, ma posso dirti una cosa?-
"dimmi"
"si, ti amo"

sguardi, sorrisi e pianti.

"tu non dire niente, faccio tutto io"
"Che vuoi fare?"
"ah ah, zitto amore"
"amore? davvero"
"Davvero"
"la sai una cosa?"
"dimmela"
"ti amo tanto, tanto da morire"
"muori"
"perché?"
"almeno non mi perdo ogni cazzo di volta che ti guardo" sorrido.

"sarei disposto a morire per te"
"allora muori, amore"
"no non posso"
"È perché non potresti"
"dove finiresti tu?"
"Ah, io via da te non me ne vado"
"seguimi"
"arrivo"

chi se lo sarebbe aspettato? è successo.

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