Capitolo 18

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 Ho preparato la valigia mentre mi guardavo intorno nella mia vecchia camera. E' abbastanza piccola, con le pareti rosse qualche poster di calcio appeso ai muri, una porta bianca, due cassetti e una scrivania. Su quest'ultima c'è un lettore cd, alcuni cd sparsi, matite, fogli e tantissime altre cose. C'è inoltre un piccolo blocco pieno di tutte cose che ho scritto in passato.
I miei occhi hanno scrutato quei fogli, quanti ricordi!
Molti riguardano Stan, il mio migliore amico ai tempi della scuola; altri gli insegnanti, altri amici, nemici e vecchie fidanzate. Non riesco a capire perché le frequentavo, non mi sembrava mai giusto e tutto era semplicemente falso. Tutto. Erano solo buone amiche per me, niente di meno e niente di più. Non era mai niente di reale, era tutto un gioco. Un gioco per vedere se si sarebbero piegate o rotte.
E tutte si erano rotte.
E' piuttosto triste che sia successo, volevo molto bene a tutte loro. Solo, non nel modo in cui loro desideravano.
"Louis, puoi restare ancora se vuoi." ha detto mia madre prima ancora che io mi accorgessi della sua presenza nella stanza.
"Mamma, mi piacerebbe molto restare di più ma dobbiamo fare le prove entro questa settimana." le ho detto.
Mi aveva tenuto d'occhio con attenzione dopo essere venuta a conoscenza della mia depressione e dell'acufene. Ha addirittura provato a portarmi in ospedale, solo per ottenere qualche consiglio su come ignorare il fischio e mi ha detto che questi eventuali consigli mi avrebbero aiutato, ma proprio non potevo farlo. Sono sicuro che mi avrebbe aiutato, ameno un po'..ma sto affrontando piuttosto bene questa situazione secondo me, il fischio è più un suono in sottofondo ormai, ma riesce ancora a diventare più acuto ed irritante.
"Lo so, è solo che non me la sento di lasciarti andare in queste condizioni." mi ha detto lei ed io ho sospirato.
Non è facile neanche per me andare via, ma è probabilmente la cosa migliore da fare, così ho scosso a testa e chiuso la valigia.
"Mamma, starò bene. Non preoccuparti per me." le ho detto, cercando di sembrare convincente.
Io stesso non sono sicuro del fatto che starò bene, ma questo non posso dirglielo.
"Sei un bravo attore Louis, ma io sono tua madre e so quando menti." ha detto facendomi sospirare. Certo che lo sa.
L'intensità del fischio è cresciuta e sto cercando di ignorare il mal di testa che ho da quando sono andato a letto ieri.
"Devo andare." ho detto dopo aver visto l'ora: 16:27.
Ho preso la valigia e mi sono diretto fuori verso la mia macchina, con la mia famiglia dietro di me; ci siamo salutati e mi hanno tutti abbracciato prima che partissi.
Lontano dalla mia famiglia e dall'amore, verso Harry e l'odio.

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Ho aperto la porta della nostra casa e subito ho sentito il rumore della televisione accesa proveniente dal soggiorno.
Perfetto, quindi è al piano di sotto.
Appena ho cominciato a togliermi le scarpe e il giubbotto, ho sentito che qualcuno mi stava guardando ed ero piuttosto sicuro di chi fosse.
"Hai passato un buon Natale?" mi ha chiesto la sua voce perfetta.
E' da pazzi, ma ora ho realizzato che in realtà mi è mancato.
"Si, e tu? Che cosa hai fatto?" gli ho chiesto alzando lo sguardo per incontrare i suoi occhi verdi.
"Sono stato a casa" ha risposto, "mi sei mancato, ero da solo qui."
"Aspetta, eri qui da solo a Natale?" gli ho chiesto, non può dire sul serio.
"Si, mamma e Robin sono andati all'estero con Gemma e con il resto dei miei parenti."
"Perché non sei andato con loro?" gli ho chiesto non capendo perché fosse rimasto a casa.
"Non siamo in buoni rapporti adesso e poi volevo rimanere in Inghilterra."
Non sono in buoni rapporti mmh..hano litigato?! Anne è una donna così gentile, non può essere arrabbiata con suo figlio e Robin- il suo patrigno- è sempre sembrato simpatico e gentile.
Cosa potrebbe essere successo?
"Oh, umh..mi dispiace." è stata la mia unica risposta prima che mi ricordassi una cosa.
"E' per questo che volevi venire con me! Perché non volevi stare con la tua famiglia o qui da solo! Oh Dio, mi dispiace così tanto Harry. Se lo avessi saputo saresti venuto con me." gli ho detto, veramente dispiaciuto.
Harry è stato da solo a Natale, tutto solo nella nostra casa. Che modo noioso per festeggiare una tradizione così bella.
"Va bene così, non lo sapevi. Piuttosto, come è andata a Doncaster? Sono tutti felici?" mi ha chiesto cambiando argomento.
"E' stato bello, tutti in salute ed eccitati per il Natale. Le gemelle non riuscivano a stare sedute per un solo minuto." ho detto, sorridendo al ricordo.
"Oh, posso immaginare. E il tuo compleanno?" mi ha chiesto, ed io ho sospirato.
Dopo a 'chiacchierata' che abbiamo fatto io e mia madre, sono arrivati gli ospiti e ci siamo comportati come sempre facciamo ai compleanni.
"E' stato okay, niente di speciale." ho detto e lui mi ha sorriso.
"Mi sei mancato." ha sussurrato, guadagnandomi il mio sorriso triste.
E' quasi una situazione normale quella tra noi due adesso, mi sembra di essere tornato ai vecchi tempi.
Perché è cambiato? Mi sta solo dando false speranze per poi abbattermi di nuovo?
Come in precedenza. Mi faceva credere che tutto andasse bene e poi tornava e mi buttava di nuovo giù. Fa ancora più male quando si comporta così. Non può semplicemente decidere da che parte stare?
Il fischio è cresciuto, ed ora è talmente acuto che non riesco ad ignorarlo. Mi sarei lasciato cadere nella sua trappola di nuovo solo per non essere mai catturato? O mi sarei alzato con i piedi ben ancorati al suolo?
Ho scosso la testa lentamente verso di Harry prima di correre nella mia stanza e lanciare la valigia sul letto.

Questa è la cosa giusta da fare o è quella sbagliata?  


Worthless||Larry Stylinson[Italian]Where stories live. Discover now