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"Blair?" Sento Harry chiedere. La sua voce è calma. "È andata. Puoi uscire ora." Sblocco la porta del bagno, camminando esattamente nelle braccia di Harry. Lo abbraccio forte mentre mi accarezza i capelli. "Mi dispiace che tu abbia dovuto ascoltare prima," dice nei miei capelli.

Mi allontano da lui. "Harry... Le hai detto di non fare niente che avrebbe potuto farti arrestare..." Lo guardo negli occhi. "Ti prego, conferma che non colpiresti mai una ragazza."

Harry scuote la testa. "Non lo farei," dice. "Era una minaccia a vuoto."

Annuisco. "Bene." Gli sorrido. "Vado a fare una doccia."

Harry annuisce. "Va bene, vai pure." Quando non si muove, alzo gli occhi al cielo.

"Esci," dico.

"Oh, andiamo, Blair!"

"Harry," lo avverto. "Ti rovinerò il terzo libro di Hunger Games se non esci."

"Oh, è una minaccia?" Harry ghigna.

"D'accordo, d'accordo, va bene, solo--non dirmelo!" Harry appoggia una mano sulla mia bocca e io rido. Gli do una spinta e chiudo la porta del bagno a chiave dietro di lui una volta uscito. Mi lavo velocemente.

Estraggo le pastiglie dalla mia borsa, leggendo la prescrizione ancora e ancora. Sono felice... le pastiglie hanno funzionato. Sono adulta e posso fare le mie decisioni. Forse non mi serve la medicina. Finché sono con Harry, sono felice. Appoggio il contenitore sul bancone.

Mi lavo velocemente e sono totalmente sconvolta dallo stato della doccia di Harry. Scivolo nei miei vestiti e intreccio i miei capelli, rovistando nel bagno alla ricerca di prodotti per pulire. Non ne trovo nessuno (scioccante), quindi esco dal bagno, cercando Harry.

Lo trovo in cucina, piegato su Catching Fire. Chiude il libro quando entro.

"Dove sono i tuoi detergenti?" Chiedo in modo piatto.

Harry aggrotta le sopracciglia. "Perché dovresti aver bisogno di detergenti?"

"Sembra che Satana abbia cagato nel tuo bagno," dico.

Harry alza gli occhi al cielo. "Quindi?"

"Quindi, finché sono qui, pulirò la tua dannata doccia." Incrocio le braccia sul petto.

Harry sospira e raggiunge il mobile sotto il lavandino, estraendo un cesto di prodotti. Me lo porge e io ghigno.

"Perfetto," dico, alzando i tacchi e saltellando le scale.

Harry mi segue in bagno e osserva mentre setaccio i prodotti, mordendomi il labbro in concentrazione.

Mi piego sulla disgustosa vasca da bagno e verso un po' di detergente dentro. Faccio scorrere l'acqua e afferro un attrezzo per svuotare lo scarico.

"Quand'è stata l'ultima volta che hai pulito questa doccia?" Chiedo, increspando il mio naso mentre inizio lentamente a svuotare lo scarico.

Harry mi fissa con uno sguardo assente. "Dovresti pulire le docce?"

Guardo Harry. "Sì, idiota!"

Harry alza le mani in arresa. "Scusa, scusa!"

Tolgo l'attrezzo dallo scarico e quasi urlo. "Gesù Cristo, c'è un bambino?" Un enorme ciuffo di capelli giace sull'utensile che stava nello scarico in precedenza.

Anche Harry corruga il naso mentre lo getto nella spazzatura.

"Come fai a vivere così?" Chiedo a Harry mentre altri ciuffi di capelli escono dallo scarico.

Harry apre la bocca per rispondere ma finisce per scrollare le spalle. "Non sapevo che ci fossero così tanti...detriti... nel mio scarico."

Cerco di non strozzarmi mentre svuoto il resto dello scarico e pulisco la vasca. Mi alzo finalmente, lavandomi le mani nel lavandino. Harry si appoggia contro lo stipite della porta, essendosi cambiato in un maglietta bianca fresca.

"Devi davvero iniziare ad essere meno sciattone," dico, ghignando. "Potresti ammuffirti."

"Scusa se non ho un disturbo ossessivo compulsivo come te," dice, alzando gli occhi al cielo.

"Entra e dimmi che il bagno non sembra immacolato," replico, alzando le sopracciglia. Harry ghigna e mi sfiora superandomi, guardandosi intorno nel bagno.

"Non è male," dice.

"Oh, per favore," dico. "È fantastico."

Harry scrolla le spalle, un ghigno ancora presente sul suo viso. Afferro le mie cose dalla sua camera e camminiamo al piano inferiore.

Il mio telefono suona all'improvviso e gemo vedendo il numero di mio padre. Harry mi guarda mentre metto il telefono all'orecchio e apro il frigorifero, cercando qualcosa di vagamente appetitoso da mangiare per colazione.

"Pronto?"

"Blair, stai bene? Sto cercando di contattarti da tutta la notte!"

Allontano il cellulare dal mio orecchio e come previsto, ci sono venti chiamate perse da mio padre e Jay.

"Sono da Harry."

"La tua auto è stata trainata nel vialetto d'accesso questa mattina."

"Mi è finita la benzina quando ero in strada."

Mio padre espira. "Va bene, sono solo felice che tu stia bene."

Aggancio e lancio il telefono sul tavolo. Non sono dell'umore giusto per parlare con mio padre ora come ora. "Seriamente non hai niente di buono da mangiare?" Chiedo a Harry.

Scrolla le spalle. "Non faccio colazione la maggior parte delle mattine."

Lo guardo con terrore. "Come fai a non farla? Non sei affamato tutto il giorno?"

"Mangio a pranzo," dice Harry. "Comunque, se sei davvero affamata possiamo andare fuori da qualche parte. Sai, a IHOP o qualcosa del genere."

Sorrido. "IHOP!"

Harry sorride ampiamente, afferrando le chiavi dell'auto. "Lo prendo come un sì."



Lights (Italian translation)Where stories live. Discover now