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"Blair! Harry è qui!" Grida mio padre.

Il mio cuore svolazza e sistemo il lucidalabbra sulle mie labbra, colorandole di un rosa chiaro. Mi guardo allo specchio. Harry mi ha detto di non vestirmi elegante stasera, che saremmo andati solo fuori per cenare. Ovviamente, non ho ascoltato.

Indosso i miei jeans, come d'abitudine, con un maglione d'argento che ho trovato nel retro del mio armadio. È abbastanza casuale, ma è anche abbastanza carino da far incazzare Harry solo un po'.

Afferro la mia borsetta e mi faccio strada al piano inferiore. Sento Harry e mio padre parlare in veranda. Anche se so che è sbagliato, mi appoggio contro la porta, premendo il mio orecchio su di essa in modo da poter sentire cosa stanno dicendo.

"Dove andate voi due stasera?" Chiede mio padre.

"Solo fuori per cena," risponde Harry. "Niente di lussuoso."

"Ah." Stanno in silenzio per un po'. "Dov'è lei? L'ho chiamata."

"Sarà qui tra poco," dice Harry.

"Quindi," dice mio padre. "Tu e Blair, huh?"

Harry si schiarisce la gola a disagio. Trattengo il respiro, aspettando la sua risposta. "Uh... già. Sì."

"Mi fido di te, Harry, lo sai?"

"Brutalmente difensivo." Ride Harry nervosamente.

"Come suo padre, devo chiederti," mio padre continua. Mi congelo. "Quali sono le tue intenzioni con mia figlia?"

Spalanco gli occhi e apro la porta, mascherando un sorriso sul mio viso. "Ciao," dico un po' troppo velocemente.

Gli occhi di Harry sembrano ringraziarmi mentre chiudo la porta dietro di me e annuisco a mio papà.

"Andiamo?" Dico a Harry. Allunga la mano per me, e la prendo. Posso ancora sentire il mio cuore battere furiosamente nel mio petto. Saluto mio padre mentre io e Harry camminiamo nella sua auto. Apre la porta per me, lanciandomi un piccolo sorriso, e io ci scivolo dentro. Guardo fuori per vedere mio padre che ci sta ancora fissando dalla veranda, un minuscolo sorriso inciso nei suoi lineamenti.

Harry accende il motore e poi mi guarda. "D'accordo, da quanto stavi ascoltando?" Chiede. Mi conosce troppo bene.

"Non stavo ascoltando," mento, spostando dei capelli lontano dai miei occhi.

Harry sbuffa. "Ti ho vista scendere dalla finestra anteriore," dice. "Non sono così stupido come sembra." Ghigna, indietreggiando dal vialetto.

"Non è che sembri stupido," dico. "È che hai cannato quattro classi nell'ultimo anno di scuola."

"Non ho cannato," dice. "Non ho semplicemente dato il mio massimo." Tira su con il naso.

"Oh, certo," dico. "Non è come se non ti avessi dovuto fare da tutor in matematica per tre anni di fila."

"Odiavo la matematica e lo sai," rimbecca. "Non sono intelligente in modo naturale, come te."

Rido. "A meno che non conti arte," ghigno. "Non avrei potuto fare arte in tutta la mia vita." Guardo Harry. "Che è il perché tu sei un artista di tatuaggi e io no," dico. Sa che mi sto prendendo gioco di lui e alza gli occhi al cielo.

"È un'arte," dice Harry. "Devi disegnare!"

"Sulla pelle di persone!"

"Esattamente! È arte che si portano con loro per il resto della loro vita!"

Lights (Italian translation)Where stories live. Discover now