Capitolo 7

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Odio il lunedì perché ho da sistemare e organizzare le cose per una settimana con Mike.

Stamattina si è presentato nel mio ufficio con un cappuccino fumante e capisco solo ora perché l'ho scelto a lavorare con me.

- Mike, allora, che mi dici per questa settimana?

- Caos, signor Evans.

- Capisco. Mettiamoci a lavoro e per ora di pranzo ti lascio andare anche dalla tua ragazza.

- Come ha capito, signore, che sto frequentando una ragazza?

- Ehi, mi chiamo Evans, ed ho detto tutto.

In realtà pensavo avessi da parecchio una ragazza, ma molto meglio sapere le cose per certo.
Mi infilo una matita dietro l'orecchio, come faccio sempre quando ho bisogno di concentrazione e in un lampo si fanno le dodici.
A mezzogiorno lascio Mike alle sue cose e gli dico che per una volta so badare al pranzo da solo.

 So benissimo che non mangerò perché quando mi immergo nelle cose, non faccio altro se non ciò che devo. E pensare a ritrovare quella ragazza dai capelli rossi e gli occhi ramati è un chiaro esempio della mia determinazione.

La settimana prima Gio' non aveva trovato nulla di interessante. L'investigatore ha accennato forse al Canada e ho lasciato che portasse avanti le sue ricerche pagandolo il doppio e con tutti gli extra necessari. Una cosa è sicura: quando l'avrei ritrovata sarei diventato un senzatetto, ma non avrebbe avuto importanza.

Lascio che apre la porta infuriata senza che me ne renda conto. Si piazza davanti a me, con le braccia incrociate e i piedi ben piantati a terra. Il suo volto è rosso e sta per esplodere, penso che abbia fatto i dodici piani a piedi per arrivare al mio ufficio. So quanto può essere lento a volte l'ascensore.

- Come hai potuto???

- Ciao anche a te. Mi sei mancata e devo ammettere che ora che sei qui, mi sento molto meglio.

- Anche io! Così posso buttarti addosso tutta la mia frustrazione!

Mi alzo posizionando i gomiti sul tavolo, con una gamba a terra e l'altra alzata sulla sedia.
Prendo la matita dall'orecchio e la metto tra i denti, facendo spuntare un pezzetto di lingua, mentre la vedo che inizia il conto alla rovescia per quel detonatore che è diventata la sua faccia.
So benissimo che effetto fa la posizione che ho assunto e la mia lingua.

- Guarda non ti mollo un altro ceffone perché so che per tutta la gente che ti vuole vedere fallire, hai piazzato un numero infinito di telecamere qua dentro!

- Ma dai?! Io non ho mai voluto la fine della carriera di nessuno. Sono l'onesto lavoratore che porta a casa il pane a fine giornata.

- Finiscila con le cretinate, perché pare che tu voglia la fine della mia di carriera!

Perché non hai approvato i bozzetti che ti ho inviato?

Sai quanto tempo sono stata a lavorarci su?

- Ti dirò...

Adesso voglio iniziare un discorso da bastardo... Almeno la faccio scoppiare.

- Mancano di.... Li ho visti vuoti, spenti, senza anima. Non metti proprio il cuore nelle cose che fai.

- Sei solo un bambino viziato che ha avuto tutto dalla vita! Non pensare che io rifiuti il progetto. Ti manderò tanti di quegli schizzi che ti inonderò l'intero grattacielo e mi odierai a tal punto che ne approverai uno per togliermi dai piedi.
Sei cresciuto tra i soldi, eh?
Mi dispiace dirti che non bastano solo quelli nella vita. Sarai anche uno dei più grandi graphic designer del pianeta, ma per me sei e resti un fallito!

Mi tolgo dalla scrivania e inizio un passo dopo l'altro verso di lei.
Questa volta la afferro e di certo non con delicatezza e si iniziano a sentire gli anni passati in palestra. Ho messo su tanta massa muscolare, pensando che un giorno mi sarebbe servita e adesso la sto usando per far capire delle cose a questa ragazza cocciuta come un mulo!
La prendo per le braccia e la tengo forte, mentre lei cerca di scrollarmi di dosso con tutta la sua forza che è parecchia per essere così magra.

- Non attacca Cloè. Non sai un cazzo di me. Non sai il culo che mi sono fatto per arrivare fin qui. Lavoro da quando avevo diciannove anni e nessuno mi ha mai mantenuto. Lo facevo io, andando a montare insegne pubblicitarie nel mio paese per quattro soldi dalle sei del mattino fino a tarda sera. Scusa se ho colto l'opportunità. Scusa tanto se ho preso quel treno che passa una sola volta nella vita e mi sono dato da fare. Se mi reputi un fallito, possiamo chiuderla qua. Non lavoro per gente che non mi reputa all'altezza. Tantomeno lavoro con persone che non reputo capaci abbastanza professionalmente.
Avvertirò il signor Brown che non accetto il progetto. Non perché non ne sono capace, ma perché ho tantissime cose da fare. I soldi li faccio comunque. La tua opinione non cambierà e non che mi freghi di quello che pensi, ma di sicuro non starò a farmi offendere da te.

Finalmente l'ho ammutolita. Si sta sgonfiando e anche il petto si sta svuotando di aria che aveva accumulato inutilmente.

- Puoi anche andare adesso. A mai più.

Le lascio le braccia e guardo istintivamente l'ultima volta la sua voglia a forma di ali di farfalla.

- A mai più.

Mamma mia, è proprio ottusa 'sta ragazza.
Almeno adesso non mi ha tra i piedi e potrà far fallire la linea di moda con i suoi marchi mediocri. Non sono male, ma cavolo, ce n'è di lavoro da fare.
Prende la maniglia con tanta di quella forza che penso ad un punto che butti giù la porta e se ne va lasciandola socchiusa.

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