Capitolo 46

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- Salve Signor Evans.

- Perdoni l'orario Signor Dick, ma non l'avrei disturbata se non fosse stata una emergenza.

- Si figuri. È pronto lei e la sua signora?

- Certo. Mike ha già caricato tutto e resterà qui ad occuparsi delle mie cose.

- Se siete pronti, il decollo è fissato tra 3 minuti.

- Perfetto.

Non faccio visita ai miei da prima dell'incidente. Loro sono ritornati a casa e mi hanno lasciato nelle mani di Clo'.

Sanno che li stiamo raggiungendo e mio padre sa si Steve. Come avrei voluto lasciare Clo' fuori da tutto questo. Ma se è arrivato a lei, non siamo più al sicuro.

- Amore mio...

La vedo appoggiata con la testa al tettuccio dell'aereo, seduta di fonte a me. Ha le mani sul pancione e lo massaggia, quasi a rassicurare la nostra piccola.

- Andrà tutto bene.

- Mi fido di te.

Non posso dirle la verità. Odierebbe tutto quello che sono e quello che ho fatto in passato.

Da New York a Roma, il viaggio è stato davvero pesante. Per me che non sono in dolce attesa, figuriamoci per Clo'.

Durante il volo l'ho vista con uno sguardo di ansia, preoccupazione, rilassarsi col tempo e addormentarsi sotto i miei occhi. Il pilota avvisa che siamo in dirittura di arrivo, ma non voglio svegliare le mie donne. Non so cosa fare. Vedo fuori dal finestrino e mi risento a casa dopo tanto tempo.

Ho timore che possa fare qualche pazzia, non adesso che ho Clo' al mio fianco, non adesso che sto per diventare padre.

L'aereo atterra con due strattoni che svegliano la mia piccola. E forse anche la sua piccina in grembo.

- Siamo arrivati?

Dice stropicciandosi gli occhi con una mano e con l'altra tiene sempre il pancione, in segno di protezione.

- Si, siamo atterrati. I miei ci aspettano fuori l'aeroporto.

- Prendo le nostre cose e ti raggiungo.

- Lascia fare a me. Piuttosto copriti che le temperature sono abbastanza basse.

La prendo per mano e la porto verso la scaletta.

Ho paura. Non nascondo a me stesso che ho paura. Paura che il mio passato possa uccidere il mio futuro.

- Clo' rispondo un attimo alla chiamata. Inizia a prendere i bagagli, ti raggiungo subito.

L'inesistenza con cui vibra il cellulare, mi fa pensare solo ad una persona.

- Cretino!

- Cretino io?! Te ne vai nel cuore della notte e vengo a saperlo dal tuo assistente perché non ni rispondi al cellulare!

- Dovevo andare via.

- Andare via? Ma dove sei?

- Sto dai miei per un po' Gio'.

- Hai bisogno di me?

- Ho delle cose da risolvere.

- Ma quando mai io e te ci siamo nascosti le cose coglione?

- Sono nella merda Gio'.

- Che hai fatto stavolta?

- È ricomparso... Steve.

- Ma non era morto?

Gio' mi raggiunge col primo volo.

Mi avvicino ai bagagli e prendo due valigie, con il mio cognome. Alzo lo sguardo e vedo la mia bellissima compagna con mia madre e mio padre sorridere come non li ho visti mai.

Le accarezzano il pancione, i capelli e un po' sono geloso. Poi mi calmo e penso che le quattro persone più importanti per me sono nello stesso luogo. Questa è la fortuna.

- Mamma, papà.

- Tesoro! Che sorpresa magnifica! Siamo felicissimi tu abbia portato anche Clo' con te.

Tesoro, cosa ne dici di andarci a fare una rinfrescata? Immagino sarai stanchissima dal viaggio. Andiamo, così mi racconti anche come sta il mio nipotino.

- Nipotina.

Non l'avessi mai precisato! Mi guardano in cagnesco tutte e due e se ne vanno sotto braccio. Valle a capire le donne.

Io e mio padre le guardiamo in silenzio andare via. Appena svoltano l'angolo, mio padre esplode.

- Ma sei impazzito a portarla con te?

Lui ti avrà seguito!

- Tenerla con me è l'unico modo che ho per tenerla al sicuro.

- Sei un incosciente! Adesso diamoci da fare! Non penso che i morti resuscitino... chi diavolo può averle parlato?

- Clo' me l'ha descritto come un normale ragazzo sulla trentina con un accetto strano.

- Abbiamo bisogno di aiuto in ogni caso.

- Gio' sta prendere l'aereo e ci raggiunge appena possibile.

Ci zittiamo un attimo, come per raccogliere le ultime energie che ci sono rimaste e inizio io.

- Io ho paura. Paura di perdere le persone a me più care.

- Non succederà. Fidati.

Abbraccio mio padre e quasi in un gesto liberatorio, scarico tutta la tensione in corpo.

VOLEVO RINGRAZIARVI DI SEGUIRMI DA QUASI DUE ANNI, SENZA STANCARVI E AUGURARVI DOLCISSIME FESTE!!! ❤ 

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