11) Un, due, tre... Stella?

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Sarebbe stato un bel giorno, appena aprii gli occhi la mattina me ne resi conto.
Sarebbe stato il giorno in cui Christine e Sonia si sarebbero conosciute, salvo imprevisti.

Dovevo alzarmi e prepararmi, Christine si svegliò un po' prima, infatti era già in bagno, sentivo il rumore dell'asciugacapelli.

Presi una maglia e un paio di pantaloni dall'armadio e bussai alla porta del bagno.

Bussai più volte perché con l'asciugacapelli acceso dall'altra parte era più difficile che potesse sentirmi subito.

-Entra!- Sentii dire dall'altra parte.

Entrai e la guardai con faccia contenta, due occhioni aperti e un sorriso quasi innaturale.

-Sei contenta!?- Le chiesi euforico.

-Una Pasqua proprio...- Mi rispose sbuffando.

Non diedi credito a quella reazione, non conosceva ancora Sonia.  Avevo capito che se quello era il suo carattere, non potevo sollevare polemiche, reagii continuando a tenere quel gran sorriso.

-Devo farmi la doccia.- Le dissi mentre preparavo già tutto.

-Sai, pensavo di passare in quel negozio vicino al bar "Da John"- Mi disse concentrata.

-Quale?- Chiesi incuriosito.

-Come quale? Quello dove abbiamo preso il completo per il compleanno della figlia di Karen." Rispose cercando di farmi capire.

Mi stava parlando di un negozio di bambini. Ero contento questo si, ma dovevo capire meglio di cosa parlasse e perché volesse passarci. Nel caso in cui volesse comprare qualcosa alla bimba, perché lo avrebbe fatto? Solo gli sciocchi non cambiano idea, ma non così repentinamente.

-Stavo pensando di prendere qualcosa per la bimba, sarebbe da maleducati andare senza niente.- Affermò.

-Beh, ieri suor Anastasia mi ha avvisato che oggi sarebbe stato il suo compleanno, anche io sarei dell'idea di comprare qualcosa.- Risposi.

-Bella idea, si, ma nulla di eclatante.- Disse decisa.

Anche io avrei puntato sul sobrio.

Voglio dire, non potevo comprarle una casa, ma le avrei preso benissimo la Luna.

-Pensavo a qualcosa come un vestitino.- Affermò con lo sguardo pensante.

-ROSSO!- Risposi quasi interrompendola.

-Perché rosso?- Chiese subito.

-Pe...Perché..- Tentai di rispondere, imbarazzato.

Non so se avrebbe preso bene il fatto che io conoscessi il suo colore preferito.

-Si ho capito...- Disse quasi sfiduciata dopo un po'.
-Vada per il rosso...- Aggiunse.

Ci preparammo in tempo, Christine mi fece aspettare un po', non riusciva a finire, ma verso la tarda mattinata riuscimmo a partire.

Come al solito svoltammo per il vialone principale, e arrivammo difronte al Bar, al negozio.

Entrati nel locale, trovammo una signorina dietro ad un banco, circondata ovunque da vestitini, magliette, giacche e qualunque altro capo d'abbigliamento riguardasse i bambini.

-Salve, cerchiamo qualcosa come un vestitino.- Chiese gentilmente Christine.

-ROSSO.- Risposi di nuovo io, facendo quasi spaventare la signorina.

Christine si girò verso di me alzando gli occhi in segno di noia.

La signorina perplessa dalla scena inusuale si apprestò a prendere qualche vestitino che potesse soddisfare le nostre esigenze.
Prendendo qualche capo e posandolo sul bancone chiese:
-Per chi è? Vostra figlia?-

UN CIELO BIONDO [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now