41- Sono Zeta, lui Zero.

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- ... e così ha smesso di fare l'antipatico!- Nikki finisce di raccontare un episodio successo. Rido mentre mi guardo attorno, i negozi non sono mai stati la mia passione e credo anche a lei non ne vada pazza ma per lo meno ci stiamo divertendo raccontandoci aneddoti.

-E questo?- Chiede sfiorando il tessuto rosso fuoco, sembra abbastanza lungo da coprire almeno le cosce –sembra bello, provatelo- affermo, lo prende ed indugia guardandolo prima di recarsi ai camerini. Intanto mi guardo attorno, dopo alcuni minuti di ricerca trovo un vestito che sembra fabbricato direttamente dalla mia testa, è proprio quello a cui pensavo: lungo fino alle caviglie (in questo modo potrei addirittura non avere il problema della depilazione) scaccio via quel pensiero per continuare a contemplare l'abito a sfera con il livello Organza che ho tra le mani. Ha il corsetto e sembra senza spalline, l'unica cosa diversa dall'immagine che avevo sognato per il vestito da ballo è che il colore è grigio argentato invece di bianco, non mi dispero, sapevo già in partenza che è impossibile trovare quello tanto sognato, però non mi posso lamentare, è davvero bello.

Vado subito a provarmelo.

Quando esco dal camerino per guardarmi allo specchio mi sento nata per indossarlo, nonostante la mia capigliatura ribelle e il viso struccato, non mi trovo male con questo addosso, sono curiosa di vedermi in tiro, e sì, per una volta voglio guardarmi allo specchio ed essere una ragazza con l'autostima a mille, perciò sì. Mi vedo bene con questo sopra!

-Stai davvero bene- mi volto verso Nikki, anche lei ha il vestito. Il rosso mette in risalto i suoi occhi chiari. E' abbastanza aderente, come avevo previsto le arriva alle cosce, il vestito è semitrasparente in alcuni sprazzi, ad esempio nel seno, infatti si vede la fascia che stritola il seno mettendolo in mostra, le maniche sono leggermente sottili in modo da avere le spalle libere senza niente sopra.

-Nikki, ma guardati!- Sorrido quando fa un giro su se stessa. Pensavo male sul suo conto, mi duole ammetterlo ma è così.

-Beh lo spero ormai è sera e siamo riuscite a trovare qualcosa solo in questo negozio!-

-In effetti-

-Dai, se sei sicura della scelta, andiamo a pagare che usciamo, devo fumare-

Faccio come preteso.

Quando usciamo si accende una sigaretta –da quando sono arrivata tu e Ethan non siete riusciti a stare soli nemmeno un secondo?- Arriccio il naso –veramente se ci siamo stati discutevamo-

-non devi essere dura con lui, lo fa per proteggerti, ha visto cosa ha fatto a me non vuole che ti succeda nulla. Se la Hastings scopre che fai le tue ricerche su di lei te lo farà pentire-

-ora l'ho capito infatti non faccio più alcuna ricerca-

-bene. Ethan ti vuole davvero bene, è preoccupato-

-ho capito!-

-Bene.- Per il resto del tragitto rimaniamo in silenzio, ognuna con i suoi pensieri.

Ormai sono le sette, non mi ero accorta che fosse così tardi –vuoi mangiare fuori già che ci siamo o...-

-sì, certo-

-conosco un buon posto- mi fa l'occhiolino –a te piace la pizza vero?- Scoppio a ridere –perché c'è da chiedere?-

-La sicurezza prima di tutto- sorrido.

Siamo sedute in una pizzeria. Una difronte l'altra.

-Ethan sembra più nervoso del solito- dice piegando la testa di lato. Mi stringo nelle spalle

-secondo me centrano i vostri litigi-

-non mi va di parlarne- borbotto strappando brutalmente la pizza a morsi. –Come ti pare...- dopo un attimo di silenzio alza un sopracciglio –non vuoi lasciarlo vero?- Quasi mi affogo –cosa?- senza farlo a posta la mia voce esce come uno strillo –no! Santo cielo, no- come cavolo le è venuto in mente? Dio, no, non potrei mai.

AmberWhere stories live. Discover now