Night...

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Scoppiai a ridere. Mi faceva ridere troppo sto ragazzo, madonna… “ AHAHHAH Certo che siamo mejo di te!” “ Sì, sì… Certo, certo.” Mi aprì lo sportello della sua auto e mi fece entrare, poi fece il giro della macchina e prese il posto del guidatore, “ Oh, sinceramente chi era quella?” “ La figlia della mia vicina di casa che studia in America e torna ogni morto di papa. E con cui ho passato la maggior parte della mia vita.” Dissi io mettendomi la cintura, “ Oh, figo!” disse mettendo in moto,  “ Comunque dove mi porta stasera?” chiesi io guardandolo, “ Su una stella.” Rispose guardandomi e sorridendo. “Uh, bene. Un nuovo pianeta!”. Rise. Dopo un quarto d’ora arrivammo davanti un pub, “ Questa è la stella. Ti piace?” “ AHAHAHAH Ottima scelta.” Scesi dalla macchina, venne subito da me e chiuse lo sportello e mi prese la mano, “ Ci divertiremo, penso.” “ Non smortare la serata, Lou.” Dissi tirandolo con me. Ci fecero entrare quasi subito, non c’era tanto casino, fortunatamente. La musica era già messa a palle, i ragazzi di varie di età già ballavano, i barman già distribuivano cocktail dovunque. Quei cocktail fortissimi, dove mettevano di tutto, e che io amavo. “Cosa vuoi fare per primo?” chiese lui stringendomi al suo corpo, “ Baciarti.” Dissi io girandomi e baciandolo, “ Mh… ottima scelta…” disse lui ridacchiando, “Mh… adesso vieni con me…”. Mi prese la mano e mi porto in mezzo la stanza. “ Segui il ritmo.” Praticamente mi stava chiedendo di ballare. Sorrisi, e poi cominciai a muovere i miei fianchi, invitando anche lui a fare ugualmente. Cominciò anche lui a ballare. Mi avvicinò di più a lui, mettendo le sue mani sul mio fondo schiena, voleva arrivare ad un punto ben preciso, ma io gliele feci salire sulla mia schiena. Mi guardò sorridendo, e poi mi strinse la mano e mi tirò con lui verso il bancone. Si sedette sull’unica sedia libera che vi era. Ne cercai un’altra. Ma lui mi tirò su di lui. Mi fece sedere sul suo ginocchio e mi strinse, “ Che prendi da bere?” “ Birra, tu?” “Uhm… proprio da maschiaccio…mh… io voglio un cocktail.” Chiese al barman ciò che desideravamo, e cominciammo a sorseggiarli. “ Che fai domani?” Chiese guardandomi, “ Penso di uscire in giardino e parlare con Hope.” “Che sarebbe…” “ La mia vicina di casa, Kevina, ricordi?” dissi io guardandolo negli occhi, “ Ah, ho capito, ho capito.” “Tu, cucciolo?”, “Boh…Forse devo stare con le mie sorelle.” “Sono così carine e dolci!!” dissi io sorridendo, “ Finché le conosci così, sì, ma in casa sono quattro pesti.” “ Come te.” dissi guardandolo seria, “ Oh, grazie, grazie. Basta ho chiuso con te.” disse facendomi alzare e andando verso la folla. Era quasi arrivato vicino al muro, riuscivo a vederlo ancora, quando corsi verso di lui e gli picchiettai la spalla. Si girò e lo spinsi al muro baciandolo. Mi strinse, continuandomi a baciare.”Mh, perdonata, perdonata!” disse guardandomi negli occhi e sorridendo, “ Ti amo” dissi io guardandolo negli occhi, “ Anche io, piccola.” Disse prima di baciarmi dolcemente. Stemmo tutta la serata a ballare e a bere qualche bicchiere di birra in più del solito, quando fu l’ora di tornare a casa. “ Vieni a dormire da me, vero?!” chiese avvicinandomi a sé stesso, “Mh… no… accompagnami a casa… Ho sonno…”” Sì, va bene!” Disse baciandomi la guancia. Mi infilai in macchina, e l’orologio della macchina segnava le due e mezza. Appoggiai la testa al sedile e caddi in un lungo sonno.

Qualcosa mi faceva solletico sulla guancia. Non sapevo cosa fosse a procurarmi quel prurito sulla faccia, “ Smettila Niall.” Dissi affogando la testa nel cuscino, “Mh, fino a poco tempo fa ero il tuo Louis, ma…” “ Sì, certo… Ed io sono Carly. Notte James…” Dissi mettendomi più comoda e cercando di riprendere il mio sonno. Baci dolci riempirono il mio collo, “James, ma ti senti bene?” dissi io girandomi e aprendo gli occhi. Solo allora capii che era Louis e non Niall, “L-Louis?” “Ciao principessa!” disse baciandomi dolcemente, “ Mh… che ci fai a casa mia in mutande?” “Uhm… casa tua… sì…”. Mi guardai intorno. Quella non era casa mia. “ Louis dove cavolo mi trovo?” “Oh… questa è casa mia.” Disse sorridendo. Mi aveva già raccontato che lui non viveva con i suoi ma in un appartamento a parte, ma non vi ero mai entrata prima di quella volta, “ Oh…E perché sono in intimo?” dissi guardandolo male, “ No, non sono stato io, non sono stato io. Penso che stanotte avrai sentito caldo e ti sarai levata il vestito, ma io non ti ho toccato.” Disse alzando le mani in segno di arresa, “ Oh, va beh… anche se fosse stato il contrario…” dissi appoggiandomi al suo petto, “ Ma perché poi non mi hai portato a casa mia?” “Mi facevi pena. Dormivi così con quel viso angelico, che non potevo svegliarti.” Disse lui stringendomi, “ Sì, certo…Comunque adesso mi accompagni a casa.” “ Sì, sì ora… ora… con calma…” disse mettendosi su di me e cominciandomi a baciare il collo, arrivando fino alla bocca. “ Mh… Lou…davvero… accompagnami a casa…” “Mh…mh… adesso, adesso…” Disse baciandomi il collo, e mettendo le mani nell’elastico dei miei slip, “ Fermo, fermo, fermo.” “ Che c’è?” chiese lui fermandosi e guardandomi negli occhi, “ Cioè…no. Accompagnami a casa dai.” Dissi mettendo le mani sui suoi fianchi, “ Mh… non riesco a resisterti…” disse mordicchiandomi il collo, “ L-Lou... cerca di resistermi che tanto vado.” Dissi baciandogli la guancia e dandogli dei morsi, “ Che cattiveria… Cattiveria pura…” disse dandomi un bacio sulla guancia e alzandosi. Mi rivestii mentre lui si sistemava in bagno. Mi accompagnò, e ci fermammo davanti il vialetto di casa. “ Va bene, adesso vado.” Dissi io sorridendo e aprendo lo sportello, “ Aspetta.” Mi prese il braccio e mi fece girare baciandomi appassionatamente. “ Ciao cucciola, ci vediamo alle 9.” “ Mh, ciao amore.” Dissi sorridendo. Scesi dalla macchina e nel giardino della casa accanto c’era Hope che innaffiava i fiori “ Ehi Smith!” “ Salve Horan!” “ Arrivo! Dammi il tempo di cambiarmi.” “ Ti aspetto eh!” 

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