Seventy Second Shade [R]

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Ad Agathe erano serviti quattro giorni per studiare gli ultimi dettagli del proprio piano, ma finalmente quel pomeriggio avrebbe potuto discuterne con gli altri.

Per l'occasione aveva riunito a casa di Leah – che aveva gentilmente messo la propria villetta a disposizione – una squadra di tutto rispetto: seduti insieme a lei c'erano, oltre alla padrona di casa, Lara, Thomas, Moses, Alan, Damon e Richard. Le serviva la banda al completo, per far scappare Colin Scott una volta per tutte.

Come al solito, l'unico ritardatario era Benedict.

«Giuro che prima o poi lo ammazzo, mio fratello» masticò tra i denti Agathe. «È in ritardo, è sempre in ritardo, come diamine è possibile?». Afferrò il cellulare e mandò un messaggio a Benedict. «Voglio proprio vedere che scusa s'inventa stavolta!»

«Dai Will, rilassati: oggi siamo tutti liberi, abbiamo tempo in abbondanza» cercò di rabbonirla Thomas.

«Questo non significa che dobbiamo passarlo ad aspettare lui!» berciò Agathe.

Il campanello suonò.

«Scommetto che questo è lui» disse Leah, alzandosi. «Calmati, Will: ti servirà».

Richard – l'unico realmente, totalmente all'oscuro di cosa avesse in mente la ragazza – si sporse verso Agathe. «Mi spieghi cosa stai tramando?»

Lei si appoggiò allo schienale della sedia e incrociò le braccia sotto il seno. «Cosa sai di Colin Scott?»

L'uomo ricordò la breve menzione che ne aveva fatto Alan mesi prima. «Molto poco».

«Bene. In sintesi: mi ha fatto torto, lo odio e ho fatto in modo che si trasferisse in Norvegia» rispose Agathe, digrignando i denti. «L'ho fatto scappare una volta e lo farò di nuovo, ma ho bisogno di un po' d'aiuto. Se non ti va, non ti biasimerò».

Richard la guardò dritto negli occhi. «Hai detto che ti ha fatto torto».

«È così» confermò lei.

«Mi basta» annunciò lo storico. «Sono a disposizione».

Agathe sorrise e distolse lo sguardo appena in tempo per vedere Leah tornare in salotto, seguita da Benedict e da una persona che la ragazza non vedeva da tempo.

«David!» esclamò, sorpresa e lieta. L'attore rispose con un sorriso abbagliante e Richard assottigliò lo sguardo. Agathe stava fissando imbambolata il nuovo arrivato, e non era l'unica: anche Leah, Lara, Alan e Moses gli avevano incollato gli occhi addosso, e tutti e cinque sembravano aver perso l'uso della parola.

Al pari di lui, Benedict sembrava infastidito dalla scena. «Siamo in parecchi: come mai?» chiese.

Tutti lo ignorarono; David andò dritto da Agathe, la fece alzare dalla sedia e la osservò con attenzione.

«Tesoro, sei diventata davvero bellissima» disse con voce limpida.

Agathe arrossì; gli occhi di Richard divennero due fessure e Benedict rifilò uno schiaffo poderoso sulla nuca dell'amico.

«Piantala, Dave» gli intimò.

David inarcò le sopracciglia. «Che c'è, Williams? Sei geloso perché a te non l'ho mai detto?» chiese beffardo.

«È mia sorella» scandì Benedict con forza. «Giù le zampe».

L'altro alzò gli occhi al cielo. «Mamma mia come sei noioso. Tua sorella è cresciuta: che vuoi fare? Tenerla sotto una campana di vetro?»

Richard aprì la bocca per dire qualcosa di pungente, ma Agathe li anticipò tutti.

«Sotto la campana di vetro ci sono i vostri cervelli» esclamò secca. «Non sono per l'esposizione, sapete: vi assicuro che non si rovinano con l'uso!»

99 Shades of...Where stories live. Discover now