Malinconia

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Eren aprì gli occhi.
Si guardò attorno notando che non era più nel freddo atrio ma in una camera da letto lussuosa in stile rococò, adagiato su un letto matrimoniale.
-Bonsoir!- Eren sobbalzò e portò lo sguardo su Lumiere che agitava le candele davanti a lui
-Bonsoir? Ma non dovrebbe essere giorno? Mi sono addormentato che era l'alba, quanto ho dormito?-
Lumiere ridacchiò
-Ohoh ma qui non si capiscé com le temp passé. Sombra che si formi, ma poì ripronde.-
-È confuso insomma?- ci scherzò su il castano
-Oui.- annuì convinto un paio di volte
-Bandó alle cionce. Seguimí.- scese dal letto e saltellò fuori dalla stanza.
Eren lasciò controvoglia i morbidi cuscini e le coperte calde e lo seguì.

Camminò lentamente, rabbrividendo ogni volta che un piede veniva a contatto con il freddo pavimento del castello.
Salirono al piano successivo con la scala principale rivestita da un lungo tappeto rosso spento e proseguirono per un lungo corridoio.
-Lumiere dove stiamo andando?- domandò più incuriosito che altro
-Sourprise!- svoltarono l'angolo e si fermarono.
-Entrate pure Monsieur.- Eren abbassò la maniglia. Il timore gli diceva di stare attento e procedere cautamente, ma la curiosità era fin troppa così balzò dentro.

Ciò che vide lo fece rimanere a bocca aperta; un'enorme vasca si stagliava al centro della stanza con più file di rubinetti, la stanza era circondata da ampie finestre che mostravano un cielo nuvoloso come sempre all'esterno e un'altra vetrata col...

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Ciò che vide lo fece rimanere a bocca aperta; un'enorme vasca si stagliava al centro della stanza con più file di rubinetti, la stanza era circondata da ampie finestre che mostravano un cielo nuvoloso come sempre all'esterno e un'altra vetrata colorata raffigurante una sirena occupava tutta una parete.
-Wow- si lasciò sfuggire
-Ti piosce? Bon bagneau.-

Aspettò che Lumiere fosse uscito dalla stanza per denudarsi e togliersi le bende.
Mentre si spogliava i rubinetti si aprirono da soli, riempiendo velocemente la vasca di acqua colorata e schiuma. Eren ne prese un po' e la portò al viso, accorgendosi che profumava come la sua camera, e non solo la schiuma ma tutta la stanza. Subito la nostalgia si impossessò di lui, ma venne scacciata subito quando si immerse e il calore dell'acqua lo avvolse completamente.
Quando risalì per riprendere fiato, la sirena della vetrata iniziò a muoversi: lo salutò e prese a giocare con i suoi capelli.

Quando risalì per riprendere fiato, la sirena della vetrata iniziò a muoversi: lo salutò e prese a giocare con i suoi capelli

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Tutto ciò fece arrossire Eren, non era proprio felice di farsi un bagno mentre una sirena lo guardava.

Si risciacquò, si rivestì con il cambio portato da chissàchi (forse da una saponetta, pensò) ed uscì.
-Lumiere?- silenzio...
"Ma perché in questa castello non risponde mai nessuno? Allora sono arrivato da? Lí." Imboccò un corridoio a caso e proseguì fino ad arrivare nella parte completamente opposta alla sua camera, arrivò nell'ala ovest.

Un corridoio scuro e apparentemente abbandonato gli si stagliava di fronte, in fondo ad esso riusciva a distinguere una porta semiaperta coperta da un telo bianco. Fece per fare un passo in avanti quando...
-Eren! Eccoti qua uff- Tockins si asciugò con un fazzoletto,  azzurro sta volta, il numero 12.
-Ah ciao Tockins, stavo cercando la mia stanza.-
-Oh sì bene non è qui, ed ora è ora di pranzo.- l'orologio lo spinse, o meglio cercò di spingerlo, il più lontano possibile dal corridoio.
-Ora di pranzo? Ma prima non era sera?-
-Si beh cerco di deciderlo io, solo che non mi ricordo più cosa sono le ore, quanto tempo deve trascorrere per fare un minuto, molte volte quando decido che è sera e auguro a qualcuno la buonanotte si addormenta all'improvviso... ma ma ma non è mica una cosa facile sai?-
Il castano annuì e gli sorrise
-Stai facendo comunque un buon lavoro Tockins.- l'orologio abbassò lo sguardo farfugliando qualcosa mentre ripiegava il suo fazzoletto, imbarazzatissimo.
-Comunque per me ora è ora di pranzo. E la bestia ti ha invitato a pranzare insieme a lui. Perciò muoviamoci.-
Il ragazzo puntò i piedi a terra
-Non ci penso nemmeno.- disse incrociando le braccia
-Se vuole pranzare con me che venga a chiedermelo.- e se ne andò con il naso puntato all'insù.
Tockins lo seguì a ruota
-C-c-comeee no dai Eren parliamone la bestia vuole sol- ma l'unica risposta che ricevette fu una porta in faccia da parte di Eren.

Dato che non aveva nulla da fare osservò meglio la sua nuova stanza, era bellissima. Tutto era arredato sulle tonalità del verde e dell'oro, dal lampadario al letto, alle tende di pura seta. Eren non aveva mai visto così tanta bellezza e freddezza allo stesso tempo in vita sua, e ripensò a Levi, alla bellezza, e alla freddezza che si celava dietro di essa. Si intristì, senza capirne appieno il motivo e nonostante fosse "l'ora di pranzo" si addormentò.

Fu un sonno breve, ma molto movimentato: continuava a sognare la Bestia che, sorridendo beffardamente, gli offriva una roccia scolpita grezzamente a forma di cuore e nella sua testa sentiva una voce maligna che gli ripeteva continuamente "Avanti, cosa aspetti? Amami... Ama una bestia!"
Si svegliò quando qualcuno bussò non proprio delicatamente alla porta
-Eren?!- era lui, l'oggetto principale dei suoi incubi. E sembrava parecchio incazzato.
-Sii?- domandò innocente
-Ti stavo aspettando.-
-Per cosa?-
-...- "Ops, forse ha capito che lo stavo prendendo in giro."
-Per pranzare.- rabbrividì per il tono freddo usato
-Beh io non ho fame- manco lui capiva perché gli stava rispondendo così sgarbatamente, sua madre l'avrebbe rimproverato e di nuovo si intristì.
-Non fare il bambino, non mangi da ieri.-
"Seh, adesso vuole anche farmi credere di essere preoccupato per me."
-Ti ho detto che non ho fame, cosa ci vuole a capirlo? Sei stupido?- aveva raggiunto il limite, di nuovo, ma la bestia non ci aveva badato e l'aveva pure invitato a pranzo, lui di tutta risposta gli aveva dato dell'idiota .
-...Bene.-
Dopo ciò l'unico rumore fu quello dei suoi passi che si allontanavano, Eren si alzò dal letto e si fiondò sulla porta spalancandola
-ASPETTA.- ma di lui nessuna traccia. Una fitta allo stomaco lo fece piegare in due, più forte della fame, si faceva sentire il senso di colpa e la malinconia per averlo trattato così male.

Cercò di dormire un altro po' e prima di riuscirci si rigirò nel letto ben 16 volte. Comunque il sonno fu agitato, un incubo dopo l'altro si susseguivano e riguardavo tutti la sua famiglia; sognò suo padre sulla cima di una montagna che guardava Mikasa e Carla ai piedi di essa che tentavano inutilmente di raggiungerlo arrampicandosi, spezzandosi le unghie e cadendo giù ogni volta, un incendio scoppio all'improvviso e le due donne non poterono fare altro se non bruciare tra le fiamme. Eren guardò il volto del padre, sembrava impotente? Non lo seppe dire, il caldo sfumava l'aria e mano a mano che si avvicinava la figura di faceva sempre più sfocata e irriconoscibile.
Aprì gli occhi accorgendosi di star piangendo e lì a consolarlo non c'era nessuno.

Beauty and the Beast/La Bella e la Bestia ||EreriOù les histoires vivent. Découvrez maintenant