La melodia di Levi

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Eren sgusciò fuori dal letto e si diresse verso il bagno per sciacquarsi il viso.
Quasi si spaventò quando si vide allo specchio: aveva gli occhi arrossati circondati da ombre nere, i capelli in disordine ed era pallido, molto pallido.
-O mio dio...- si passò una mano in faccia guardando terrorizzato il suo riflesso.
Era in quello stato per la fame o per il suo sonno disturbato? Non lo seppe dire.
Aprì il rubinetto e tentò di darsi una sistemata poi afferrò un asciugamano candido di cotone e tamponò viso e capelli.
Gli incubi tornarono all'improvviso. Lasciò cadere l'asciugamano a terra, si tappò la bocca con una mano e corse verso il gabinetto, sentendo un liquido risalirli su per la gola.

Si lavò un'altra volta il viso, ma il suo aspetto non era altro che peggiorato.
Sentiva le palpebre pesanti ed era estremamente stanco, però ogni qualvolta chiudeva gli occhi quelle orrende immagini tornavano e lo terrorizzavano a morte.
Decise di passeggiare per distrarsi un po', voleva uscire fuori ma sapeva che avrebbe ceduto facilmente alla tentazione di scappare. Camminò per i lunghi e freddi (ma pulitissimi) corridoi tentando di cancellare dalla mente i ricordi dei suoi familiari.

Eren si fermò di colpo. Una fievole melodia si faceva largo nel castello giungendo alle orecchie e al suo cuore. Si dimenticò tutto, la tristezza, gli incubi, la paura ed anche il fatto che avesse i capelli scompigliati e le guance arrossate. Incantato da quel suono, si lasciò guidare.

Giunse dunque dinanzi una stanza circolare illuminata dalla fioca luce della luna che penetrava dalle finestre; la porta era aperta ed Eren non esitò a sbirciare. Mostrava una camera dalle pareti rovinate, a terra giacevano infatti strisce di carta da parati e pezzi di intonaco. Al muro, fissate a dei chiodi di ferro arrugginito, erano appese delle cornici di quadro senza tela.
Ma la parte più bella si trovava al centro della stanza:

Sotto un lampadario di cristallo, Levi, suonava un pianoforte a coda nero lucido e il ragazzo potè giurare che la bruttezza della bestia era svanita nel nulla

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Sotto un lampadario di cristallo, Levi, suonava un pianoforte a coda nero lucido e il ragazzo potè giurare che la bruttezza della bestia era svanita nel nulla. Si avvicinò senza dire niente completamente incantato da quelle mani esperte che scorrevano alternando tasti bianchi e neri. Anche il moro sembrava troppo preso a suonare che si accorse di lui solo alla fine del brano.
-Eren.- esclamò sorpreso, fecendo un balzo all'indietro verso l'ombra, con un braccio alzato a coprirgli il volto.
-Aspetta!- anche il più giovane si addentrò nell'ombra, ma i suoi occhi non erano abituati all'oscurità. Tese le braccia in avanti cercando a tentoni la Bestia.
-Dove sei? Best..-
"Forse è scortese chiamarlo ancora così."
-Hai un nome?- strabuzzò gli occhi, ma non vedeva nulla.
-Levi, mi chiamo Levi.- sussurrò all'orecchio facendolo voltare di scatto.
-Oh che bel nome.- disse il ragazzo in tutta sincerità. Tese nuovamente le braccia in avanti sicuro di toccarlo, ma le sue mani afferrarono il vuoto.
Riprese a camminare, calpestando frammenti di vetro e pezzi di cornici. Il fatto che si sentissero solo il rumore dei suoi passi lo inquietò non poco.
Deglutì.
-Levi?- una cornice cadde producendo un rumore sinistro che lo fece urlare dallo spavento. Iniziò a correre dritto davanti a se, gli sembrò quasi che l'oscurità lo avesse inghiottito: non c'era più il lampadario, il pianoforte lucente e la luce della luna. Sbattè contro un muro e lì entro completamente nel panico. Si lasciò andare contro la parete ed abbracciò le ginocchia bagnandole con qualche lacrima.
-Levi..- disse con un filo di voce
-Eren?- il castano alzò la testa di scatto
-Levi! Sono qui.- Allungò le braccia come quando i bambini vogliono essere presi in braccio.
"Vienimi a prendere" urlò nella sua testa.
La mano di Levi gli accarezzò i capelli e il viso. Eren la afferrò tremante cercando di calmare i singhiozzi. Levi ne accarezzò delicatamente il dorso poi la afferrò tirandolo verso di se. Tutta l'oscurità si dissolse ed Eren si ritrovò sul pavimento di fianco al pianoforte con il viso affondato nel petto del moro.
-Calma adesso.- continuò a stringere Eren e ad accarezzargli i capelli.
-Ho avuto tanta paura, tu non arrivavi ed io non sapevo che fare.- nascose di più il viso nel petto dell'altro
-Sono qui adesso.- sussurrò il più grande. Eren alzò la testa per far rincontrare i loro sguardi. Le mani di Levi si spostarono dai fianchi di Eren alle guance, accarezzando dolcemente il corpo dell'altro per arrivare poi ad asciugargli le lacrime.

Eren prese a giocherellare con il foulard che l'altro portava al collo
-Mi dispiace per essere stato scortese prima.- mormorò imbarazzato.
Il moro non disse nulla, ed esordì dopo qualche minuto con..
-Eren perché hai queste brutte occhiaie?- il castano si irrigidì; portò le mani agli occhi tentando di sfregare via quelle ombre scure.
-Niente...- Levi gli prese dolcemente le mani e le tirò via dal viso dell'altro
-Non mentirmi.- sussurrò facendo diventare le orecchie di Eren più rosse.
-Stanotte ho avuto degli incubi.- Levi gli baciò le mani facendolo arrossire visibilmente.
Il moro si alzò aiutando anche Eren e si avviò fuori dalla stanza.
-Dove andiamo?- chiese incuriosito Eren
-Non hai mangiato giusto?-
-Ma io non ho fame.- il suo stomaco brontolò, come a volerlo rimproverare della bugia appena detta. Levi tirò su un angolo della bocca anche se Eren non lo vide per via del buio
-Ti preparo qualcosa.-
-Sai cucinare?- domandò sbalordito
-Beh un panino non dovrebbe essere difficile da fare.- disse facendolo scoppiare a ridere.

Levi incrociò le braccia al petto guardando l'immensa credenza che aveva davanti mentre Eren  stava seduto su una sedia alta e lo osservava.
-Allora per prima cosa...?- si passò una mano fra i capelli corvini lisci
-Forse il pane?- disse il più piccolo ciondolando le gambe avanti e indietro, cercando di nascondere il sorrisetto che gli stava spuntando sul viso.
-Il pane, giusto, lo sapevo.- afferrò una baguette e tentò di tagliarla.
-Attento così rischi di tagliarti!- Eren scese dalla sedia e si avvicinò al tavolo.
-Ti faccio vedere.-
-Eri preoccupato per me moccioso?- lo provocò il più grande.
-Assolutamente no.- borbottò l'altro dandogli le spalle per non far vedere il rossore sulle guance. Tagliò il pane e lo imbottì per bene, per poi porgerlo al moro.
-Quanta roba ci hai messo?-
-Mia madre dice sempre che più abbondi meglio è.- sorrise nostalgico al ricordo della donna.
Levi si schiarì la voce
-È buonissimo, o meglio era buonissimo.-
-Levi! L'hai già finito.- rise il castano per poi dare un morso al suo panino.
-Avevo giusto un po' di fame, un panino ci voleva.- annuì il moro facendo sorridere Eren. Levi si incantò a guardare quel sorriso, come Eren aveva fatto con la melodia.
-Che c'è? Ho qualcosa sulla faccia?- domandò arrossendo il castano
"Un sorriso che sta sciogliendo il mio cuore di pietra." Pensò la Bestia.
-Solo..- Levi avvicinò il pollice al labbro inferiore del più piccolo accarezzandolo
-Una briciola..- appoggiò le altre dita sotto il suo mento avvicinandolo al suo viso.
Erano vicinissimi, i loro nasi si sfiorarono e il cuore di Eren prese a battere all'impazzata. Chiuse gli occhi per assaporare meglio il momento...
Che non arrivò mai. Lumiere e Tockins irruppero nella stanza
-PADRONEEE IL SIGNORINO EREN NON È PIÙ Nella sua...stanza.. Oh.-
Eren si allontanò di scatto
-Mi dispiace Tockins ora ci torno subito.- lanciò un ultimo sguardo a Levi e corse via
-Uhm padrone?- Il moro era ancora con le mani e la bocca a mezz'aria.
Si voltò sorridendo dolcemente
-Tockins. Lumiere. Che bella sorpresa.- i due si guardarono facendo qualche saltello all'indietro
-Credò che nous possiamò anchè andarè Oh oh oh.-
-Oh no.- Levi comparve alle loro spalle chiudendo la porta di scatto
-Voi non andate da nessuna parte.-

Qualcuno bussò in camera di Eren
-Oi Eren.- dalla porta fece capolino la testa di Levi.
Si avvicinò rimboccando meglio le coperte di Eren che si era buttato sul letto ed addormentato subito.
Levi fece un mezzo sorriso e gli accarezzò la guancia però, ricordando come fosse d'aspetto, la ritirò di scatto.
"Potrei spaventarlo." Uscì dalla stanza silenziosamente, reggendo la mano che aveva sfiorato il viso di Eren, come per mantenere il ricordo della sua pelle morbida ancora per un po'.

*angolino*
Raga sto guardando Naruto, vi giuro che non esiste personaggio che mi urti più di Sakura.

Uff lo so che quella è Lacie melody di Pandora hearts, ma susu chiudiamo pure un occhio, o meglio tappiamoci un orecchio ;)

Beauty and the Beast/La Bella e la Bestia ||EreriWhere stories live. Discover now