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Mi alzo ed esco dalla camera di Jake. Mi dirigo in bagno. È davvero grande e ben arredato. Provo a cercare la trousse dei trucchi di Tamara. Apro un cassetto e alcuni sportelli del bagno. Eccola. La prendo e la apro. Cavolo, dentro ci sono tantissimi trucchi, rossetti, ombretti, eye-liner, fondotinta e correttori.
Tutte marche buonissime, Mac, Victoria's Secret, Chanel ecc.
Mi metto solo un po' di eye-liner e ripasso il mascara. Mi sento leggermente in colpa, ma a meno che non voglia andare alla festa come uno zombie, devo farlo.
Finito di truccarmi, vado da Jake.
- Jake ho finito di truccarmi - dico.
- Perfetto, vatti a vestire -
- Ma non posso entrare in camera di Tamara, frugare nel suo armadio e rubare un vestito. Se ne accorgerà - gli faccio notare.
- Lei è piena di vestiti, non se ne accorgerà mai - dice.
- Almeno puoi accompagnarmi? A farlo da sola, mi sento una ladra -
Si mette a ridere. Cosa c'è da ridere? È vero.
Però mi piace quando ride.
Lo seguo verso la camera da letto di Tamara e Max. È grande, con un grande letto matrimoniale al centro della stanza. L'armadio è più grande di quello mio e di mia madre, messi insieme. Mia madre...mi sta rivenendo da piangere. Meglio pensare ad altro.
- Prego, prendi tutto quello che vuoi - dice Jake.
Apro l'armadio. Quanti vestiti!
- Oddio, ha tantissimi vestiti! Prenderò il più brutto - inizio a scegliere quello più scadente che trovo.
- Non ti preoccupare. Mettiti questo - e indica un vestito nero con una cinturina bianca e qualche diamantino qua e là. È pazzo.
- No, costerà tantissimo, non posso metterlo -
- Andiamo, che vuoi che sia, è solo un vestito! - dice lui.
- E va bene...però se succede qualcosa, la colpa è tua - dico - vado in bagno a metterlo -
- Mettitelo qua -
- Qua? Davanti a te? - chiedo perplessa.
Un conto è un bacio, ma un altro è spogliarsi. Anche se sono in reggiseno e mutande.
- Perché no? -
Cosa? Come se non ci fosse alcun problema...
È imbarazzante, davvero imbarazzante.
Inizio a togliermi la maglietta.
Mi volto di spalle, non voglio che mi veda in intimo.
- Non voltarti - mi obbliga.
Come non detto. Mi rivolto verso di lui.
Sento i suoi occhi addosso.
Ormai non ho più la maglietta, sono in reggiseno. Mi sto vergognando, porto una terza, quindi, diciamo che... c'è da guardare.
Ora tocca ai pantaloni. Inizio a slacciarmi i bottoni e la zip. Li sfilo piano piano.
Ora sono in intimo.
- Fai una giravolta - mi ordina.
Faccio una giravolta.
- Wow bimba - dice e si alza. Viene verso di me.
Mi prende per i fianchi ed inizia a baciarmi. Mentre ci baciamo, ci avviciniamo sempre di più al letto. L'intenzione è chiara. Non credo di essere pronta. Mi sdraia sul letto e si mette sopra di me. Appoggia una mano sul seno e intanto continua a baciarmi. Ad un certo punto, mette la mano sulla parte mia parte più intima.
- Jake, non credo di essere pronta - dico, interrompendo il silenzio.
- Non voglio scopare - dice.
Ah no?
- Voglio solo toccarti un po', posso bimba? - chiede.
Io lo voglio. Voglio che continui a toccarmi.
Annuisco.
Mi sfila le mutandine e le lancia a terra.
Mi guarda, in segno di approvazione. Non so se è la cosa giusta, ma è la cosa che voglio.
Inizia a toccarmi. Io fremo. Infila un dito dentro di me ed inizia a muoverlo piano. Gemo. È così bello, così piacevole. Pian piano aumenta il ritmo, sempre più veloce, ma con delicatezza.
Dopo pochi minuti sfila il dito. Mi guarda e mi bacia appassionatamente.
- Allora, com'è stato? - mi chiede.
Bellissimo.
- Bello - rispondo, sorridendo.
- Posso farti una domanda? - domanda, mentre mi sto rimettendo le mutandine.
- Si -
- Sei vergine? -
Okay, non me l'aspettavo.
- No - rispondo. È vero, non lo sono. L'ho persa un anno fa con il mio fidanzato, quando avevo diciassette anni. Dopo qualche mese, ci siamo lasciati.
- Ah, pensavo lo fossi - dice.
Mi tiro su dal letto e mi metto il vestito. Però! È davvero bello.
- Ti sta benissimo, bimba - mi fa i complimenti Jake.
- Grazie - gli sorrido.
- Prego - ride.
Perché ride? La sua risata è contagiosa. Ridiamo insieme. Non c'è niente di più bello.
Mi sto drogando del suo sorriso.
- Sei pronta che andiamo? - mi chiede.
- Si, prendo la pochette e andiamo - dico.
Usciamo di casa, chiude a chiave e ci dirigiamo verso la macchina.
- Prego - mi apre lo sportello.
- Che cavaliere - commento, sorridendo.
E mi bacia a stampo. Questi piccoli gesti, sono la cosa più bella di tutte. I piccoli gesti, questi contano davvero.
Sale in macchina e mette in moto.
Sono molto felice. Spero che a rovinarmi il momento di gioia, non sia questa festa.
Per favore, fa che vada tutto bene...
Prego tra me e me.
Chi l'avrebbe mai pensato che sarebbe successo tutto ciò? Di certo, non io...

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