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Entro in casa e richiudo la porta.
- Devo parlarti - dice mia madre, non dandomi neanche il tempo di fare un passo.
- Dimmi -
- Mi dispiace Lea, ma questa è la cosa giusta da fare - fa una pausa - dobbiamo andarcene da qua -
Che cosa? Non ho capito bene.
- Dobbiamo trasferirci - mi cade il mondo addosso. La sua espressione è seria, non sta scherzando.
- No mamma, non posso qua ho tutti i miei amici! - grido.
- Mi dispiace tantissimo, tuo padre potrebbe tornare e farci del male, allontanarci da lui è la cosa migliore da fare. Ho trovato un appartamentino a Manhattan, in America, so che è distante, ma più siamo distanti da lui, meglio è - dice. Scoppio a piangere, tutto questo non può essere reale.
- Mamma, io non vengo, andiamo a stare da Kaila, lei ci ospiterà e Richard non ci troverà - propongo.
- No Lea, non possiamo. Se tuo padre continua a rubarci i soldi, non riuscirò a pagare l'affitto. Ho prenotato l'aereo tra due giorni, mi dispiace - mi abbraccia e se ne va.
Guardò un punto fisso con le lacrime che mi percorrono il viso. Sento il cuore battere all'impazzata. Non riuscirò mai ad abituarmi d una nuova vita, ora che mi sono appena abituata a questa... Cosa dirò a Kaila, Jen e Jake. Non posso lasciarli qua. Non posso andarmene, non posso.
Corro in camera e mi metto a piangere a pancia sotto, con la facci spiaccicata al cuscino e le lacrime che lo bagnano. È una tortura tutto ciò, mi odio, odio la mia vita.

Dal piano di sotto sento mia madre che parla al telefono, starà telefonando alla madre di Kaila e a tutti i suoi amici per dirgli del trasferimento. Mi viene in mente Kaila, come posso dirgli che me ne vado e che la lascerò qua, da sola. Abbiamo trascorso ogni anno della nostra vita insieme, abbiamo riso, pianto, detto cazzate, ci siamo divertite ogni santo giorno, anche se qualche giorno non ci siamo viste, lei è sempre stata con me, nel cuore.
Tutte le volte che io sono stata male, lei c'è sempre stata ed io per lei. Il suo carattere è tutto quello che gli ho sempre invidiato, qualunque cosa succedesse, lei non si è mai demoralizzata, al contrario mio. Le sue risate sono la cosa che preferisco, per non parlare del suo entusiasmo... Lei è perfetta in tutto, non troverò mai un'amica come lei.

- Tesoro, è pronta la cena, scendi! - mi grida mia madre dal piano inferiore.
Durante la cena non ci diciamo una parola, non sono arrabbiata con lei e sta accadendo tutto questo, di certo la colpa non è sua. Devo solo abituarmi, anche se so che non ci riuscirò mai.

Salgo le scale e mi inciampo, sbattendo il ginocchio. Scoppio a piangere, la tristezza e la disperazione sono troppe. Rimango lì sulle scale con la faccia appoggiata al muro.
- Non ce la farò mai! - grido disperata.
Ormai sono persa, ho perso tutto, tutta la mia vita, tutto quello che ho sempre desiderato, tutto quello che ho sempre voluto, ma che non ho mai potuto avere...
Abbatto muri e ne innalzo altri, un passo avanti e mille indietro. Questa è la mia vita, se ne è rimasta qualcosa...

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