Viaggio

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Adoravo viaggiare. Poche cose al mondo mi davano una tale sensazione di libertà.

L'anno precedente durante le vacanze estive avevamo viaggiato per due mesi senza sosta io e Bu. Eravamo andate in Spagna, nei luoghi che Ivan mi aveva spesso descritto, per goderci la sangria e i sorrisi sinceri della gente. E poi a Napoli, dove le persone ancora cantano e la pizza è così buona. Eravamo state in Grecia dove avevo incontrato un ragazzo tedesco in discoteca e dopo esserci baciati a fine serata gli promisi di andare a trovarlo a Berlino. Alla fine non lo rividi mai più ma a Berlino ci andammo per davvero. E poi più su verso l'Inghilterra e la Cornovaglia. Era così intenso viaggiare, vedere posti nuovi, sentire odori diversi e lingue sconosciute e sorrisi stranieri. Era liberatorio poter camminare a piedi nudi su una spiaggia o mangiare con persone sconosciute per poi trovare nuovi amici.
Mi bastava il senso dell'ignoto, un motore che partiva e una baglio in mano per sentirmi bene.

Ma non questa volta. Ero seduta in macchina dietro a Nate e a Mark dopo aver avuto una lite furiosa con loro. Non sapevo di preciso dove stavamo andando né quale fosse davvero il senso di questa partenza. Avevo solo capito che la situazione si metteva male quando mio zio mi aveva consegnata a loro dicendomi che era meglio andare a parlare con questa strega, che forse lei poteva trovare una soluzione ai guai nei quali mi ero cacciata.

"Coraggio piccola, togliti quel muso lungo prima che cambi idea e ti abbandoni qua in autostrada"
"Mark ti prego" Disse Nate. "Stai tranquilla Ali, nulla è sicuro. Gli anziani non portano nulla di buono questo è certo ma troveremo una soluzione"
"oh si certamente, una soluzione. Siete entrati nella mia vita per dirmi che volete trasformarmi in un vampiro ma molto probabilmente non ce la farò e morirò prima. Chiaramente se nessun segugio mi dovesse scovare in questo lasso di tempo altrimenti ci penserebbero loro e chiaramente a fine mese, perché  no, potrei finire in pasto a un qualche vostro guru del cazzo. Grazie mille"
"Se non fossi entrato nella tua vita ora tu saresti morta" Mi disse Mark guardandomi fissa negli occhi. 
                                                                                             *****

Insolente! Ecco che cos'era. Non solo le avevo salvato la vita ma le avevo anche donato il mio fottuto sangue e poi avevo sfidato gli anziani per lei. E lei? Non le importava di nulla. Avevo praticamente dovuto caricarla in macchina a forza e per tutto il tragitto avevo dovuta ascoltarla mentre mi mandava a fare in culo perché lei non era intenzionata a diventare un vampiro. E che dovevo farci io? Non si rendeva conto di quanto era rischiosa la situazione?
"Una volta che un segugio scova la sua preda  non lascia perdere finché uno dei due muore" Aveva tentato di spiegarle suo zio. "È così Ali. E anche se riuscissimo ad uccidere il segugio probabilmente lui avrà già informato gli altri in questo momento. Inoltre anche i nostri sanno della tua esistenza, sei un piatto prelibato per noi, sei troppo a rischio." Disse Nate.
"Io non sono un cazzo di piatto!" Urlò Ali girando intorno al tavolo e tentando di raggiungere le scale per salire in camera sua.
"Si ma hai incasinato anche me quando hai bevuto il mio sangue! Io ora sono costretto a proteggerti siamo uniti dal vincolo. Non puoi essere così ottusa da pensare che ti lascerò fare ciò che vuoi"

Andò avanti per quasi un ora prima che la convincemmo a salire in macchina. A poche ore dalla nostra città viveva Yas, una delle streghe più potenti al mondo. Lei sicuramente conosceva meglio di noi le fate e forse aveva già sentito di qualche altro caso dove una di loro era stata trasformata in vampiro. Era una piccola speranza per risolvere in fretta questo disastro ma nessuno di noi ci credeva molto.

Pioveva forte e la nostra camera d'albergo profumava di agrumi e cannella. Non avevamo parlato molto durante il viaggio. Mio fratello era preoccupato per lei, lui era fatto così si affezionava subito alle persone e odiava vedere gli altri soffrire. Ali era arrabbiata, probabilmente scombussolata da tutto ciò che le era successo.

E io? Non riuscivo a capacitarmi di cosa avevo fatto. La guardavo mentre sistemava i suoi vestiti sopra la valigia. Mi sentivo come se una calamita mi attirasse verso di lei, volevo andarle vicino e toccarle la schiena o accarezzarle il collo.
Era così arrabbiata e non potevo fare a meno di chiedermi come si sentisse. D'altronde era stata attaccata ieri notte.
Forse ero preoccupato per lei. Forse queste erano le parole esatte. Ma io non mi preoccupavo mai di nessuno tranne per mio fratello.

Mi ero messo in una situazione scomoda dove potevo essere ferito con facilità, dovevo risolvere il tutto velocemente se non volevo farmi male.

"Che vuoi?" Mi chiese lei mentre si girava. Era così bella con i capelli bagnati dalla pioggia. I suoi occhi scuri erano contornati da ciglia lunghe e il suo naso era diritto. Mentre cercava di fare una faccia seria le si formavano delle piccole rughe d'espressione sulla fronte. Era più piccola di me, se mi fossi avvicinato e l'avessi avvolta a me non mi sarebbe arrivata oltre le spalle. Il suo seno era prorompente e le sue gambe erano lunghe e snelle fasciate in una gonna bianca a fiori.

"Non lo so" Le risposi io sinceramente.

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