Sono qui con te

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"Svegliati! Ti prego, ti prego apri gli occhi" 

Cosa volevano da me? Lasciatemi stare, tutti quanti! Non ho più sangue da donarvi, non ho più lacrime da piangere, non ho più la forza di combattere. Lasciatemi dormire e basta non voglio più vedere dentro i vostri occhi senza anima. 
Il senso di nausea era troppo forte. Faticavo a respirare, l'aria si incastrava in gola producendo un suono gracchiante. Il petto era pesante. Sentivo dolore ovunque.
Ti prego togli quella mano dalla mia testa, mi fa troppo male, pensai senza avere la forza di dirlo veramente. Se solo avessi potuto, se solo il mio corpo non mi stesse tradendo afflosciandosi su se stesso e morendo piano, mi sarei alzata in piedi e li avrei presi a calci tutti quanti. Avrei afferrato la sacca del mio sangue e l'avrei rotta spargendolo ovunque e poi me ne sarei andata via. Invece era doloroso anche solo pensarlo. Non potevo muovere nessun muscolo, me ne stavo semplicemente rannicchiata con la pietra stretta al petto.
Quando Igor mi aveva trovata semi svenuta per terra, mi aveva tirato un calcio fortissimo alla pancia. Non mi sarei mai abituata a ricevere le botte, era indescrivibile come la violenza ti ferisse profondamente l'animo. Il panico aveva preso il sopravvento quando me l'ero lasciata scappare dalle mani e mi ero subito allungata per riavvicinarla al mio ventre ferito. L'avevo tenuta stretta mentre venivo trascinata di nuovo a letto e l'avevo guardata intensamente studiandone ogni sfumatura per non sentire le parole d'insulto che mi venivano rivolte. 
Per fortuna non potevano vederla, per fortuna non potevano portarmela via! 
Lasciatemi stare, basta! Ma che volete da me ancora?"Pensai mentre venivo sollevata dal letto e messa a sedere.
Non riuscivo a tenere la testa diritta che quindi penzolava all'indietro provocandomi dolori indecenti. Quando sentii una mano sollevarmela mollai la presa salda che teneva la pietra di luna accusando subito il freddo che il suo vuoto lasciava.
"No, no, no, ridatemela indietro!" Cercai di dire lasciando andare un sonoro singhiozzo.
Mi sentii stringere forte, qualcuno si era posizionato dietro di me e mi abbracciava da dietro baciandomi la testa dolorante. 
"Dalle il tuo sangue Mark" Esclamò una voce supplicante.
Mark? Il suo nome rimbalzò su di me ferendomi profondamente.. Due occhi azzurri si fecero spazio nella mia memoria, un sorriso beffardo e dei denti bianchi. 
Annusai forte l'aria per poi avere un attacco fortissimo di tosse. Un polso insanguinato si fece strada verso la mia bocca.
"Bevi piccola, andrà tutto bene ti portiamo via di qui" Promise la voce che mi stava aiutando a non morire.

                                                                                             *****

"Yas, cosa hai visto?" Le chiesi catapultandomi verso di lei e stringendole forte le braccia.
Il suo petto si alzava e abbassava velocemente. Rick si avvicinò a noi, la mano ben premuta sul collo per tamponare la ferita che sgorgava sangue rosso vivo.
"Tieni" disse Yas mordendosi il polso e avvicinandolo a lui. "Non volevo ferirti, ho pensato fosse l'unico modo per capire dove si trovasse." Rick leccò via un po' di sangue deglutendolo velocemente per non percepirne bene il sapore.
"Dove si trova?" Le chiesi io di nuovo sull'orlo di una crisi di nervi.
Si voltò a guardare Jack "un albergo, un vecchio Hotel. Ancora nel bosco ma quasi in città. A due piani, ha tante camere una vicino all'altra"
"Ma si certo" disse Jack illuminandosi "come abbiamo fatto a non pensarci? È l'unico albergo della zona. Ne parlavano alcuni giorni fa i giornali, sarà presto chiuso per via del brutto giro che si è creato intorno"
Non dovevo ascoltare altro. Mi catapultai fuori dalla roulotte e sul mio cammino intravidi una pala che afferrai pronto ad andare a spaccare un po' di teste.
"Mark aspetta cazzo" Disse mio fratello piazzandosi davanti a me e tirandomi una sonora spinta. Provai a passare di nuovo ma mi ricacciò indietro.
"Fammi passare. Non capisci cazzo!" Gli urlai a pochi centimetri dalla faccia.
Delle braccia avvolsero il mio corpo trattenendomi. Odiavo il contatto fisico, mi fece uscire di testa completamente. Mi girai tentando di tirare un cazzotto allo stronzo che si era permesso tanto ma venni spinto per terra da quel traditore che mi salì sul corpo per tenermi fermo.
Vidi i piedi di Jack davanti al mio volto. "Stai calmo fratello siamo qui per aiutarti non perdere la calma".
"Lasciatemi andare da lei!" Urlai con tutto il fiato che avevo in gola. Ascoltai i battiti del mio cuore e il mio respiro accelerato iniziando a calmarmi pian piano. La pioggia continuava a scendere bagnandoci i capelli e facendomi chiudere gli occhi ad ogni goccia che mi ricadeva in faccia. Venni trascinato in piedi di nuovo. Mio fratello mi guardava preoccupato.
"Basta fare scenate. Dobbiamo preparare un piano. Se vuoi averla viva dobbiamo essere preparati." Disse Yas seguendoci fuori dalla roulotte. Ancheggiava sorridente e continuava a girarsi per lanciare delle occhiate a Rick che sembrava piuttosto imbarazzato. Come se questo fosse il momento opportuno.
"Andremo noi tre. Ok Mark?" Disse Jack indicando con la testa me e mio fratello. "L'hotel è a quaranta minuti da qui, partiremo subito. Josh ci seguirà con un altra macchina insieme a Cris, in caso dovesse mettersi male." Continuò lanciando uno sguardo preoccupato a mio fratello e poi seguendomi con gli occhi mentre mi allontanavo. Entrai nella roulotte e alzai di peso il vampiro che avevamo catturato spingendolo fuori e buttandolo per terra davanti agli altri.
"Ok Mark. È una buona idea ci porteremo anche lui. " Disse Nate con tono sorpreso.
"Mi chinai verso il vampiro che strambuzzò gli occhi spaventato quando capì cosa stavo per fare. Gli afferrai la testa e gli spezzai il collo.
"Così non ci darà fastidio per un po'" mi giustificai con gli altri.

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