Prima - Parte IV

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Osservo attentamente lo spartito posato sul leggio. L'aula studio è completamente vuota, ed io ho deciso di occuparla e di esercitarmi con il violino.
Ora che la biblioteca non è più una zona sicura, ho dovuto trovare un altro rifugio per l'ora del pranzo.
Dalla sera del mio disastroso primo appuntamento ho evitato Jake come la peste e, nonostante lui abbia provato a venirmi a cercare a casa, la mamma l'ha tenuto alla larga. Kevin non si è più fatto sentire, penso sia ancora terrorizzato dalle minacce del mio presunto amico d'infanzia, quindi ho perso l'unica persona che si è degnata di parlarmi in due anni di liceo.
Come se non bastasse, questa mattina mi sono svegliata con la consapevolezza che fosse lunedì, e che quindi sarei dovuta andare a scuola e cercare di evitare Jake anche qui.
La paura che Kevin avesse raccontato ciò che è successo al cinema, e di essere sulla bocca di tutti, mi ha perseguitata durante il percorso fino alla Richmond High.

Sospiro, per poi posare nuovamente l'archetto sulle corde. Prima di poter suonare una sola nota, però, la porta dell'aula studio viene bruscamente aperta e poco dopo Jake fa il suo ingresso. Gli dedico solo un breve sguardo, per poi tornare al mio violino e cominciare ad ignorarlo.
Lui non ci sta: dopo aver richiuso alle sue spalle, avanza verso di me, prende la sedia di fronte alla mia, la gira e si accomoda su di essa posando le braccia sullo schienale.
Mi sta fissando, sebbene cerchi di ignorarlo, il fatto che i suoi occhi chiari siamo puntati su di me mi destabilizza: lo stomaco ha ricominciato ad attorcigliarsi su se stesso, il cuore, traditore, l'ha seguito.
Credo di aver preso un qualche virus.

« Ti è passata?» esordisce Jake. Alzo un sopracciglio, al che lui rincara la dose. « In due giorni dovresti aver capito che stavo solo cercando di proteggerti.»

« Lasciami in pace, Jake.»

« Si può sapere cosa ti prende?»

« Potrei farti la stessa domanda.».

Jake ammutolisce, ma continua a guardarmi negli occhi e a farmi sentire strana. « Perché ti nascondi?» domanda di punto in bianco.

« Io non mi nascondo.»

Jake trattiene una risata, anche se più che divertito sembra amareggiato e ancora arrabbiato. « Piccola J, tu ti nascondi in continuazione e dovresti smetterla.»

« Sta' zitto.» sospiro esasperata.

« No.» replica lui estremamente tranquillo. Subito dopo, prima che possa rendermene conto, mi sottrae dalle mani l'archetto ed il violino.

« Jake, ridammeli!» esclamo presa dal panico.

Lui ride sommessamente, mentre si alza dalla sedia ed indietreggia velocemente verso la porta. « Vieni a prenderli, piccola J.» mi provoca, per poi aprire la porta ed uscire in corridoio. Come se fossi attratta dal campo magnetico del mio violino, abbandono la sedia e mi fiondo fuori dall'aula, intenta ad inseguire Jake e a mettere la parola fine al suo scherzo.
La campanella suona segnalando la fine del pranzo, per cui gli studenti si riversano in corridoio affollandolo all'inverosimile.

Presa alla sprovvista, spaventata e leggermente disorientata, respiro a fatica mentre guardo Jake poco lontano da me, ancora con il violino e l'archetto stretti da una sola mano.
« Jake, per favore...» sussurro sentendo un groppo in gola.

« Devi smetterla di nasconderti. Sono stanco di questa storia.»

« Jake...» prima che possa pregarlo di lasciarmi andare, lui azzera le distanze tra di noi muovendo un paio di passi. Lo trovo di fronte a me, il suo corpo a pochi centimetri dal mio; ci metto un po' di tempo per decidermi ad alzare il viso di modo da guardare i suoi occhi, invece che il suo petto.

« Smettila.» mormora con la voce incredibilmente roca. Anche lui sembra avere il fiato corto, mentre la sua mano libera si alza sul mio viso e si posa sulla mia guancia. Rimango concentrata sui suoi occhi, sentendomi il cuore in gola e le gambe cedere. Con il pollice, Jake traccia il mio labbro inferiore facendomi sentire ancora peggio.

How to Love  Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon