5: Biblioteca

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Hermione Granger era sempre stata una ragazza studiosa, aveva sempre amato in particolar modo i libri, soprattutto se di scuola.
Preferiva di gran lunga passare una giornata rintanata in biblioteca, che in riva al Lago oppure in Sala Comune a giocare a Scacchi Magici.
Per questo motivo non era strano che anche quel giorno la poltrona accanto alla finestra della biblioteca di Hogwarts fosse occupata dalla diciottenne Grifondoro.
Un cumulo di vecchi tomi creava una pila sul tavolo di legno, mentre ben tre manuali erano aperti sulle gambe della ragazza o sul pioggia braccio di velluto rosso.
Era un giovedì di metà ottobre parecchio nuvoloso; il tempo sembrava riflettersi sull'umore della giovane, che aveva la fronte corrucciata e le labbra curvate in una smorfia.
Di Ron e Harry aveva perso le notizie da quella mattina a lezione, Ginny cercava proprio di evitarla.
-Dimmi che non stai studiando di nuovo.- delle mani si erano sbattute con poca delicatezza sul tavolo, ribaltando la pila di libri.
Infastidita, Hermione alzò la testa facendo ricadere i ricci mori all'indietro, e fulminò con uno sguardo il moro che aveva davanti.
-Hai fatto cadere i miei libri, Zabini.- Blaise roteò gli occhi blu magnetico e scostò una sedia, causando un rumore che urtò il silenzio della ragazza.
Ci si buttò su con poca grazia e incrociò le mani dietro la testa.
-Seh, lo so. Ma parliamo di cose serie.- si rimise composto e si avvicinò al viso della mora, abbassando la voce.
-I miei libri sono cose serie.- con un colpo di bacchetta, fece levitare gli oggetti sopracitati e li posò sulla superficie della scrivania.
-Seriamente, Grang, dobbiamo andare avanti con quei cavolo di progetti.-
-Certo, ci sto pensando. Ah, e non chiamarmi Grang, Zab.-
-Certo, Grang. Come vuoi.- le fece un occhiolino divertito.
Hermione scosse la testa.
-Questa conversazione non ha alcun senso logico, Blaise. Dimmi perché sei qui e facciamola finita. E magari mi dici anche perché sei da solo, senza la tua gang del bosco appresso.- aveva rinunciato alla lettura e aveva aggiunto i tre volumi alla fila.
Il Sepreverde rise.
-La Gang del Bosco. Ottimo nome, Granger, più tardi ne farò parola con gli altri.- Hermione rabbrividì a quelle parole.
Gli altri.
Tra quegli stessi ''altri" c'era anche Malfoy.
Sì, insomma, Draco Malfoy.
Quel figo Serpeverde che vi insulta, tenta di strangolarvi, poi vi bacia per dieci minuti buoni e alla fine vi pianta in asso, ignorandovi per l'intera settimana, come se niente del genere fosse mai successo.
Gentile da parte sua, no?
Hermione non aveva la più pallida idea di cosa significasse quel bacio.
Probabilmente per il biondo era solo uno svago, qualcosa di una sola volta che si univa solamente all'infinita lista di ragazza che erano cadute ai piedi di Draco Lucius Malfoy ed erano state dimenticate come si dimentica il compleanno della propria nonna.
Tornò nel mondo dei vivi quando il Serpeverde le schioccò le dita sotto al naso.
Scosse la testa con forza.
-Mi spieghi da quando siamo così amici, Zabini?- domandò, sollevando un sopracciglio.
-Oh beh, fammi pensare... Forse da quando siamo finiti in coppia sia in Pozioni, che in Trasfigurazione. Sai com'è.- liquidò il tutto con un gesto della mano.
Era vero: l'idea di Lumacorno di formare delle coppie di studio si era propagata a tutte le materie.
Ora Hermione era costretta a studiare con Tassorosso e Corvonero che nemmeno conosceva.
Con i Serpeverde, aveva avuto la fortuna di capitare con Zabini e non, ad esempio, con la Greengrass o la Parkinson.
Sbuffando, Hermione roteò gli occhi.
-Stai diventando un pò insopportabile, Zabini, lo sai?- detto quello, afferrò uno dei libri e lo posò con poca grazia sul tavolo, di fronte al moro.
Lo aprì a metà, dove un paio di pergamene facevano da segnalibro.
-Ecco. Io ho scritto la teoria di alcune delle pozioni finite in classe. Di quelle che ci ha dato Lumacorno ne mancano ancora 11. Più 12 da fare.
Di Trasfigurazione ho fatto un solo tema, ma lo ho su in dormitorio, te lo porto domani.- il Serpeverde la lanciò un'occhiata di sottecchi, prima di afferrare con le mani affusolate le pergamene, come se ci fosse bisogno di controllare un lavoro di Hermione Granger.
-Hmm...- le scrutò pensieroso, accarezzandosi un pizzetto che non esisteva.
La sua pelle ambrata brillava alla luce soffusa delle candele.
Gli occhi di un blu elettrico vagavano veloci tra le righe, cercando un errore che non c'era.
Ne lesse solo il primo foglio; poi, sospirando, le rigettò sul tavolo.
-Ti hanno mai insegnato l'ordine, Zabini?- Hermione lo riprese acida. Non sopportava il disordine.
-Sempre a lagnarti. Comunque. Hai visto Draco, per caso?- con noncuranza, prese a fissarsi le unghie.
La Granger divenne più rossa dei capelli a marchio Weasley.
Bocheggiò un pò, finché il moro non se ne accorse.
-Non è una domanda difficile. Devi dire solo sì o no.- la guardò stranito, anche se con una nota di curiosità.
-Ehm... No, certocheno. P-perché mi fai questa domanda?- era ridicola.
Balbettava e muoveva freneticamente le mani, facendo a pezzetti un bigliettino.
Bene, ridicola e patetica.
Nemmeno una ragazzina in piena crisi ormonale si comportava così.
-È solo una domanda, rilassati. Perché, dovrei sapere qualcosa? -sollevò elegantemente un folto sopracciglio.
-P-presumo di no. No, no. Infatti.- strinse la mani a pugno.
E tanti saluti alla dignità.
-Ti hanno mai detto che sei strana, Granger?-
La riccia fece per rispondere ma, spostando lo sguardo verso l'entrata, sbarrò gli occhi.
-No, no, no, no, no...- piagnucolò, cominciando a sistemare freneticamente fogli e libri.
Il Serpeverde seguì il suo sguardo, che andò a posarsi su una figura che non poteva essere che Ginny Weasley.
-Ti senti bene?- domandò alla mora, che intanto aveva scostato la sedia e si stava inginocchiando.
-Tu non mi hai visto. Non sai dove sono. Non abbiamo mai parlato.- lo fissò quasi supplicante, prima di infilarsi sotto al tavolo e gattonare verso il tavolo successivo, dove le poltrone di velluto l'avrebbero coperta alla vista.
Il Serpeverde non fece in tempo a domandare cosa stesse succedendo, che un tornando rosso si materializzò al suo fianco.
-Ehi Zabini. Come va? Bene? Sì anche a me, grazie.- era abitudine di Ginevra Weasley fare monologhi che consistevano in domanda e risposta, quando era di fretta.
-Ehm... Tutto okay, Weasley?- allungò le gambe, che si posarono sulla sedie nella quale poco prima era seduta la Grifondoro.
-Non esattamente. Hai visto Hermione, per casо?- prese a dondolarsi sul filo esterno delle scarpe, mentre fissava i suoi occhioni castani in quelli blu del ragazzo.
Questo, d'altra parte, aveva preso un lungo respiro e annuiva lievemente, le braccia incrociate sul petto, con l'aria di chi la sa lunga.
-Hermione, eh? No, non so dov'è la Granger.- posò i piedi nuovamente a terra e le mani sul tavolo.
-Oh... Ma, aspetta...- la rossa si concesse un attimo per ridacchiare- cosa ci fai tu in biblioteca?- portò una mano alla bocca, trattenendosi dal ridere.
-Studio. Non era ovvio?- spalancò le braccia, come per rendere l'idea.
La risata cristallina della rossa si propagò nella biblioteca, venendo prontamente fermata e ripresa da Madama Pince.
-Dai, Zabini, non scherzare. Tu non stai mai in biblioteca, tu non studi mai.- questa volta sussurrò, per non venir buttata fuori.
-Ehi! La prendo come un'offesa alla mia persona!- fintamente indignato, si voltò verso i fogli che aveva davanti.
-Oh, aspetta... Sei qui con qualcuno?- puntò lo sguardo sui libri girati nell'altro verso, che Hermione non aveva fatto in tempo a raccogliere.
Ginny prese a guardarsi intorno, cercando qualcuno, probabilmente una ragazza, che sarebbe stata la scusa del moro nel trovarsi lì.
-In realtà...- il resto della frase negativa gli si smorzò in gola, quando qualcuno la concluse al suo posto.
-In realtà è qui con me.- Draco Malfoy, gelido come sempre, con la sua aria spettrale, nel suo completo interamente nero, nonostante avesse dovuto indossare la divisa, con il suo sorrisino fiero, e l'aria da superiore che era sicuro di essere, si sedette sulla sedia precedentemente occupata dalla Grifondoro.
La più piccola di casa Weasley rabbrividì all'apparizione improvvisa del biondo.
-Quindi, sei pregata di smammare.- aggiunse, con un sorrisino tutt'altro che simpatico.
Non gli fu risparmiata l'occhiata gelida della rossa, ma non sembrò badarci troppo.
-Seguirò il tuo consiglio, Malferret.- felice di aver fatto vacillare il sorrisino del Serpeverde, si voltò verso il moro.
-Grazie lo stesso.- detto quello, si allontanò.
Solo quando fu fuori dal portone, Hermione scattò in piedi, diventata impaziente di andarsene all'apparizione del biondo.
-Grazie Zabini, ti devo un favore.- raccimolò tutte le sue cose, strappando un libro dalle mani di Malfoy.
-La delicatezza dove l'hai lasciata, Granger?- noncurante della domanda che la serpe le aveva fatto per provocarla, sistemò i suoi fogli.
-Poco coraggioso, da parte tua, nascondersi. Non dicevi di essere finita in Grifondoro?- si rigirò tra le dita una penna della ragazza, ghignando.
-Oh, perché, sarei dovuta andare con i Serpeverde? Hai detto che devo stare tra i codardi, no? Mi sembra la casata perfetta, quella.- sorrise scettica, togliendo dalle mani del biondo anche la penna.
-Eppure, ad uno dei codardi, hai chiesto aiuto. Poco professionale.- ringhiò, accennando a Blaise.
-Nessuno ha chiesto il tuo parere, lurido Purosangue.- Hermione non si trattenne. Era da anni che voleva rifilarli quella frase che lui stesso le aveva detto, al secondo anno.
Questo scattò in piedi, offeso nel pronfondo, mentre Hermione portava istintivamente una mano al collo, lisciando il colletto della camicia che era alzato per bene, per coprire quei segni violacei che lui le aveva lasciato, strozzandola, e che, nonostante il tempo trascorso, non ne volevano sapere di andarsene.
Afferrò anche l'ultima pergamena, buttandola nella borsa, e si allontanò a passo svelto, per avere l'ultima parola e, nel profondo, per allontanarsi dallo sguardo folle di Draco Malfoy, che la perseguitava ogni notte, con il solo desiderio di farle nuovamente del male.

Ehi ehi ce l'ho fatta, gente!
Scusate se ci ho messo tanto, ma ho una valida scusa, aka scuola.
È un capitolo di passaggio, nel prossimo ci sarà più Dramione.
Beh, cosa volevo dire? Ah sì.
Voglio rendere questa storia una storia a parte, non il sequel di Togheter in a new life. Non vado molto fiera di quella storia, sinceramente, e questo continuo non ne parla. Mi basterà modificare il prologo. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Pooi. Oggi è il 24. È uscito 'La maledizione dell'erede'
Chi di voi lo compraa?
Io shi. Però mi sono appena svegliata e devo aspettare i miei, uf.
Vabbè.

Domanda☆: avete fatto il test del Patronus su Pottermore, uscito il 22? Se sì, qual'è il vostro Patronus?

Spero il capitolo sia stato di vostro gradimento, fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti e mettete una stellina ☆ se vi è piaciuto!
Noi ci vediamo al prossimo capitolo.
Un bacio,
Accio_Firebolt_

MIЯЯOR. |Dramione|Donde viven las historias. Descúbrelo ahora