Capitolo 5

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Kylar.

Ero talmente perso nei miei pensieri da non riuscire neppure a mangiare. Il pensiero di ciò che era successo alla banca non mi lasciava più in pace. Lui aveva sofferto così tanto a causa mia e comunque mi aveva perdonato tutto.
Ero così confuso, da una parte ero felice di poter passare del tempo con lui, ma dall'altra avevo la sensazione che standogli vicino gli avrei soltanto fatto del male.
Sapevo perfettamente che riflettere su quell'argomento e basta non avrebbe portato a nulla, avrei dovuto parlarne con Kai o sarei andato avanti a pensarci all'infinito. Soltanto che era ancora troppo presto per parlarne seriamente con lui.

Dopo aver finito di mangiare Kai mi chiese se volessi un gelato, il che mi fece sentire ancora peggio di prima. Quel ragazzo faceva davvero di tutto per me, pagava l'operazione, il cibo, mi dava dei vestiti caldi, mi lasciava fare una doccia calda e non voleva niente in cambio, io invece gli avevo fatto solo del male, avevo rovinato la sua vita e non sarei mai riuscito a dargli niente in cambio. Non volevo che Kai si rendesse conto di come stavo in realtà, così gli sorrisi gentilmente e dissi di no. Lui si alzò per andare a prendersi un gelato per poi tornare, senza avermi minimamente ascoltato, con due. Quando me ne diede uno lo ringraziai.

-Kai, perché fai tutto questo per me?-

Lui sembrava un po' sorpreso della domanda perciò chiese:

-Cosa intendi?-

Sospirai. Per me non era mai stato facile parlare di cose del genere, soprattutto se si trattava di sentimenti.
Iniziai a diventare nervoso ma continuai ugualmente.

-Tu fai di tutto e di più per me mentre io ti ho fatto solo del male, ti ho fatto soffrire e ti ho strappato via dalla tua vita di tutti i giorni. Tu non solo mi hai perdonato ma volevi anche rivedermi, ed ora mi stai persino aiutando. Perché?-

Iniziò anche lui ad essere pensieroso e a grattarsi la testa, poi arrossì e disse:

-Sai che me lo sto chiedendo anch'io?-

Non sapevo proprio come avrei dovuto reagire, quella risposta era troppo stupida per permettermi di fare qualsiasi cosa se non chiedermi se quello fosse davvero tutto ciò che gli passava per la testa. Fortunatamente dopo una piccola pausa aggiunse:

-Forse semplicemente perché ti voglio bene?-

Era più una domanda che un'affermazione ma bastò per far battere il mio cuore velocissimo, tanto che ebbi paura che Kai potesse sentirlo. Sperai con tutto me stesso di non arrossire e che Kai non si rendesse conto di nulla. Non dissi più nulla, mi limitai a sorridere come un bambino che finalmente poteva mangiare il suo dolce preferito.
Sapevo di sembrare una ragazza che ha appena detto al ragazzo cosa sente per lui e che ha scoperto di essere ricambiata. Infatti Kai mi chiese se stessi bene, domanda a cui risposi, ovviamente, di sì. Nonostante sapessi di sembrare strano, quel sorriso non me lo sarei fatto togliere da niente e da nessuno.

Durante il tragitto verso casa provò di nuovo a chiedermi perché io e la sua amica ci fossimo comportati in modo così strano. Cominciai a ridere per via della sua innocenza, si vedeva benissimo che non aveva nessuna esperienza in quel genere di cose dato che non era neppure in grado di riconoscere la gelosia.

-Forse un giorno capirai.-

Risposi ottenendo uno sbuffo come risposta.

Non ero mai stato una persona gelosa, soprattutto non nelle relazioni, ma per qualche motivo con Kai era diverso.
Ripensai alle parole di Kai di poco prima, ero felice ma avevo paura che Kai intendesse quel "ti voglio bene" solo come amico.
Quel ragazzo mi faceva impazzire, sia in maniera positiva che negativa.

-Kylar un giorno devi venire a scuola, così ti posso presentare i miei amici!-

In realtà non volevo per niente andarci, perché nessuno dei suoi amici avrebbe mai accettato un poveraccio come me, ma per fortuna mi venne in mente un'altra cosa per deviare il discorso.

-A proposito di presentare, sai già come risolvere il nostro problemino col mio sesso?-

Ce ne eravamo dimenticati ma il problema c'era ancora, avevamo soltanto avuto la fortuna che i suoi genitori non sarebbero tornati a casa per una settimana. Ma una settimana era corta per trovare un modo per nascondere il fatto che la fidanzata di Kai non esistesse.
Sicuramente non mi sarei rasato le gambe per poi mettere la gonna e fingermi una donna, anche se le facce dei genitori di kai sarebbero sicuramente state divertenti da vedere.

-Ehm... N-non ci ho pensato ancora ma forse a te viene in mente qualcosa...-

Quella volta non volevo aiutarlo ma vedere l'idea a cui sarebbe arrivato da solo. Anche se ero abbastanza sicuro che sarebbe arrivato a qualcosa di stupido che solo lui si sarebbe potuto inventare.

-No, tu hai creato il problema, tu devi trovare una soluzione.-

Mi guardò con gli occhi spalancati e la bocca aperta.

-Ma... Kylar sei cattivissimo!-

Cominciai a ridere e risposi:

-Sì, lo so.-

Fece finta di mettere il broncio ma si capiva che anche lui aveva delle difficoltà a trattenere le risate vista la stupidità della situazione.

Dopo una piccola passeggiata arrivammo a destinazione ed io spalancai nuovamente gli occhi a causa della grandezza della casa, mi sembrava che fosse ancora più grande di quando eravamo usciti. Non capivo come tre persone avessero bisogno di così tanto spazio.

Kai sbadigliò e si scusò subito.

-Scusa ma ho sonno e domani ho scuola. Spero che non ti faccia niente andare a letto presto.-

Guardandolo dolcemente per il suo comportamento premuroso gli risposi che anch'io avevo sonno, il che era vero, ne avevo passate tante in quei giorni ed avevo assolutamente bisogni di recuperare delle ore di sonno. Lui mi spiegò che potevo usare il bagno di prima per prepararmi per andare a letto e che lui ne avrebbe usato un altro.
Dovetti impegnarmi per non scoppiare a ridere quando si mise a cercarmi un pigiama decente tra quelli di suo padre, erano tutti incredibilmente strani, o avevano dei motivi molto infantili o erano fatti di seta finissima.
Alla fine Kai rinunciò e mi diede una semplice maglietta bianca che presi ridendo e dicendo che mi andava bene, in fin dei conti ero abituato a dormire vestito.
Andai al bagno e, per la prima volta dopo più di dieci anni, andai a letto come si deve, con il corpo, i capelli ed i denti puliti. Per un attimo mi sentii un ragazzo normale, con una vita normale e delle condizioni di vita normali.

Uscii dal bagno ed entrai nella stanza di Kai dove lui mi stava aspettando.
Ero felicissimo di poter finalmente dormire insieme a Kai, di poter sentire di nuovo il calore del suo corpo ed il suo profumo, quando lui si alzò e distrusse tutte le mie fantasie.

-Vieni, ti faccio vedere dove dormi.-

Un mondo intero crollò in quel momento, proprio come una finestra che si rompe. La delusione era gigantesca.
Lo seguii tristemente fino alla stanza degli ospiti e guardai il letto freddo pensando a come, di nuovo, Kai fosse riuscito a cambiare il mio umore in meno di due secondi facendomi passare dalla persona più felice del mondo ad un semplice ragazzo triste.

Pochi istanti dopo Kai mi diede la buonanotte ed uscì della stanza, io spensi da solo la luce ed andai a letto.

Il letto era il più comodo che avessi mai usato, ma non mi interessava, in quel momento nella mia mente c'era solo Kai.
Non facevo altro che pensare alla sua risposta di quel pomeriggio e chiedermi cosa fossi effettivamente per lui.
Un amico comune?
O c'era forse una piccola possibilità che io fossi di più?

Da Nemici A Amanti - Parte 2Where stories live. Discover now