Capitolo 9

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Kylar.

Eravamo tornati a casa e l'atmosfera era a dir poco pessima. Kai era ancora arrabbiato per colpa dei ragazzi e, nonostante Anna provasse a tranquillizzarlo, il suo umore non sembrava migliorare.
Io invece stavo ancora male. Fin dall'inizio mi ero sentito escluso da quel gruppo, non dissi niente a Kai perché mi piaceva vederlo divertirsi con i suoi amici. Quando i primi cominciarono a rendersi conto della mia presenza ed iniziarono a parlare di vestiti alla moda e di marca per vedere le mie reazioni provai ad ignorarli. Ma col passare del tempo diventava sempre più difficile. Sempre più ragazzi si radunavano attorno a me per prendermi in giro o darmi degli spintoni. Dovevo seriamente controllarmi per non picchiarli. Ogni volta che la mia rabbia aumentava pensavo a Kai, in modo da trovare una motivazione per non fare del male a nessuno, ma alla fine era stato proprio lui a reagire, in modo esagerato oserei dire. In altre parole aveva provocato esattamente ciò che io volevo evitare.

Stufo di ascoltare le discussioni di Anna e Kai mi persi nei miei pensieri, ma stranamente non pensai a quello che era successo, ma a Laila. Volevo vederla. Forse sarei riuscito a trovare un po' di tempo per andare da lei quando Kai era a scuola. Provai a ricordare quando l'avevo vista l'ultima volta felice e fuori dall'ospedale, ma era passato così tanto tempo che non lo ricordavo più.

La mia attenzione venne poi richiamata da un urlo di Anna più forte dei precedenti, che stava cercando di dissuadere Kai dal chiamare quei ragazzi per insultarli anche al telefono.
Ero indeciso se alzarmi e andare via o mettermi ad urlare a mia volta. Ma per evitare ulteriori problemi non feci nessuna delle due cose, restando ad osservare Anna che, lentamente, stava riuscendo a calmare Kai.

Annie stranamente non si era più fatta vedere, e a dire la verità, non mi dispiaceva.

-Scusa Kylar, forse ho esagitato un po'. Meglio che dimentichiamo quella festa.-

Disse Kai rivolgendomi la parola dopo quasi un'ora di litigi.

Anna, evidentemente contenta del suo operato, andò a prendere qualcosa da bere, lasciando me e Kai da soli nell'enorme salotto.
In quel momento mi tornò in mente ciò che aveva fatto poco prima, quando aveva preso il mio volto tra le sue mani morbide e calde. Eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altro, potevo sentire il suo respiro caldo sulla mia pelle e mi ero seriamente dovuto controllare per non baciarlo. E con il pensiero di baciarlo, di sentire le sue labbra sulle mie, arrossii.
Ovviamente Kai lo notò e, come quasi sempre, fraintese:

-Kylar stai bene? Sei rosso in faccia! Hai la febbre?-

Si avvicinò velocemente a me e prese il mio volto tra le mani, appoggiando la sua fronte alla mia per comparare la temperatura. Le sue azioni, nonostante non avessero nessun secondo fine, peggiorarono la situazione facendomi diventare ancora più rosso.
Quando chiuse gli occhi per concentrarsi sulla temperatura mi sembrò di non riuscire più a respirare. Stavo alzando una mano per accarezzarlo quando Anna tornò nel soggiorno. Velocemente la abbassai sperando che non avesse visto niente, ma tristemente il suo sorriso mi fece capire il contrario.

Disse semplicemente un "oh!", ma bastò per spaventare Kai che, sbattendo leggermente la testa contro la mia, si separò da me.

-Cosa sta succedendo?-

Chiese Anna con un sorriso perfettamente consapevole.

-Era rosso e volevo controllare se aveva la febbre.-

Rispose Kai, a volte sembrava così innocente che mi fece scappare un sorriso.

Qualche minuto dopo Kai andò in bagno, lasciandomi da solo con Anna e il suo sorrisetto beffardo.

-Allora raccontami un po': come mai sei arrossato?-

Non seppi cosa risponderle. Non conoscevo nulla di lei, non sapevo quanto potevo fidarmi né in che relazione era con Kai. E di sicuro non potevo farle capire che ero gay, avrebbe potuto dirlo a qualcuno e peggiorare la situazione. O peggio, avrebbe potuto dirlo a Kai, e non sapevo come avrebbe reagito.
Abbassai la testa. Era tutt'altro che facile parlare dell'argomento senza dire niente che mi potesse far scoprire e rovinare tutto.

-Non devi vergognati, per me va bene se sei gay e ti piace Kai. Devi sapere che io sono la sua migliore amica e voglio che stia bene, e se sta bene con te io sono felice per voi. Non devi assolutamente avere paura di parlarne con me, perché puoi essere sicuro che resterà tra noi.-

Spiazzato alzai la testa e la fissai con gli occhi sgranati. Ero stato scoperto, e a farlo era stata una ragazza che conoscevo da meno di un giorno. Eppure sembrava così seria e sincera da riuscire a tranquillizzarmi. Le sorrisi timidamente e leggermente imbarazzato per poi abbasare di nuovo la testa.
Ero quasi geloso di Kai, perché degli amici come Anna sono veramente rari. Sospirai, volevo risponderle, ma non sapevo da dove cominciare.
Da una parte ero contento che almeno qualcuno lo sapesse, ma dall'altra avevo paura di cosa sarebbe successo da quel momento in poi, dato che il mio segreto era esposto.

Mi parve che passarono secoli prima che Kai tornò dal bagno, trovando Anna con un sorriso lungo fino alle orecchie ed io ancora con la testa abbassata.

Quella era stata decisamente una giornata movimentata.

Da Nemici A Amanti - Parte 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora