Capitolo 10

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Kai.

Passarono diverse ore prima che Anna ricevesse nuovamente notizie dalla sorella.
Non appena ebbe finito la telefonata si voltò verso di me con lo stesso strano sorriso che aveva rivolto poco prima a Kylar.

-Annie ha detto che non può passare a prendermi e che devo tornare a casa da sola, Kai mi accompagni?-

Non capivo il perché della sua domanda visto che abitava a meno di un chilometro da casa mia.

-Ma abiti a 500 metri da qui!-

La vidi alzare gli occhi al cielo.

-Ma ho paura del buio!-

-Ma non è vero!-

-Sì che è vero!-

-Ma se sei sempre tornata a casa da sola anche la notte!-

Anna si passò una mano sulla faccia con aria rassegnata.

-Kai...-

-Davvero non ti capisco, di norma sei tu che devi accompagnare me perché sono troppo ubriaco!-

Mi guardò con sguardo assassino, uno di quelli sguardi che non ammettono obiezioni.

-Kai, prendi la giacca e muoviti.-

-Okay...-

Senza più ribattere dissi a Kylar di aspettarmi a casa e prendendo la giacca seguii Anna fino alla porta.

-Cosa cazzo è appena successo?-

Stavo mettendo il primo piede fuori casa quando sentii le parole di Kylar, così tornai indietro di due passi in modo da sbucare dalla porta a sufficienza per poter vedere Kylar.

-Me lo sto chiedendo anche io!-

Dissi per poi venir trascinato fuori di casa da Anna, che sembrava essere arrabbiata per qualche strano motivo.
Camminammo in silenzio per qualche minuto prima che Anna si decidesse a spiegarmi cosa stava succedendo.

-Senti mister perspicacia, ti ho trascinato fuori perché avevo bisogno di parlarti di-

-Non potevi parlarmi a casa invece che trascinarmi fuori al freddo?-

La interruppi.

-Dovevo parlarti da solo Kai, da solo.-

Continuò lei.

-Vorrei parlarti di Kylar...-

Non sapevo minimamente cosa aspettarmi da quella discussione, forse anche a lei Kylar non piaceva, forse aveva capito dai miei racconti la vera identità di Kylar, ed era proprio l'ultima possibilità a farmi preoccupare.

-Allora... dimmi.-

Lei esitò un attimo, come se stesse cercando le parole adatte per affrontare il discorso, e quando le ebbe trovate mi pose una domanda decisamente diretta:

-Cos'è Kylar per te?-

Vista dall'esterno poteva sembrare una domanda così semplice e banale a cui avrei semplicemente potuto rispondere "un amico", ma nel momento in cui provai a dare quella risposta qualcosa dentro di me mi bloccò. Cominciai a ripensare a tutto ciò che era successo, al rapimento, alla nostra momentanea convivenza e alla festa. Avevo perdonato tutto a Kylar, avevo fatto finta che nulla fosse successo, e di sicuro questo per un amico non lo avrei fatto. Ma quindi per me cos'era Kylar?

-Io... non lo so...-

Anna mi rivolse un sorriso gentile.

-Lo sapevo.-

Riprese a camminare verso casa sua ed io la seguii in silenzio.

-Kai, ti prego di ascoltarmi in silenzio e di non interrompermi come tuo solito.-

Annuii.

-Mi è bastato un giorno per notare come te e kylar siate legati, e posso dirti che dal mio punto di vista sembra che tu tieni a Kylar molto di più che a tutti gli altri tuoi amici. Come ben saprai sono fidanzata da parecchio tempo con un ragazzo, sai, quando sono con lui mi sento protetta e se ha bisogno faccio di tutto pur di aiutarlo, proprio come hai fatto tu con Kylar. Questo succede perché lo amo, e perché lui ama me, perché lui è l'amore della mia vita. Ora Kai ti ripongo la domanda: cos'è Kylar per te?-

Non feci neppure in tempo a metabolizzare il discorso che Anna aprì la porta di casa sua a cui eravamo arrivati davanti pochi secondi prima.

-Bene, ti lascio riflettere da solo, a domani!-

Dopodiché sbattè la porta dietro di se per poi chiuderla a chiave lasciandomi da solo sulla strada.

-Aspetta Anna con questo cosa intendi!?-

Urlai sperando in una sua risposta che ovviamente non arrivò, così, rassegnato, tornai a casa in silenzio.

***

Decisi di fare il giro largo passando dal parco, avevo bisogno di tempo per capire cosa mi avesse effettivamente detto Anna.
Non è che non avessi capito il messaggio, anzi, quello era ben chiaro, solo che mi sembrava assurdo.

Sostanzialmente Anna mi stava dicendo che mi ero innamorato di Kylar.
È vero che con lui mi sentivo protetto, questo non potevo negarlo, ma non credevo che ciò che provavo potesse essere chiamato amore.
Semplicemente dopo tutto ciò che avevamo passato assieme era normale che io mi sentissi legato a lui, e visto come nonostante tutto mi aveva protetto quando ne avevo veramente bisogno, sentivo di potermi fidare di lui. Era logico che mi sentissi legato a lui quasi di più che agli altri miei amici, ma quello non doveva per forza essere amore, semplicemente con lui erano successe delle cose che con altri non erano mai successe.
Forse agli occhi di Anna la situazione sembrava quella, ma lei non sapeva ciò che avevamo passato nè chi fosse realmente Kylar. Insomma, okay perdonarlo e che aveva le sue buone ragioni per farlo, ma quale idiota si innamorerebbe mai del suo rapitore?

Passai diversi minuti a pensare nel parco, o meglio, cercavo di autoconvincermi che Anna avesse sbagliato i suoi calcoli.
Non riuscivo e non volevo accettare una cosa del genere, mi sembrava assurda. Avevo già avuto diverse ragazze prima, e l'idea di essermi innamorato di un ragazzo mi sembrava davvero impossibile, soprattutto se pensavo a cosa mi avevano fatto gli amici di Kylar.

Scossi la testa cercando di togliermi di dosso quei pensieri, tutto stava andando bene, non era di certo quello il momento per mettersi a ricordare quella notte.

Mi alzai dal muretto sul quale mi ero seduto e tornai a casa nel più totale silenzio, completamente perso nei miei pensieri.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 05, 2017 ⏰

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Da Nemici A Amanti - Parte 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora