24. Non avevo idea che...

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Daniel

Il vapore invade il bagno quando esco dalla doccia, che quando mi ritrovo davanti lo specchio che sta sopra il lavandino, mi è impossibile vedere il mio riflesso. Prendo così una tovaglia e la passo su di esso, scontrandomi con gli occhi azzurri e ancora un po' stanchi, di un ragazzo di quasi venticinque anni che ha passato la notte in bianco. E non perché non riuscisse a staccare gli occhi dalla ragazza che dormisse a fianco, ma più dai pensieri riguardo a quest'ultima.

Capire di essere innamorato di Cassandra Rogers, è stato come ricevere una scossa elettrica dritta al cuore. Molto molto forte. E ha fatto nascere in me, il bisogno di guardarla e accertarmi che non scomparisse, che non stessi sognando o che fosse un'allucinazione. Lei è rimasta comunque lì, nella parte sinistra del letto, abbracciata al cuscino ormai impregnato del suo profumo e con un'espressione serena sul viso. Non si è mossa completamente, come se sapesse che la stessi guardando. Per tutta la notte, non ho fatto altro che osservare e accarezzare un viso che non riesco a togliere dai pensieri, fin dal primo momento che l'ho visto. E forse avrei dovuta tenerla lontana, invece che avvicinarmi e permetterle di fare lo stesso con me.

Sospiro e guardando il mio riflesso, decido di radermi anche se la barba che ricopre il viso non è poi così esagerata. Ammettilo che è un modo per distrarre la mente da Cassandra Rogers, mi punta l'indice contro la mia coscienza. Resto in silenzio, consapevole che abbia pienamente ragione. Prendo il rasoio dal cassetto sotto il lavandino e la schiuma da barba, ma, quando sono sul punto di stenderla sul viso, vengo interrotto da un bussare leggero alla porta. Mi avvicino ad essa e la apro, ritrovandomi davanti la stessa ragazza che mi rubato il sonno stanotte -e il cuore.

-Oh.- si lascia sfuggire, sgranando gli occhi quando li posa sulla mia figura. –Non sapevo che...- sussurra, prima di bloccarsi e deglutire a fatica. Sembra ancora più piccola con quelle guance rosse mentre la mia maglietta le cade su una spalla -anche se ha un po di cose qui, sono più le volte che dorme con qualche mia maglietta che con le sue.

I miei occhi sono fissi su di lei, così intensamente che ho paura di mandarla a fuoco. Calma gli ormoni, Sharman! Mi ordina urlando la mia coscienza, ma a me arriva più come un eco lontano e quasi inudibile. Come faccio a mantere la calma, quando c'è lei che mi guarda così? Come se fosse la prima volta che mi veda? I suoi occhi si abbassano per un istante sul nodo dell'asciugamano che ho legato in vita, prima di scattare nuovamente nei miei. È ancora più rossa in viso. E i suoi occhi sono più scuri. Non pensare minimamente all'idea di sbatterla contro il muro! Urla di nuovo la mia coscienza. Deglutisco, ma non riesco neanche a mandare l'impulso al mio corpo di restare dov'è, che i miei piedi si muovono da soli così come le mie mani. –Cass.- dico in un sussurro, come se volessi dirle di allontanarsi. Ma non ci riesco e le mie labbra si posano con forza sulle sue, quasi a cancellare i baci più dolci e decisamente più casti che ci siamo dati prima di addormentarci. Lei ne aveva così di bisogno, dopo la giornata stressante di ieri... la mia lingua insegue la sua, si intreccia ad essa mentre i polmoni mi bruciano sempre di più, fino a staccarmi e riaprire gli occhi, per incontrare i suoi. È come se all'improvviso non fossi più sulla terra ma in quell'abisso dove mi ritrovo ad affogare sempre più. Ritorno a baciarla, ma stavolta le sue mani si intrecciano nei miei capelli e li stringono in piccoli pugni che mi fanno sospirare contro la sua bocca. Non dico niente, semplicemente le metto le mani sotto le cosce e la sollevo da terra, mentre lei squittisce sorpresa contro la mia bocca.

-Daniel!- si stacca e mi guarda, con il respiro pesante come il mio. Ha le guance rosse e stavolta credo perché si sia accorta dell'effetto che ha su di me. –Cosa stai...- prova a dire, prima che io la interrompa posando la bocca contro la sua.

Non parlare, baciami e basta, vorrei dirle. Invece cammino ad occhi chiusi, calcolando mentalmente i passi che mi servono per raggiungere la mia stanza. Mi blocco quando sento il bordo del letto toccare le mie gambe, così lascio ricadere Cassy su di esso. Mi sistemo sopra di lei, facendo peso sulle braccia per non gravarle addosso, mentre le sue braccia mi stringono disperatamente. –Cass...aspetta.- mormoro a fatica, staccandomi. Apro gli occhi e vedo lei fare lo stesso. Respiro mentre cerco di prendere coscienza del mio corpo ed evitare di fare qualche cavolata. –Fermiamoci o non credo che riuscirò a farlo dopo.- le dico serio, stringendole un fianco.

ℬℯ𝓁𝓁𝒾𝓈𝓈𝒾𝓂ℴ 𝓈ℯ𝒾 𝓉𝓊 || 𝒟𝒶𝓃𝒾ℯ𝓁 𝒮𝒽𝒶𝓇𝓂𝒶𝓃Where stories live. Discover now