27. Guardami e fidati

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Cassy

-Ahia!- esclamo, quando per sbaglio tocco il manico del bollitore con il pollice, sulla parte non coperta dallo straccio. Poso il bollitore e mi porto il pollice davanti le labbra, soffiandoci sopra, mentre con aria corrucciata guardo quello stupido bollitore. –Perché non posso fare niente, senza combinare guai?- mi chiedo, parlando ad alta voce. So che se qualcuno mi vedesse adesso, mi prenderebbe per pazza. Anche a causa del miei capelli legati in una treccia quasi del tutto sfatta.

Sospiro e chiudo gli occhi, cercando di cancellare l'immagine che mi si ripete in loop da ieri sera: gli occhi grigi e pieni di rabbia di Daniel Sharman. Mi vengono i brividi, se solo ripenso a ciò che sia successo.

Nella mia testa c'è così tanta confusione...per tutta la notte non ho fatto altro che girarmi e rigirarmi, chiedendomi cos'abbia portato Daniel a prendersi a pugni con quel tizio. Non credo che sia a causa di una sciocchezza, perché lui è più maturo di così e prendersi a botte come ragazzini, non è di certo tra i suoi hobby preferiti.

Ho pianto per un po', silenziosamente, per la paura provata nel vedere Daniel in quel modo. Non perché pensi che possa alzare le mani su di me, ma più per il fatto che quella rabbia che aveva negli occhi, non gliel'avessi mai vista. Isabel ieri sera ha detto che Daniel ha dei muri. Che la rabbia che gli ho visto, centri qualcosa? Eppure, pensandoci bene, non si trattava solo di rabbia: cera dolore nei suoi occhi. Ma per cosa? Per chi?

-Cass?- sobbalzo sentendo pronunciare il mio nome dalla voce di Daniel. Mi volto di scatto e lui è lì, vicino al tavolo, vestito con il solo paio di pantaloni del pigiama. Esattamente come l'ho lasciato stanotte. I miei occhi però, si concentrano subito sui lividi che gli decorano malamente la pelle e sospiro.

Dopo che ce ne siamo andati dalla festa, siamo venuti tutti qui, compresa Isabel che ha dato di matto per un po'. La capisco, avrei fatto lo stesso anch'io se non fosse stato che mi sentissi paralizzata, tra Daniel e Gregg conciati male: uno con mascella e stomaco dolorante, l'altro con un occhio nero e un livido sulla guancia. Sono riuscita a riprendermi un po', solo quando Candice mi ha detto di aiutarla a prenderle la cassetta del pronto soccorso...e così, mi sono ritrovata a fare ciò che Daniel Sharman ha fatto per mesi con me. I suoi occhi sono rimasti per tutto il tempo fissi su di me, ma io non sono mai riuscita a ricambiare il suo sguardo. Come adesso, mentre mi ritrovo ad abbassare il viso e a nascondere le lacrime, che il solo vederlo in questo stato mi procura.

Mi volto e chiudo gli occhi. –Ho fatto il thè.- sussurro.

Non sento alcuna risposta da parte sua, se non il suono di piedi nudi che si avvicinano, facendomi venire la pelle d'oca. –Cos'hai, Cass?- chiede, ormai quasi contro la mia schiena.

Rabbrividisco ancora di più alla sua voce così vicina. –Niente.- rispondo, cercando di suonare tranquilla. Ma come si fa ad esserlo, se in testa ho mille domande e nessuna risposta? Se nel cuore ho questo sentimento che mi fa paura e felice allo stesso tempo?

-Pensi che ti creda?- fa sarcastico. –Come fai a dirmi questo, dopo che stamattina non ti ho trovata nel letto con me?- nelle sue parole e nella sua voce, è chiaro che sia ferito. Non ero con lui.

Sussulto e con la coda dell'occhio lancio uno sguardo verso il divano: il cuscino e le due coperte che ho usato sono ancora lì, in disordine. Non sono riuscita a dormire, forse anche perché Daniel non era accanto a me per la prima volta, da quando passo le notti con lui. –Non sono riuscita a dormire.- mormoro, rilasciando un sospiro.

Daniel sospira dietro di me. –Guardami.- dice. Supplica. Il mio corpo si muove da solo, forse colpito dal suo tono di voce. Lo guardo in volto, senza preoccuparmi di nascondergli i miei occhi lucidi. –Perché te ne sei andata?- chiede, facendo un altro passo verso di me. Ora i suoi piedi nudi toccano i miei.

ℬℯ𝓁𝓁𝒾𝓈𝓈𝒾𝓂ℴ 𝓈ℯ𝒾 𝓉𝓊 || 𝒟𝒶𝓃𝒾ℯ𝓁 𝒮𝒽𝒶𝓇𝓂𝒶𝓃Where stories live. Discover now