58. Prendermi cura di te e mi manca stare con te

1.7K 62 3
                                    

Daniel

Quando Cassandra Rogers mi ha permesso di aiutarla la prima volta, sbattendomi in faccia la realtà in cui vivesse da tutta la vita, il mio cuore si è spezzato alla vista dei lividi che le macchiassero la pelle chiara, delicata. Avrei voluto il potere di far sparire il suo dolore all'istante, non solo dal suo corpo ma anche dalla sua anima, avrei voluto far sparire i ricordi di chi e come le avesse fatto questo. Avrei voluto darle una vita nuova, ecco.

Oggi è mercoledì e forse, finalmente, quel desiderio avuto mesi fa diventerà realtà. Anche se per riuscirci, ho rischiato di perderla.

-Alza le braccia.- ordino gentilmente, guardando la schiena nuda di Cassy davanti ai miei occhi.

C'è una benda a coprire il punto dove l'ha colpita il proiettile, ma per il resto i lividi sono completamente scomparsi e questo mi risolleva, anche se so che lei stia provando ancora un po' di dolore alle costole.

Cassy fa come le dico, anche se posso immaginare le sue guance tingersi di rosso come se non l'avessi mai vista nuda o, addirittura, in queste condizioni. Fa una smorfia, sicuramente a causa delle costole doloranti, e le infilo così il reggiseno, che allaccio in fretta, e poi l'aiuto ad infilare le braccia nelle bratelline della tuta corta, sentendola mugolare ancora, anche se cerca di essere silenziosa.

Le mie mani si muovo sui suoi capelli, liberandoli dal tuppo disordinato in cui li ho legati prima per aiutarla senza intralci, lasciandoli ricadere sulla schiena: morbidi e lunghi.

-Perché non hai lasciato che facesse qualcun altro tutto ciò?- mi domanda, voltando il viso verso di me.

Mi abbasso per prendere le sue solite Superga verdi, infilandole la prima scarpa.

-Perché non voglio che qualcun altro, oltre me, ti veda così.- le rispondo, sfiorandole una caviglia, finendo di allacciarle la scarpa.

-Però così sei tu a stare ancora più male!- s'imbroncia.

Le lancio un'occhiata e vedo che ha gli occhi blu spalancati.

-Già.- annuisco con un sospiro. –Ma ti ricordo che io sono abituato, al contrario degli altri. Tua zia Cindy, per esempio, non avrebbe retto a vederti così, già sconvolta per aver saputo di cos'hai passato in questi anni.- le rammendo, vedendola abbassare appena lo sguardo. So che sta ripensando all'altro giorno, quando ha dovuto raccontare alla sua famiglia cosa Trevor le facesse davvero. –E poi, sono sempre stato io a prendermi cura di te, no?- le domando retorico, cercando di farla sorridere. Ci riesco e non posso non esserne soddisfatto, mentre finisco di allacciarle le scarpe. –Fatto!- esclamo, una volta aver concluso anche questa operazione. –Ti faccio i capelli?- le chiedo poi.

Sto già tirando fuori dal beauty case, che ha preparato Isabel stamattina, la spazzola e un elastico. Ringrazio mentalmente mia sorella, perché ieri mi ha aiutato a preparare il necessario che mi sarebbe servito oggi per Cassy.

-Posso farlo da sola almeno questo.- alza gli occhi al cielo lamentandosi con l'unico intendo di dimostrarmi che stia bene.

Sa che, anche se oggi lascerà l'ospedale, le starò a dosso come la sua ombra.

Mi avvicino al suo orecchio.

-Per una volta lascia che ti sistemi i capelli, dopo tutte le trecce che ti ho rovinato...soprattutto dal tuo compleanno.- le sussurro malizioso, cercando di distrarla, all'orecchio.

Cassy rabbrividisce ed emette un piccolo sospiro.

-Basta che sai dove mettere le mani.- pronuncia, con il fiato che le si spezza in gola.

-Oh, credimi, bambina. Lo so.- annuisco.

Ghigno silenziosamente, compiaciuto dalla reazione del suo corpo a delle mie semplici parole.

ℬℯ𝓁𝓁𝒾𝓈𝓈𝒾𝓂ℴ 𝓈ℯ𝒾 𝓉𝓊 || 𝒟𝒶𝓃𝒾ℯ𝓁 𝒮𝒽𝒶𝓇𝓂𝒶𝓃Where stories live. Discover now