Capitolo 17

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Okay, nuovo giorno, nuovo me.

Da piccolo mia mamma per farmi svolgere i compiti o strane faccende come pulire i piatti mi creava delle liste che appendeva alla porta della mia camera la mattina, erano azioni come; lavati i denti, vai a scuola, vai a casa dei nonni, fai storia, fatti la doccia, vai ad allenamento di calcio, non parlare con quel ragazzo strano di nome Calum ed infine vai a letto alle dieci in punto.

Sarò sincero ogni mattina la prima cosa che facevo appena alzato era afferrare quel foglio buttarlo nel water e tirare l'acqua, mi dava fastidio essere comandato da mia madre in quel modo, in più odiavo la routin, però il sistema non è male, infatti sono le sette di mattina ed io ho appena finito di stilare la lista sulla quale ho lavorato tutta notte.

Okay, primo punto, sveglia la piccoletta.

Mi alzo dal letto e mi infilo un paio di jeans scuri e una felpa di qualche band indie che segue Calum, mi passo una mano tra i capelli spettinati in modo da renderli decenti ed esco dalla mia camera pronto per iniziare la giornata con il piede giusto.

Busso leggermente alla porta della piccoletta ma non mi risponde, okay potrebbe essere ancora arrabbiata per ieri sera oppure molto stanca, opto per la seconda opzione così apro lentamente la porta con un sorriso felice stampato sulla faccia, sono già pronto per iniziare a cantarle la canzone di Frozen ma non appena punto lo sguardo sul letto noto che è vuoto e le lenzuola sono tutte stropicciate.

Non appena mille domande cominciano a viaggiarmi nella mente come per esempio il fatto che sia scappata di casa, o che qualche strano essere di un mondo parallelo l'abbia rapita come per Will Byron sento il rumore dell'acqua mentre scorre, mi volto verso il bagno e la vedo in piedi davanti al lavandino che si lava i denti.

Oh, per fortuna, non servirà l'aiuto di Eleven, mi ristampo in faccia il sorriso da persona felice e convincente e la raggiungo davanti alla porta del bagno.

"Buong-" inizio la mia frase ma lei alza gli occhi al cielo prima di chiudermi la porta in faccia con forza, okay, forse è leggermente incazzata.

Okay, se ho imparato una cosa da Glee è che non bisogna mai arrendersi e smettere di credere il quel che si sta facendo, dunque procediamo con la lista, secondo punto; colazione.

Corro in cucina e mi guardo attorno, okay, cosa piace alle bambine? Cioccolato? No a Rebecca non piace il cioccolato o la Nutella, okay qualcosa di salutare, ci sono, le fragole, le fragole sono salutari.

Mi lancio verso il frigo ed afferro il cestino di fragole più o meno fresche e belle, afferro un coltello e comincio a farle a fette, come si tagliano le fragole? A cerchietti o spicchi? Aspetta, devo sbucciarle?

Cerco di rendere le fragole una specie di macedonia e poi corro verso l'armadietto denominato delle schifezze e afferro la panna montata, panna e fragole, quale ragazza non va matta per questo?

Sorrido fiero di me mentre guardo la ciotola di frutta, l'adorerà, sì sono proprio bravo a fare il papà, potrei scriverci un libro e farci i soldi.

"Calum" la piccoletta entra in salotto con lo zainetto rosa sulle spalle e i capelli biondi stretti in un codino poco ordinato, non mi degna neanche di uno sguardo mentre continua a chiamare il moro, perchè sta chiamando Calum?

"Ci sono, ci sono smetti di urlare, ti sentono pure in Cina" dice Calum uscendo dalla stanza di fretta mentre saltella su una gamba sola cercando di infilarsi la scarpa destra, Rebecca alza gli occhi al cielo mentre attraversa il salotto passando anche davanti al bancone dell cucina e a me.

"Dove state andando?" Chiedo non appena vedo Calum infilarsi il berretto ed afferrare le chiavi della sua macchina.
"Rebecca mi ha chiesto se potevo portarla a scuola" dice lui indicandomi la nana che tiene stretto Daniel nelle mani mentre guarda il moro con uno sguardo annoiato.

DADDY\\ ASHTON IRWINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora