Capitolo 25

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Ci sono notti in cui basta appoggiarsi sul sedile della macchina per addormentarsi, serate in cui il cuscino diventa un forte sonnifero che ti fa perdere i sensi velocemente, momenti in cui perfino il libro che stavi leggendo o studiando diventa un comodo appoggio per dormire.

Posso garantirvi che io sono quel tipo di persona che riesce ad addormentarsi anche in una discoteca affollata o in un bosco al buio con rumori sospetti, crollo ovunque e spesso e volentieri mi risveglio convinto siano passati solo cinque minuti ed invece è già trascorsa tutta la notte.

Ma non oggi, non stanotte, non dopo le parole di mio padre.

Ho passato tutta la notte seduto sul divano con le luci spente e solo la fievole luce proveniente dalla strada ad illuminare la stanza, non ho chiuso occhio e non ho mai smesso di pensare a quelle parole, non ho mai smesso di pensare al suo sorriso amaro mentre mi guardava quasi disgustato, il solito fallimento, la solita delusione.

Per tutta la notte ho guardato le lancette del orologio che scorrevano lente, non c'era rumore, neanche il rumore di Calum che parla nel sonno delle tette di Katy Perry è riuscito a distrarmi dall'unica domanda che mi ha assillato per tutta la notte.

Cosa ne sarà di lei?

So di non poterla tenere con me, so di non poter essere abbastanza, so che i soldi che guadagno non le daranno mai la possibilità di diventare qualcuno da grande ma se so tutte queste cose perchè ho paura che i suoi futuri genitori non siano all'altezza?
E se non capissero le sue paure?E se non la facessero ridere come fanno Calum e Michael? E se non le cantassero le canzoni di Hanna Montana per farla addormentare? E se non la proteggessero al posto di Daniel? E se la stringessero durante la notte come faccio io?

Una serie domanda che mi hanno tormentato per ore, domande senza risposta, paure che non posso scacciare.

Mi alzo per prepararmi l'ennesimo caffè della giornata, ormai è mattina, ho visto l'alba sorgere e ho assistito anche all'inizio del concerto privato della signora Longari, stamattina ha voluto optare per un brano classico e di classe, alle sei di mattina ha deciso di mettere al massimo volume She's a Rebel, inutile dire che sporgendomi dalla finestra l'ho vista mentre ballava con una scopa e il suo gatto obeso in cucina.

Osservo assonnato il caffè mentre riempie la mia tazza e mi guardo nel riflesso degli armadietti in alluminio notando le occhiaie nere sul mio volto ed i capelli spettinati dovuti alle troppe volte in cui per stanchezza ho tirato le mie ciocche bionde.

"Ashton, ti prego dimmi che siamo già arrivati alla fine del secondo album dei Green Day, le mie orecchie non reggono pure il terzo stamattina" dice Calum entrando in cucina con il suo pigiama con i cani e un volto riposato e rincoglionito come al solito.
"Siamo ancora ad American Idiot, spero abbia la decenza di risparmiarci l'ultimo album, giuro che in uno di questi giorni chiamo l'ospizio" dico ridendo e Calum sorride prima di afferrare la sua tazza di caffè e soffermarsi a guardarmi leggermente confuso.

"Hai passato la notte fuori? Hai una faccia da schifo, sei ancora sbronzo?" Chiede lui con la solita delicatezza tipica del ragazzo, io lo guardo male prima di bere un sorso di caffè.
"No, non sono riuscito a dormire, pensavo ad altro" dico io alzando le spalle e Calum sorride malizioso.

"Non è che anche te stai cominciando a fare pensierini perversi sul tuo migliore amico? TI avviso, io ti voglio un bene dell'anima ma preferisco la vag..." inizia subito ma lo interrompo non appena vedo la bestiolina spuntare dalla sua camera ancora mezza addormentata.

"Buongiorno piccoletta, dormito bene?" Chiedo vedendola mentre si strofina gli occhi con le maniche del pigiama rosa prima di guardarci sorridendo come se fosse Natale, la piccoletta annuisce vigorosamente prima di saltellare verso di noi.
"Come mai così felice stamattina?" Chiedo io facendo il finto tonto e Calum mi guarda confuso.
"Ashton è il suo compl..." Tiro un calcio di nascosto al moro che subito chiude la bocca ed emette un lamento di dolore mentre io continuo a sorridere alla piccoletta la quale ci guarda confusi.

DADDY\\ ASHTON IRWINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora