Tutti la chiamano "La Ragazza Invisibile."
Lei è la classica ragazza mora con gli occhi scuri, ma non è come le altre. Lei sta sempre sola, non ha amiche. Si diverte leggendo un libro, e non andando a giro con le amiche. Ama la lettura, non la moda.
Si è sempre distinta dalle altre, le piace rimane sola, nella sua tranquillità.
Ogni giorno si mette in quel banco vuoto dell'ultima fila, e ogni giorno ha con se il suo paio di cuffie bianche.
Il suo colore preferito è il nero, è per questo che si veste sempre di questo colore. Non ama in particolare il rosa, infatti ogni volta che lo vede fa una faccia disgustata.
Si è trasferita qui all'età di quattordici anni. Sta qui, a Toronto, dai suoi parenti. Lei è italiana e prima abitava a Firenze, Italia.
Aveva molti amici in Italia e qui, nessuno. Ha molte amicizie a distanza ed è una cosa bella e brutta. Brutta perché non si posso vedere mai, e bella perché sono quelle che ti legano di più.
È molto brava a disegnare, ma non lo fa mai vedere a nessuno. Tiene un quaderno blu, dove ci disegna di tutto, sempre nella sua borsa.
Nessuno sa perché è così chiusa e insicura con se stessa. Tutti la ignorano. Non la odiano, no, ma lei non vuole fare nuove amicizie.
Il suo nome è Giulia, ed è una ragazza molto insicura e chiusa.
E come ogni giorno, mi ritrovo qui, a fissarla mentre passa per i corridoi. Abbiamo molte lezioni in comune, ma lei non si è mai accorta di me.
Da due anni che è in questa scuola, e due anni che continuo a guardarla da lontano.
Cammina sempre a testa bassa, o legge un libro, o guarda qualcosa sul telefono. I libri che legge sono sempre in italiano, è per questo che non capisco il titolo.
Quando fa molto freddo ha con se un maglione, tipo quello che fa la nonna, e sembra ancora più piccola di quel che è.
Ora è al suo armadietto e lo sta mettendo in ordine. I suoi movimenti sono così delicati e leggiadri. Ha le sue cuffie alle orecchie e intanto muove la testa a ritmo.
Rimango lì a guardarla, nella sua innocenza e nella sua grazia. In mezzo al corridoio la gente passa e mi guarda strano, ma io riesco a vedere solo lei.
Prende alcuni libri, chiude l'armadietto e va verso la classe dove devo andare anche io.
Prendo anche io i volumi che mi occorrono e vado verso la classe, dove c'è anche lei.
Faccio alcuni passi e davanti a me si posiziona Cameron, amico e compagno di squadra di football.
«Mendes, vecchio mio, come va?»dice.
Alzo gli occhi al cielo.
Quando fa così vuole qualcosa, o vuole che vada da qualche parte.
«Cosa vuoi, Dallas?»dico.
Mi porge un volantino molto accartocciato e un po' strappato. Lo apro e vedo che è un volantino del ballo d'autunno che è tra qualche giorno.
Scuoto la testa.
Non adoro andare ai balli della scuola. Devi avere una compagna e io non ci vado se non con lei.
Restituisco il volantino a Cameron, lui sperava ci andassi, ma o con lei o con nessuno.
«Dai, vieni. Sai quante ragazze ti vengono dietro?»dice.
Annuisco.
Non rimango tanto a perdere tempo con Cameron. Quindi lo sorpasso e vado verso la classe.
Ogni giorno in questo piccolo corridoio ci sono sempre tante persone che ridono, parlano o cantano. Entro in classe e ci sono già alcune persone, chi legge, chi ascolta la musica e chi parla.
Poi c'è lei, seduta sul banco accanto alla finestra, sta leggendo un libro, ma questa volta in inglese, è "Il buio oltre la siepe", un classico.
Suona la campanella e tutti i ragazzi entrano in classe. Mi metto a sedere e intanto la guardo.
Si sistema meglio i suoi capelli bruni mossi dietro al suo orecchio. Rimango ammaliato da tutta la sua finezza e bellezza.
La professoressa di matematica entra in classe e inizia a fare l'appello. La professoressa chiama il suo nome e le alza la mano molto titubante.
Finito l'appello, la professoressa inizia con le spiegazioni. Invece di seguire matematica rimango lì, a scrutare quella ragazza.
Di nascosto si mette gli auricolari e incomincia ad ascoltare la musica, perché vedo che sta iniziando a rilassarsi.
Matematica non la sto capendo molto bene, perché non la sto seguendo.
Lei sposta lo sguardo verso la finestra con un movimento molto soave. Sta piovigginando e si sente solo il crepitio della pioggia.
La campanella suona creando un grande rumore. Tutti i ragazzi si recano fuori dalla soglia dell'aula.
Ora ho un ora di buco, e anche lei.
Molti ragazzi vanno alle macchinette, per mettere qualcosa sotto i denti.
Avanzo verso la biblioteca, l'unico luogo dove c'è molta quiete. Apro la porta e cammino verso lo scaffale della categoria Fantasy.
Harry Potter e il calice di fuoco è l'unico che attira la mia attenzione, lo prendo e nella piccola fessura vedo lei che legge il libro di stamattina. È appoggiata su uno scaffale, mentre si perde nella letteratura inglese.
Mette una mano nei suoi bellissimi capelli e comincia a giocarci. Una ragazza così bella, è così sola.
Si volta verso di me e se ne va. Non dovevo rimanere lì a scrutare i suoi occhi scuri, le sue labbra rosacee, la sua bellezza in generale. Dovevo aspettarmelo che poteva fuggire.
Disserro il libro che ho in mano e inizio a sfogliare queste pagine di carta. Amo Harry Potter, l'ho letto più di dieci volte.
Intanto cammino per trovare un posto a sedere. Avanzo verso un tavolino, ma mi scontro in qualcuno, facendo scivolare il mio e il suo libro per terra.
Mi chino per raccogliere i volumi caduti, appena vedo il titolo "Il buio oltre la siepe" mi blocco. Sollevo lo sguardo e vedo lei davanti a me. Mi alzo e le restituisco il libro.
«Ciao»dico gentilmente.
Lei si guarda intorno e va verso l'uscita. La osservo fino a non vederla più. Quella graziosa fanciulla deve trovare degli amici qui, non può rimanere sola.
La campanella suona e gli studenti iniziano a lamentarsi per la materia che sta per venire.
Hey.
Come va?
Volevo iniziare a scrivere qualcosa di diverso e così mi sono messa al lavoro.
Vi piace?
Scrivetelo sotto nei commenti.
Bye.
STAI LEGGENDO
Why || S.M -Revisione- #wattys2019
RomanceShawn: un ragazzo solare, con una cotta per una ragazza da quando si è trasferita a Toronto. Giulia: oscuri segreti, ricerca del killer della città e non Santa come si fa credere. --- «Non voglio perderti» affermo dal nulla «è per questo che sto p...