Undici - Luke

3.2K 148 5
                                    

Dire che la giornata è iniziata bene, mi sembra un eufemismo.
Tralasciando le due gomitate nello stomaco e tutte le occhiate assassine che mi ha rifilato Peggy, il coach mi ha sottoposto ad allenamento intensivo per tutta la giornata, ricordandomi secondo per secondo che se non vinceremo la prossima partita, dovrò cedere il titolo di capitano a Barnes. E no, non ci tengo affatto.
Il lato positivo è che ho saltato l'interrogazione di letteratura per la quale era prontamente impreparato. Dai, chi è che studia letteratura?
-Hemmings? Ci sei?
-Eh?
Peggy chiude rumorosamente l'armadietto, nel vano tentativo di svegliarmi.
-Dio, quanto ti hanno fatto allenare? Sembri appena uscito da The Walking Dead.
Mi passo una mano fra i capelli, esausto, e la seguo mentre si incammina verso la mensa.
-Lo prendo come un complimento. Sono a pezzi.
-Beh, questo l'avevo notato.
Alzo gli occhi al cielo, ma sorrido. So che si sta sforzando di odiarmi meno del solito e apprezzo lo sforzo, infondo quest'idea del patto potrebbe non essere proprio una stronzata.
Molto infondo.
-Sto morendo di fame e oggi hanno solo questo schifo?
Arriccia il naso teneramente, dopo aver indicato quella che dovrebbe essere pasta che aleggia in modo inquietante sul suo vassoio.
Mi lascio cadere sulla sedia come se da un momento all'altro qualche osso possa andare in frantumi ed, effettivamente, non è poi così improbabile.
Ho paura di aver davvero sentito qualcosa schricchiolare. E si, credo provenisse dal mio corpo. O da una delle panche della mensa, questo posto cade a pezzi.
-Allora, capitano, niente pranzo?
Mi risveglio immediatamente e mi rendo conto di avere lo stomaco più vuoto di un buco nero. Forse dovrei mangiare quel qualcosa dall'aspetto inquietante -siamo quasi ad Halloween d'altronde- che mi troneggia davanti, ma non penso sopravviverei.
-È commestibile, almeno?
-Non chiederlo a me, so solo che il mio stomaco proclama cibo e questo è quello che abbiamo a disposizione.
Inarca un sopracciglio ed aspetta la mia reazione. Mi sta provocando?
Mi alzo di scatto, le afferro un polso e la trascino fuori dall'edificio.
-Ma che diamine ti salta in mente?!
Ignoro tranquillamente le sue urla isteriche e compongo il numero di Ashton sul display del cellulare.
Dopo il terzo squillo la voce squillante di Irwin risponde.
-Amico, hai del cibo commestibile a disposizione per un paio di persone? Anche se penso potrei mangiare per dieci...
-Luke, tu mangi sempre per dieci. E sai che non devi saltare lezioni, bro, non puoi permetterti che i tuoi voti peggiorino.
-Non fare il padre e mettici da parte qualcosa da mettere sotto i denti.
-Mettici?
-Ti dispiace la compagnia della piccola Clifford?

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

-Non è responsabile, ragazzi. Luke non darle il cattivo esempio.
-Io? Mi ha quasi castrato perché l'ho chiamata "piccola Clifford", diamine! Meno male che doveva essere una tregua...
Una smorfia di disappunto si forma sul viso della ragazza seduta comodamente difronte a me, mentre uno dei miei migliori amici continua a farmi la predica su quanto sia irresponsabile perdere le ultime lezioni della giornata per andare a mangiare nel suo ristorante.
-Ashton, portaci quelle cazzo di pizze e sta' zitto.
Nonostante appaia scocciato, so che è divertito dalla situazione, in quanto non è una cosa da tutti i giorni trovare Luke Hemmings -quant'è fantastico quel ragazzo...Ah, aspetta, sono io. Quanto sono fantastico.- e Christine Clifford seduti allo stesso tavolo di loro spontanea volontà.
-Allora, stasera andrai alla festa con Hood?
-Potrei fingermi malata...O dirgli di essere partita con i miei, oggi non ci siamo nemmeno visti a scuola.
-Oppure potresti accontentarlo ed accompagnarlo.
-Luke, hai detto che mi avresti aiutato a risanare la mia vita sociale, non a distruggerla con le peggiori figure di merda che -sicuramente- mi faranno conoscere a quella festa.
Sbuffo e la guardo con disappunto, stimolando la sua stessa reazione.
È un inizio a dir poco fantastico, visto che non sembra minimamente intenzionata a collaborare.
-Peggy, sto cercando di aiutarti, quindi volente o dolente, andrai a quella festa. E ovviamente ci verremo anch'io ed Ashton. Giusto, Ash?
Richiamo il riccio mentre ci raggiunge con il nostro pranzo. Lui ci guarda interrogativo, prima di fare spallucce ed augurarci buon appetito.
-Non se ne parla!
Trilla lei dopo qualche secondo. La ignoro e prendo a gustare la pizza che ha sostituito la poltiglia della mensa con la quale avrei dovuto -ipoteticamente- recuperare le energie.
Sarà una serata interessante.

Hate || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now