Quattordici - Luke

2.8K 169 1
                                    

Avete presente quella sensazione che si prova nell'ascoltare una nuova canzone? Magari di un cantante che non si conosce ma che poi diventerà il vostro idolo? Quell'incertezza iniziale, poi sostituita da una forte attrazione per il ritmo e poi quell'ossessione che ci porterà ad avere in testa la stessa canzone per più di una settimana.
Bene, questo è quello che sta succedendo nella mia testa in questo momento.
Nonostante alla festa avessi intenzione di lasciarmi andare un po', mi sono ritrovato con solo un paio di shot in circolo e la mente annebbiata dalla figura di Christine Clifford. Non ho smesso di pensare a lei per un singolo istante, nemmeno quando una tipa di cui non conoscevo nemmeno il nome mi ha trascinato a ballare o quando Ashton mi ha passato da bere.
Un'immagine fissa, quasi indelebile, stampata tra i miei pensieri. Un po' come le urla di Michael all'uscita di una nuova PlayStation, continui a sentirle anche dopo mesi.
Ho girovagato nella speranza di incontrarla sobria e con tutta l'intenzione di sfruttare la nostra tregua per fare due chiacchiere, ma l'unica cosa che ho visto è stato un bicchiere quasi vuoto in mano ad una ragazzina ed un mezzo asiatico totalmente ubriaco che rideva con lei come un idiota.
Ho preso in considerazione l'idea di lasciarla in balia dell'alcol, lo ammetto.
Tutto questo fino a quando non mi sono accorto della presenza di Chase Barnes. Diamine, quel tizio è ovunque.
Istintivamente ho tirato fuori Peggy dall'imbarazzante situazione in cui si era cacciata e -rischiando che mi vomitasse addosso- l'ho trascinata fuori dalla villa.
Lei continuava a ridere ed inciampare come un salame e mi sono chiesto più volte cosa sarebbe successo se avesse messo dei tacchi.
Cristo, non ci voglio pensare.
Non ho badato molto alle sue parole -consapevole del suo stato di ebrezza- e mi sono limitato a riportarla a casa nella speranza di non ottenere come ringraziamento macchie di rigurgito sui sedili della mia nuova auto.
Mi si è aggrappata al collo nel tragitto verso la sua camera, evidentemente sfinita, mentre la tenevo in braccio.
Solo perché altrimenti sarebbe rimasta a dormire sulle scale, eh.
L'ho appoggiata sul suo letto più delicatamente possibile e sono rimasto ad osservarla per un po', appoggiato alla parete della sua camera.
Chi l'avrebbe mai immaginato che un giorno mi sarei trovato a pensare a quanto sia effettivamente bella Peggy?
Nonostante chiunque l'avrebbe definita un disastro per colpa dell'alcol e delle svariate cadute, non sono riuscito a distogliere lo sguardo da quella figura piccola e intimorita dalle sue nuove esperienze.
Dopo essermi accertato che si stesse addormentando, ho saggiamente provato a lasciare la sua stanza.
Provato.
-Grazie, Luke...
Un sussurro. Due parole.
Un sorriso spontaneo si è formato sulle mie labbra nel sentire le parole che non avrei mai immaginato potessero essere pronunciate dalla ragazza che avevo davanti e mi sono tanto sentito un fottuto ragazzino di tredici anni.
Al suo cenno di raggiungerla, non ho esitato e pochi secondi dopo eccomi seduto accanto alla piccola Clifford, ubriaca e confusa.
O forse quello confuso ero io...ma non importa.
-Potresti essere molto più di ciò che mostri...
I suoi occhi assonnati mi hanno avvisato che ormai stava per cedere ai richiami di Morfeo, mentre un'idea folle e assolutamente insensata mi è passata per la mente.
Ed ecco perché adesso -alle 5.23 di sabato mattina- mi ritrovo a rimuginare, con la mia chitarra in mano ed uno spartito davanti, riflettendo su quanto sia potuto essere stupido.
Fortunatamente Peggy non sa niente e mai lo saprà.
Non verrà mai a scoprire di come mi è stato inevitabile scostarle i capelli dal viso, accarezzarle le guance e sussurrarle tutto ciò che non le direi mai faccia a faccia.
Ma soprattutto non dovrà mai e poi mai sapere di come le nostre labbra sono venute a contatto, di come le sue sapessero di vodka alla ciliegia e di come abbiamo causato una reazione del tutto inaspettata in me.
Beh, non proprio...Ma diamine è solo una ragazzina che dovrei detestare!
-Sei sveglio?
Una voce assonnata e roca attira la mia attenzione.
-Non dovresti essere in piedi, quella sbornia ti avrà procurato un mal di testa bestiale.
Rispondo, mantenedo lo sguardo sui fogli davanti a me. Se la guardassi negli occhi potrei pensare cose che non dovrebbero nemmeno lontanamente passarmi per la mente.
L'ho baciata. Ho fottutamente baciato la sorella del mio migliore amico.

Hate || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now